La ami ancora?

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POV Cole

Mi trovavo in una fase di completa disperazione. La mia vita era un caos totale e ogni giorno sembrava un tunnel senza uscita. L'unica cosa che riuscivo a fare era rifugiarmi in un bicchiere di alcol, nella speranza vana di anestetizzare il dolore e il senso di colpa che mi tormentavano. La bottiglia di whisky che avevo in mano era l'unica compagna di solitudine che avevo.

In mezzo a questo disastro, il mio amico Clarence mi contattò. Aveva un'idea che sembrava un'ancora di salvezza nel mare tempestoso in cui mi trovavo. Mi parlò di una rapina che avremmo potuto fare insieme, un modo per fare soldi velocemente e sistemare un po' di cose. La sua voce era carica di urgenza e determinazione, ma io ero ancora scosso e incerto.

"Cole, devi pensarci seriamente. Non possiamo rimanere nella merda per sempre. Ti ho fatto uscire di prigione, adesso devi aiutarmi con questo colpo," disse Clarence, la frustrazione evidente nel suo tono.

"Non lo so, Clarence. Non so se è una buona idea,"risposi, il peso della mia decisione che mi gravava addosso.

"E che altro possiamo fare? Abbiamo bisogno di soldi e questo è il nostro unico piano. Se non lo facciamo, siamo fregati!" ribatté, il suo tono diventando più insistente.

Mi trovavo in una situazione così vulnerabile che accettai, senza un vero piano o convinzione. Cambiai scheda al telefono e il mattino seguente mi ritrovai con Clarence in un punto isolato, pronto per l'azione. Clarence mi salutò e salì in macchina, il suo volto era una maschera di determinazione mentre io, seduto accanto a lui, ero immerso nei miei pensieri tormentati.

Mentre Clarence guidava, un sospiro di angoscia mi uscì dalle labbra. "Non posso continuare con questa cosa, Clarence. Non voglio fare nessuna rapina. Voglio andare a costituirmi, tornare in galera e pagare per quello che ho fatto."

"Sei pazzo?!"rispose Clarence, sbarrando gli occhi incredulo. "Non puoi farlo! Hai bisogno di soldi, e questo è l'unico modo che abbiamo. Non posso lasciarti fare marcia indietro ora."

"Non sono pazzo," risposi, la mia voce tremante, "Ho solo bisogno di fare la cosa giusta. Non posso continuare a vivere in questo modo."

In un'esplosione di rabbia, Clarence mi colpì con un pugno. Il dolore mi risvegliò e mi fece perdere ogni controllo. Mi alzai e lo colpì a mia volta, il combattimento tra noi due divenne inevitabile. I nostri corpi si scontrarono, le parole di Clarence si mescolarono con i nostri colpi, e il confronto fisico divenne una manifestazione del mio tumulto interiore.

Uscimmo dalla macchina e la lotta continuò, entrambi stanchi e arrabbiati. Era come se il mio corpo avesse preso il sopravvento sul mio stato mentale confuso. Ogni colpo che scambiavamo sembrava un tentativo di liberarmi dalla prigione invisibile che mi ero costruito, una battaglia per ritrovare un po' di pace o almeno un senso di controllo.

La lotta fu intensa, e mentre il dolore si intensificava e il mio respiro diventava affannoso, il pensiero di arrendermi completamente si faceva sempre più concreto. Non avevo mai voluto questo, ma sembrava che ogni scelta mi conducesse a una strada senza ritorno.

Il combattimento tra me e Clarence si era fatto sempre più intenso. I nostri respiri erano affannosi e il sudore ci bagnava la fronte. Ogni colpo scambiato sembrava una liberazione dal peso del mondo che mi schiacciava. Finalmente, Clarence si fermò, le sue mani sanguinanti e il volto imbrattato di sudore e sangue.

"Stop!" urlò Clarence, il suo volto rigato dalla rabbia e dalla frustrazione. "Se non facciamo questa rapina, chiamerò un sicario. Farò in modo che uccida Josie."

Il mio cuore si fermò per un attimo. Le parole di Clarence erano una pugnalata al cuore, un colpo basso che fece emergere la mia più profonda paura. Josie, che avevo cercato di proteggere e aiutare, era ora in pericolo per colpa mia. Mi sentii sopraffatto dalla colpa e dall'orrore.

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