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La sala dei cristalli non era mai stata tanto bella. I pavimenti, le finestre, le superfici, ogni cosa era stata lucidata a tal punto da renderne la superficie riflettente.
La notte avvolgeva Calien, ma la sala era illuminata dai suoi giganteschi lampadari.
Ogni cosa era al proprio posto: il rinfresco era stato allestito con la massima cura, i professori erano intenti a discutere tra di loro qua e là, ed i giovani stregoni e streghe ballavano sulle melodie emesse dagli strumenti stregati ai lati della sala.
Tuttavia c'era chi quella sera non si era cimentato nella danza o nella conversazione, ma sedeva su una grande poltrona rossa, posta infondo, in modo tale da avere alle spalle solo la più grande delle finestre, e la visuale aperta su tutto ciò che accadeva. Il principe degli Occult non danzava mai a quegli eventi, perché l'uomo che l'aveva cresciuto gli aveva più volte proibito di farlo.
"I re non ballano con la plebe, organizzano le feste per ridere della loro stoltezza."
Era ciò che gli ripeteva sempre, e lui così faceva. Ogni anno Percy Blake si assicurava che le feste ufficiali fossero contemplate come il più grande sfarzo. Dopodiché a tali eventi sedeva, mantenendo quel cipiglio serio ed inviolabile, assicurandosi di avere un posto in prima fila per osservare ciò che lui, in quanto superiore non poteva fare. Non lo avrebbe mai ammesso, ma quegli eventi lo annoiavano terribilmente. Prese un altro sorso di quella bevanda corretta ad insaputa dei docenti, sospirando rumorosamente.

"Percy...vuoi ballare?"

Il ragazzo spostò malapena lo sguardo sulla ragazza, prima di farle un cenno con la mano, congedandola in modo tutt'altro che gentile.

"Non sei affatto un cavaliere, lasciatelo dire!" commentò Evan divertito, dopo che la ragazza se ne era andata visibilmente offesa.
Il ragazzo dai capelli corvini alzò gli occhi in risposta.
"Siamo stati insieme un paio di volte ed ora non riesco a levarmela di dosso" disse atono.
"Beh...è carina, perché non ti piace?"
Blake rivolse uno sguardo di sufficienza al suo amico biondo.
"Evan, risparmiami i tuoi tentativi di trovarmi una fidanzatina. Sembri una ragazzina da confraternita."
I due risero sommessamente. Sapevano entrambi che il principe degli Occult non aveva alcun interesse sentimentale nelle proprie avventure notturne. Finiva tutto lì, si trattava solo di svago.
"La festa sta andando bene non credi?"
"Si, sembrano tutti soddisfatti..."
"Ragazzi!" esclamò Tyler richiamando la loro attenzione. Percy aggrottò le sopracciglia confuso.
Cosa voleva ora? Pochi istanti prima lo aveva visto avvinghiato ad una rossa. Il ragazzo aprì la bocca per continuare ma si zittì quando il suo re alzò una mano per fermarlo. La musica continuava a suonare, ma non si sentiva più il bisbiglio degli invitati, o il rumore dei passi sulla pista da ballo.
Blake si alzò da quello che in quel contesto poteva essere il suo trono, e Tyler si spostò di lato per consentirgli di vedere lui stesso ciò di cui stava per informarlo. Il giovane stregone gonfiò il petto d'aria.

Il suo incubo aveva appena varcato le porte della sala di cristallo.
Abigail Collins aveva senz'altro fatto  un'entrata ad effetto. Indossava un abito rosso fuoco, che le fasciava perfettamente il corpo snello, ignorando il codice d'abbigliamento tradizionale: bianco per gli Argent e nero per gli Occult.
Evan accanto a lui sospirò stupito.

Si sentì ribollire il sangue nelle vene e non seppe dire se la ragione fosse il fatto che quell'insulsa ragazzina si era presentata lì, bella come mai prima di allora, quando solo poche ore prima lui aveva resa pubblica un'informazione che avrebbe distrutto emotivamente chiunque, o l'aver pensato, per un piccolissimo istante, che tutta quella grinta e forza d'animo fossero attraenti.

La ragazza dai capelli castani sfilò lungo la sala, vestita di fuoco. Era sicura, forte. Eppure dentro si sentiva morire.

Thomas le si avvicinò, stupito quanto gli altri della sua presenza.

"Te lo concedo Abigail, sai davvero come stupire!" le sussurrò tentando di farla sentire a proprio agio.
Era sicuramente venuto a sapere di quella mattina, del resto, chi poteva non esserne a conoscenza dopo l'accaduto?

Abigail e l'ombra del donoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora