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"...così la dea madre gonfiò il petto e soffiò su ciò che aveva creato. Il suo respiro avvolse la terra e penetrò nei polmoni di cento neonati, tutti della stessa età.
I bambini crebbero e divennero forti, riuscivano a percepire di avere un qualche collegamento, pur trovandosi essi nelle più disparate parti del globo. Presto si resero conto di aver qualcosa di molto speciale.
Igrid, soprannominata 'la lince', era la più abile nella chiaroveggenza. Essa riuscì infatti a prevedere l'imminente risveglio delle creature della notte e riunì i suoi simili sotto il sigillo del Consiglio."

Abigail ascoltava assorta le parole del professor Ludwig, insegnante di storia. Non che si fosse guadagnato la sua attenzione per simpatia, anzi, le era piuttosto indifferente. Faceva parte della generazione degli anziani, quella di Albert. Era un uomo ordinario: i capelli ingrigiti saldamente fissati all'indietro, vestito di tutto punto.
I tratti rigidi tinti da un colorito grigiastro, le guance incavate.

"Direi che per oggi può bastare, la prossima volta vi racconterò della prima e della seconda guerra tra creature."

La stanza si svuotò nonappena ebbe finito di pronunciare la prima frase.
Uscirono tutti, tranne la ragazza dagli occhi discordi, che raggiunse l'insegnante quasi immediatamente.

Lui alzò i suoi occhi vispi dal tomo e le rivolse uno sguardo interrogativo.

"Volevo chiederle se ci fosse un libro sull'argomento in biblioteca" spiegò lei, senza troppi giri di parole.

L'uomo parve molto sorpreso poichè era la prima volta che scorgeva quella curiosità e determinazione nello sguardo di uno studente. Lo chiese con tanta spontaneità, che fu palese che la richiesta della ragazza non voleva essere un ruffianata.

"Uno? Ce ne sono diversi. Dipende dalle tematiche che le interessano."

"Non ne sono certa. Vorrei solo saperne di più."

Uno strano luccichiò attraversò gli occhi dell'uomo che le disse solamente di non muoversi, prima di sparire nel propio ufficio.

Abigail si guardò attorno per qualche istante, poi si sedette su un banco.

Le sembrava impossibile che si trovasse a Calien da quasi due settimane. Oramai si era quasi abituata a quella strana routine. Thomas si inventava nuovi modi per buttarla giù dal letto poichè il suo sonno sembrava farsi più pesante, di volta in volta. La notte dormiva raramente a causa degli incubi.

I giorni trascorsi con John, le lunghe passeggiate notturne, le lezioni di Albert, si stavano riducendo a ricordi sempre più distanti. Sentiva dannatamente la mancanza di quel vecchio scorbutico ed il pensiero di cosa fosse accaduto dopo la sua partenza non la abbandonava nemmeno per un istante.

"Professor Ludwig?"

Una testa bionda fece capolino dalla porta. Era il ragazzo che l'aveva accompagnata in biblioteca, l'amico dello stronzo.

Abigail e l'ombra del donoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora