Percy spalancò lentamente gli occhi, richiudendogli immediatamente, prima di sbattere le palpebre un paio di volte. La luce mattutina che filtrava dall'ampia balconata era fin troppo forte per i suoi gusti.
Si passò una mano sul volto, per poi farla scivolare tra i capelli.Non dormiva così da mesi.
Si sentiva così appagato che le sue labbra si incurvarono automaticamente in una smorfia strana, che risembrava vagamente un sorriso.
Spalancò gli occhi di scatto stupendosi di se stesso, la calma cancellata definitamente dai suoi tratti duri.
Restò poi a fissare il soffitto per qualche istante.Un breve flash della notte passata gli attraversò la mente.
Sospirò frustrato, sentendosi il petto bruciare lievemente di rabbia.
Ma come diamine gli era saltato in mente?Fu improvvisamente consapevole del corpo caldo avvinghiato al suo, e non poté fare a meno di spostare il suo sguardo rabbioso dal soffitto, per puntarlo su Abigail.
Era pronto allo scontro, pronto a ristabilire le dinamiche precedenti all'accaduto.
Lui non sopportava lei, lei detestava lui, ed era così che le cose sarebbero rimaste nonostante ciò che era successo.
Sopratutto dopo ciò che era successo.Spalancò la bocca, pronto a dare il via alla loro abituale routine di disprezzo, ma non appena i suoi occhi si posarono sulla figura alla sua destra le parole gli morirono in gola.
Stava ancora dormendo.Fu la prima volta che notò quanto fosse piccola in confronto a lui, con la sua mano pallida chiusa delicatamente sul suo petto abbronzato.
Aveva una personalità talmente forte da sembrare gigantesca.
Non serviva nemmeno che parlasse, bastava quel suo sguardo ambiguo e torbido.Ma in quel momento era...diversa.
Come spoglia di qualsivoglia scudo.
Percy si chiese se anche il suo volto apparisse privo di maschere in quella fulgida atmosfera mattutina, e prima che potesse rendersi conto di ciò che stava facendo si era mosso, scostandole una ciocca di capelli dal viso.Il principe degli Occult emise un sospiro, rendendosi conto di aver per qualche strana ragione trattenuto il fiato.
I suoi occhi neri presero a vagare in modo famelico sul volto addormentato della ragazza, e per un istante si sentì quasi in colpa, perché lui aveva avuto il tempo di ricomporre la sua maschera impenetrabile, mentre lei era a nudo per una volta. Quasi.Abigail aveva un espressione serena dipinta sul volto, le labbra leggermente schiuse.
Le lunghe ciglia gettavano delle piccole ombre sui suoi zigomi.
Si ritrovò incapace di distogliere lo sguardo dalla sua faccia, nonostante una voce nella sua testa continuasse a ripetergli di farlo al più presto.Blake emise un sospiro frustrato, quando i suoi occhi presero a vagare più in basso.
Sul lungo collo della strega, martoriato dai suoi segni. Quegli stessi segni che gridavano a chiunque vi si soffermasse che cosa avevano fatto solo poche ore prima.
Quando tale pensiero fece capolino nella sua mente qualcosa prese ad indurirsi tra le sue gambe.Si maledisse mentalmente, tentando di pensare ad altro, ma fu del tutto inutile.
Odiava quella sensazione.
Odiava non avare il controllo su se stesso. Succedeva solo con lei. Era sua la colpa.La bocca di lei sul suo membro, i suoi urli soffocati dalla sua mano.
Il modo in cui le aveva stretto il collo, i seni, in cui l'aveva toccata tra le gambe.
Le cose sporche che si erano detti in preda al piacere, i suoi affondi rapidi dentro di lei.Percy chiuse rapidamente gli occhi, impedendosi di continuare a guardarla.
Si passò una mano tra i capelli, e tentò di regolarizzare il proprio battito accelerato.
La sua erezione prese a premere inavvertitamente sul fianco di Abigail.
Per la Dea, cosa gli stava facendo quella ragazza?
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Abigail e l'ombra del dono
Ficțiune adolescențiLa natura non compie errori. È meticolosa, cauta, calcolatrice, non lascia nulla al caso. Com'è possibile che abbia commesso un errore nell'infondere il dono della magia? Abigail è l'errore, colei che era stata nascosta. Dopo il suo ennesimo misfat...