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"Dio, questa gonna!"

Era in ritardo. Per l'ennesima volta era in ritardo.
Abigail tentava, ormai da una quindicina di minuti, di chiudere la cerniera di quella maledettissima uniforme. Tuttavia l'impresa era ardua dal momento che ci erano rimasti impigliati i suoi capelli.

"Oh, dannazione" gridò frustrata prima di afferrare il suo coltellino, pronta a tagliar via la ciocca.

"Ferma!"

Una Bessy sconvolta piombò nella stanza, togliendole l'oggetto di mano.

"I-io...scusami, non volevo piombare così m-ma..." iniziò a balbettare diventando dello stesso colore dei suoi capelli per poi fare un respiro profondo.
"Volevo solo dire che non c'è bisogno di tagliarli, ti aiuto io."

Abigail annuì poco convinta, mentre l'altra si chiuse in bagno, alla ricerca di qualche diavoleria. Uscì qualche secondo dopo, con una grossa saponetta tra le mani.

"Capita piuttosto spesso anche a me" si giustificò, cogliendo il suo sguardo curioso.
"Fatto"esclamò soddisfatta dopo essere riuscita nell'impresa.
"Beh, grazie per aver salvato la mia chioma Bessy."
"Betty" la coresse la rossa.
"Giusto! Ecco com'era" esclamò Abigail con fin troppo entusiasmo, a giudicare dal salto indietro che fece l'altra.

"Ero solo venuta a dirti che..."

Betty sbiancò di colpo dopo aver dato una rapida occhiata all'orlologio che portava al polso.

"Oh cielo, dobbiamo correre!"

E detto ciò la afferò per un braccio, per poi fiondarsi in una corsa spericolata giù per le scale.
Abigail si sorprese di quanta forza potesse avere una persona tanto bassa. Era una scena piuttosto buffa, ma l'espressione che aveva la rossa era tutt'altro che divertita. La piccoletta sembrava sull'orlo di una crisi isterica e continuava a pronunciare frasi sconesse.
Se Abigail si fosse agitata anche solo la metà ogni volta che era in ritardo a quell'ora serebbe sicuramente stata ricoverata in una qualche clinica psichiatrica sconosciuta a dio.

"S-scusi il ritardo professoressa, le giuro che non a-accadrà mai più."

Eh? Come e quando erano entrate in quell'aula?

La donna seduta alla cattedra alzò a malapena gli occhi dalle sue scartoffie. Era una signora decisamente avanti con l'età ma, nonostante ciò, manteneva una postura rigida e severa. Anche i suoi abiti sembravano gridare:'serietà'.

"Per questa volta farò finta che voi non siate piombate nella mia classe con ben tre minuti di ritardo" esordii , rivolgendo uno sguardo gelido ad entrambe.
Abigail aprì la bocca per ribattere con una delle sue frasi ad efetto ma fu anticipata da Betty, la quale si scusò nuovamente per entrambe e la trascinò a sedere.
Tutto quel venir sballottata di qua e di là stava seriamente inizindo ad irritarla.

"Ora che le vostre compagne si sono finalmente degnate di raggiungerci possiamo riprendere la lezione."
"Ma che problemi ha questa?"sussurò Abigail.
"Shhhh, lei sente tutto"

Inquietante

"Spero lei sia consapevole di doversi impegare il doppio per mettersi in pari, signorina Collins" disse l'insegnante con astio.
"Se non le dispiace vorrei testare le sue capacità, tanto per capire quanto disperata sia la sua situazione"
"In realtà mi dispiace" disse la mora.
"Come ha detto?"
"Nulla professoressa, Abigail non ha detto nulla" esordii Betty, rivolgendole uno sguardo supplichevole.
"Già, non ho detto nulla" rispose sbuffando.
"Sarà meglio. Ora basta chiacchere."

                            ~•~

"E' stata davvero una rottura di coglioni micidiale"
"Non la passerai liscia la prossima volta. Hai trascorso l'ora a prendere ingiro la professoressa Lee e a cercare di distrarla con una moneta da cinque centesimi, evitando tutte le sue richieste di una dimostrazione concreta"
"Grazie per il riassuntino rossa, ma c'ero anch'io a lezione" ghignò Abigail.
"Perchè lo fai?"
"Mangiucchiare le matite intendi? Beh, penso che la cosa sia iniziata..."
"Sai che non mi stavo riferendo a quello" la interuppe Betty, torturandosi le mani.
"Mi hanno controllata per tutta la vita, mi hanno minacciata e poi strappata da casa mia. Prelevata da una realtà che non mi appartiene per portarmi in un'altra non meno estranea, con persone che mi guardano allo stesso modo. Non posso andare via. Posso ribellarmi tanto da fargli capire che non mi sono piegata ma non tanto da farmi uccidere" proferì lanciando uno sguardo freddo alla ragazza che la affiancava, la quale si gelò sul posto.
"T-tu non dovresti parlare in questo modo del Consiglio" sussurò quasi intimorita.
Abigail sbuffò. In quel posto avevano fatto il lavaggio del cervello a qualsiasi creatura pensante, non aveva pertanto senso discuterne.

Abigail e l'ombra del donoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora