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Un errore?

Pov Josie

Quel luogo aveva un'atmosfera familiare e rassicurante, un piccolo rifugio nel caos della città. Appena entrai, fui avvolta dalle luci soffuse e dalla musica di sottofondo, un mix perfetto per dimenticare i miei problemi anche solo per una sera. Le luci morbide creavano un gioco di ombre che rendeva tutto più intimo, e la musica in sottofondo era un sussurro che prometteva di trasportarmi lontano dai miei pensieri.

Cole era già lì, seduto al bancone, con un sorriso che mi fece sentire immediatamente a mio agio. Aveva un'aria rilassata e accogliente, come se il mondo fuori non potesse toccarci. Mi sedetti accanto a lui e ordinammo qualcosa da bere. Il primo drink fu solo un riscaldamento, un preludio a ciò che sarebbe venuto dopo. Chiacchierammo di cose leggere, ricordando la nostra prima serata insieme in quel bar, ridendo delle coincidenze che ci avevano portato lì.

Quando arrivammo al secondo drink, la conversazione prese una piega più profonda. L'alcol sembrava abbattere tutte le barriere, lasciando spazio alla sincerità. Guardai Cole negli occhi e sentii che era il momento di aprirmi. "Sai, non amo più mio marito da tempo," confessai, la mia voce tradiva un misto di amarezza e rassegnazione. "Gli voglio bene, ma non c'è più amore. Per lui, io sono solo un corpo, nient'altro. È come se il nostro legame si fosse ridotto a una mera convenienza fisica."

Cole mi guardò attentamente, i suoi occhi pieni di comprensione e preoccupazione. "E adesso, cosa provi nei suoi confronti?" chiese, la sua voce era gentile, quasi un sussurro che voleva lenire il mio dolore.

"Provo odio," risposi senza esitare. "Odio per come mi tratta. Nonostante la sua ricchezza, io ci tenevo davvero alla sua persona, non ai suoi soldi. Ma lui è cambiato, e anch'io. Il nostro matrimonio è diventato un cumulo di tradimenti, da parte sua. Ogni volta che scoprivo un'altra infedeltà, era come una pugnalata al cuore. A volte ho desiderato sparire o persino di vederlo morto per tutto quello che mi ha fatto."

Le mie parole fluirono come un fiume in piena, liberandomi di un peso che avevo portato dentro per troppo tempo. Cole rimase in silenzio, permettendomi di sfogarmi. La sua presenza calma e rassicurante era esattamente ciò di cui avevo bisogno. Finalmente, lui disse: "Mi dispiace davvero tanto, Josie. Ma sei forte, e meriti di essere felice. Non dovresti mai sentirti in colpa per cercare la tua felicità."

Quelle parole mi colpirono profondamente. Cercai di ricompormi, sentendomi improvvisamente vulnerabile. "Scusami per questo sfogo," dissi, abbassando lo sguardo. "Non volevo rovinare la serata. Non è giusto che tu debba ascoltare i miei problemi."

Cole mi sorrise, un sorriso che sembrava scacciare via tutte le mie paure. "Non ti preoccupare, Josie. Sono contento che tu ti sia aperta con me. Volevo vedere anche questa parte di te. È giusto che tu abbia lo spazio per sfogarti. La vulnerabilità non è una debolezza, ma una parte fondamentale dell'essere umano."

La sua gentilezza mi fece sentire meglio, ma avevo bisogno di qualcosa di più per allontanare quei pensieri oscuri. "Sai cosa," disse Cole, cambiando tono, "perché non buttiamo via questa tristezza e andiamo a ballare? Ti farà sentire meglio."

All'inizio esitai, incerta se avrei potuto lasciarmi andare completamente. Ma la sua insistenza gentile alla fine mi convinse. Cole mi porse la mano e io la presi. La sua stretta era calda e rassicurante, un'ancora di salvezza nel mare di emozioni che stavo attraversando. Ci dirigemmo verso la pista da ballo, dove una canzone rock riempiva l'aria con la sua energia vibrante.

Mi lasciavo andare al ritmo della musica, sentendo ogni nota scorrere dentro di me, liberandomi da quel peso che portavo dentro. Ballare con Cole era come una liberazione, una fuga momentanea da tutto ciò che mi tormentava. Non pensavo a nulla, solo al momento presente, alla musica e a quella connessione che sentivo con lui.