How are you? 2.5

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Sospira, stringe la cinta alla sua vita, si infila il cappotto e finalmente esce di casa.

Non è psicologicamente pronto a questa uscita, due volte che si vedeva con Louis in meno di una settimana. Non era più abituato ad averlo tra i piedi e nella sua quotidianità. Era passato tanto tempo e adesso è semplicemente tutto troppo strano. Non poteva piombare nella sua vita, per la seconda volta, e agire come se nulla fosse. Non era di pietra.

Sale come una freccia nella sua Porsche e ben presto si reca all'indirizzo del parcheggio che Louis gli aveva inoltrato. Posto un po' inquietante in cui incontrasi per poter parlare. Il parcheggio è grande, eppure di luci ce ne sono davvero poche.

Cerca di non pensare all'oscurità che c'è attorno a lui e frettolosamente prende il cellulare dalla tasca per poter scrivere un messaggio a Louis e dirgli che aveva appena parcheggiato sul retro della banca. Si strofina le mani per via del freddo e della tensione e solo dopo svariati minuti decide di accendere l'aria calda. Odia il buio, lo rende insicuro.

Ricontrolla il cellulare in attesa di una risposta da parte del maggiore, ma purtroppo non trova nulla, eppure era arrivato con cinque minuti di ritardo e Louis dopo altri dieci non si era ancora presentato. Scuote la testa non riuscendo davvero a stare tranquillo e riaccende la macchina per potersene andare da lì, ma ad un certo punto qualcuno bussa al suo finestrino. Si gira di colpo, preso alla sprovvista, per poi tranquillizzarsi alla vista di un Louis sorridente, tra le mani fasciate dai guanti regge due bicchieri di polistirolo. Harry gli fa cenno di salire su.

Apre lo sportello dell'auto e si sistema sul sedile del passeggero. «Scusa per il ritardo, ma stavo litigando con il ragazzo della caffetteria per farmi preparare le cioccolate, stavano chiudendo.» subito porge il bicchiere al riccio.

«Hai preso la cioccolata calda?» Domanda abbassando lo sguardo verso il bicchiere. Si sente quasi in colpa di averlo trattato male tramite i messaggi, Louis era comunque gentile con lui.

«Sì, oggi fa freddissimo e una bella bevanda calda ci sta perfettamente.» sorride scontrando piano i loro bicchieri. «Cin cin!»

Harry sorride piano guardandolo. «Sei gentile, Louis.»

«Oh, non preoccuparti Harry, gli ho lasciato anche la mancia, magari la prossima volta avrà un occhio di riguardo nei miei confronti dopo le otto di sera.» Ridacchia piano soffiando all'interno del suo bicchiere dopo aver tolto il coperchio di plastica.

«No Louis, non intendo questo.» Sospira e lo guarda per un attimo, poi torna con il viso basso. -«Continui a venirmi dietro nonostante tutto. Ti ho risposto più volte in malo modo, eppure tu continui a trattarmi con i guanti. Non credo di meritarlo.»

Louis abbassa le spalle e fissa la sua bevanda, il capo chino e le gambe chiuse timidamente. «Non è questione di merito, è che ne vale la pena» biascica tracciando dei cerchi sul cruscotto lucido.

«Cosa intendi?»

«Intendo che- che tu ne vali davvero la pena. Vale la pena rischiare, anche se so che alla fine ne uscirò distrutto.»Fa una piccola pausa.-«Litigherei altre mille volte con il barista, porterei di nuovo Niall a cena e gli lascerei mangiare tutto il menù.» ride poi. Harry sorride e guarda fuori, oltre il finestrino. Louis ci teneva sul serio a lui, perché non lo lasciava entrare? Perché non lo faceva insediare di nuovo nella sua pelle? Era davvero ancora così spaventato o era solo una scusa per non affezionarsi più a nessuno per non soffrire? Bhe, se lo è allora è davvero un cretino.

«Come stai?» Chiede, domanda strana a parere del maggiore.

«Sto bene, Harry.» risponde respirando profondamente. «Ieri mia sorella Phoebe mi ha dato una bella notizia.» dice poi cambiando argomento.

«Uh, quale?» chiede Harry. Sa che parlare delle sue sorelle lo fa stare bene, e lui ora vuole ascoltarlo.

«Sta cercando lavoro qui a Londra, vorrebbe trasferirsi da me.» Dice mostrando un dolce e sincero sorriso.

Harry quasi sente il suo cuore riscaldarsi alla vista di Louis felice per sua sorella. Sa quanto ci tiene a quelle piccole bestioline, le ha cresciute facendo davvero tanti sacrifici e lui non poteva che esserne fiero. «Di cosa si occupa?»

«Oh, nulla di che. Lavora nei pub.» allora ad Harry viene in mente un'idea che sarebbe tornata utile per tutti quanti.

«A me servirebbe una nuova cameriera prima di dicembre, se vuoi puoi dargli il mio numero.»

A Louis gli si illuminano gli occhi a quella proposta così allettante, è quasi sul punto di abbracciarlo dalla felicità, ma decide di trattenersi. «Dici davvero?» mostra un enorme sorriso. «Aspetta, non devi sentirti assolutamente costretto a farlo. Non ti ho detto quella cosa su Phoebe solo per arrivare a questo.»

«Assolutamente! A me serve personale dato che il mese scorso ne ho licenziati tre, perché beccati a rubare nella cella delle carni.» ridacchia appena e appoggia la mano sulla coscia del maggiore.

«Sei così puro, Harry. Grazie mille.» e questa volta Louis lo abbraccia davvero, rischiando quasi di rovesciare i loro bicchieri.

Harry sorride e lo stringe se, sussurrando però un «Se macchi i sedili ti ammazzo.» scatenando in Louis una risata rumorosa.

Look for me;『l.s』Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora