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Gli occhi discordi di Abigail stavano saettando da un lato all'altro della saletta, ma di quell'idiota non c'era nemmeno l'ombra.
Sbuffò seccata, battendo un piede a terra, come una bambina. Certo che ne aveva di coraggio...
Scese rapidamente le scale, e quasi travolse Tyler.

"Ehi, ehi, calma tigre. Dove vai così di fretta?"
"Dov'è l'idiota?" chiese di getto, ignorando del tutto la domanda del moro.
"Non saprei. Stiamo parlando di Percy?"
"Certo che stiamo parlando di lui. Conosci qualche altro idiota con cui ho a che fare?"
"Beh..."
"Lascia stare, è per forza in quell'asettico buco che ha il coraggio di chiamare camera!"
E così dicendo superò il ragazzo a gran furia.
Lui la seguì con lo sguardo per qualche istante, scuotendo la testa, un sorrisetto divertito stampato in faccia.
Quei due erano da ricovero.

"Si può sapere che razza di problema hai? Sei caduto dal seggiolone da piccolo o ci sei nato deficiente?"
"Buonasera anche a te, Collins" rispose in maniera pacata Blake, abbottonandosi i polsini della camicia, il corpo rivolto allo specchio.

"Buonasera? BUONASERA?"
"Ora non più così tanto" biascicò, voltandosi finalmente a guardarla.
La sua espressione vacua si tinse rapidamente ed i suoi occhi scuri presero a vagare su di lei.
"Sei per caso impazzita?"
"Io? Io sarei quella pazza ora? Un tuo collaboratore..." disse Abigail rabbiosa, virgolettando la parola con le dita, "...mi ha svegliata dal mio più che meritato sonnellino pomeridiano, agitato come non mai, dicendomi che dovevo assolutamente parlare con un certo Roberto, che si trattava di una questione importatissima!"

"Collins."

"Trovo finalmente Roberto, dopo mezz'ora, e lui mi dice che no, devo parlare con Sibil.
Allora vado a cercare Sibil, ma non la trovo, e quindi torno a cercare Roberto, che mi dice che lui non può dirmi nulla.
Mi vedo quindi costretta a continuare la mia caccia al tesoro..."

"Collins" ripetè Percy, in tono più grave, mentre lei avanzava gesticolando verso di lui.

"E quando finalmente la trovo mi dice che devo parlare con un tale Adam, il quale dopo innumerevoli chiacchiere inutili mi dice che mi vuoi vedere immediatamente!
Ora dimmi, perché mi hai fatto fare i salti mortali invece di venire semplicemente a cercarmi?
Ma chi ti credi di essere eh?" chiese rabbiosa, spingendolo leggermente.
Percy si rabbuiò immediatamente al contatto.

La verità era che non aveva idea come andare a parlarle, non voleva risultare patetico andandola a cercare come nulla fosse.
Lui era Percy Blake, non un Occult qualsiasi.
Se gli serviva qualcuno lo mandava a cercare, non era certo compito suo farlo.
Stare insieme con Tyler ed Evan era un conto, ma quando si trattava di stare soli era un'altra cosa.
Era sempre stata un'altra cosa, ancor prima del momento che avevano avuto.
La verità era che si era innervosito al pensiero che la ragazza potesse credere che lui desiderava parlare, nonostante le sue ragioni fossero strettamente professionali.
Tuttavia aveva forse esagerato nel prendere le distanze dalle proprie esigenze. Leggermente.

"...arrogante pezzo di-"
"Finiscila. Sei qui ora, o sbaglio?"
"E non ti pareva più semplice venire a chiamarmi?" sibilò lei rabbiosa.

"No."

Abigail emise uno sbuffo seccato ed alzò rapidamente gli occhi al cielo, prima di posarli nuovamente su di lui.
"Ma certo!"commentò infine sarcastica.

"Ma tu lo sai chi sono io? Non ho tempo da perdere, tantomeno per andare in giro come un pollo senza testa a cercare una mocciosetta come te."
"Siamo passati agli insulti ora? Mocciosetta? Davvero? Cos'hai, tre anni?"

Blake emise un verso stizzito.
"Sei insopportabile."

"Hai iniziato tu!"

Il ragazzo si infilò rapidamente la giacca osservandola irritato. I suoi occhi caddero nuovamente sul vestito che indossava.
"Perché diamine ti sei conciata così?"

Abigail e l'ombra del donoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora