Pov Josie
Dopo tutto quello che era successo, decisi di lasciare la casa delle vacanze e tornare alla casa che condividevo con Tony. Il viaggio di ritorno fu lungo e silenzioso, e mentre guidavo, la mia mente era un turbine di pensieri confusi. Quando arrivai, mi fermai per un attimo davanti alla porta, esitando prima di entrare. Alla fine, spinsi la porta e, come se nulla fosse cambiato, trovai tutto al suo posto. Le mie cose erano ancora lì, la vita sembrava immobile, come congelata in un momento in cui tutto aveva iniziato a incrinarsi.
Non mi aspettavo di trovare Tony in casa, ma lì, in preda alla disperazione, si avvicinò a me velocemente. Il suo viso era segnato, quasi irriconoscibile dall'agitazione. "Josie," disse con voce tremante, "ho provato a contattarti, ma non rispondevi... ero preoccupato da morire."
Lo guardai fredda, distaccata. "Preoccupato? È esagerato, Tony. Non ti sei preoccupato di me per tanto tempo. Ora fai finta che ti importi?"
Lui scosse la testa, come se le mie parole lo ferissero nel profondo. "Hai ragione," mormorò. "Ho sbagliato. Ho perso di vista tutto ciò che era importante per delle cavolate. Sono stato immaturo, e adesso... mi rendo conto di quanto ti ho fatto male. Non c'è scusa. Ma voglio rimediare, ti prego."
Mi sedetti sul letto, cercando di assorbire le sue parole. Le mani tremavano leggermente mentre fissavo il vuoto. Tony si sedette accanto a me, mantenendo una certa distanza, come se avesse paura di spingersi troppo oltre.
"Ti chiedo perdono, Josie," disse, con un filo di voce. "Ho rovinato tutto, ma ti prego, dammi una possibilità. Voglio fare le cose nel modo giusto."
Le lacrime, che avevo trattenuto per tutto quel tempo, iniziarono a scendere senza controllo. Mi coprii il viso con le mani, mentre il dolore e la confusione mi travolgevano. Sentivo la pressione di tutte le emozioni accumulate: la rabbia, la delusione, ma anche quel piccolo barlume di speranza che si mescolava al senso di tradimento. E poi c'era Cole, e tutto quello che era successo con lui. Come potevo fare chiarezza dentro di me?
Non dissi nulla. Rimasi lì, seduta, persa nei miei pensieri e nelle mie lacrime. Tony mi guardava, forse aspettando una risposta, ma in quel momento non riuscivo a dargliene una. Non riuscivo nemmeno a capire cosa volessi veramente.
Mi sentivo male dentro, un dolore sordo che sembrava non volersi placare. Non credevo nemmeno a una parola di Tony. Le sue scuse, le sue promesse, suonavano vuote, come se stesse cercando di riparare qualcosa che era andato distrutto troppo tempo fa. Sapevo cosa aveva fatto, sapevo come si era comportato per mesi, facendo i suoi comodi mentre io restavo lì, ad aspettare qualcosa che non sarebbe mai più tornato.
Lo guardai con freddezza, senza più lacrime, senza più emozioni per lui. "Tony," iniziai, la mia voce calma, ma decisa, "non ti credo. Non posso più farlo."
Lui rimase in silenzio, cercando forse una spiegazione, ma sapevo che non avrebbe trovato nulla che potesse giustificare il passato.
"Non voglio darti altre possibilità," continuai, il cuore pesante ma finalmente chiaro. "Non è giusto né per me, né per te. Ognuno deve fare il proprio cammino, per conto proprio."
Tony sembrava volesse dire qualcosa, ma le parole gli si fermarono in gola. Vidi la frustrazione sul suo volto, ma non c'era più spazio per sentimenti che potessero farmi vacillare. Mi ero aggrappata troppo a lungo a una speranza che non esisteva più.
"È finita," conclusi, sentendo un peso sollevarsi dal petto. "Non possiamo tornare indietro."
Poi mi alzai dal letto, senza guardarlo più.
Tony mi chiamò ad alta voce mentre stavo per uscire dalla stanza. Mi girai, e mi trovai davanti il suo sguardo disperato. "Ascoltami, aspetta..." disse con una voce carica di supplica. Ma prima che potesse continuare, lo interruppi.
"Tony, non ti odio, se è questo che vuoi sapere," dissi con calma, cercando di mantenere il controllo. "Se può farti stare meglio, sappi che non ti odio. Ma non voglio che nessuno dei due soffra più, non ha senso portare avanti una cosa che non esiste più."
Mi guardava senza sapere cosa dire. Vidi il dolore nei suoi occhi, ma io ero ormai oltre. "Voglio solo andarmene via," continuai, "e rimanere sola."
Provò a parlare di nuovo, ma le parole non gli uscirono. Senza dire altro, si avvicinò al cassetto, lo aprì e tirò fuori le carte del divorzio. Il rumore della penna sulla carta sembrava l'ultimo atto di una storia finita da tempo. Firmò con un gesto deciso, poi alzò lo sguardo su di me, guardandomi dritto negli occhi.
"Sei libera," disse con una voce rotta. "Mi dispiace, davvero."
"Anche a me dispiace, Tony," risposi, sentendo un misto di sollievo e tristezza. "E anche se non ti credo, spero che andrà meglio per entrambi."
Poi, senza aggiungere altro, uscii dalla stanza.
Il mattino seguente mi svegliai con un senso di leggerezza che non provavo da tempo. Avevo preso una decisione importante, e anche se non sapevo esattamente cosa mi aspettasse, ero sicura che fosse la strada giusta per me. Andai al mio vecchio lavoro per chiedere se potevo tornare. Era un ambiente che conoscevo bene, e sentivo il bisogno di riprendere in mano la mia vita, ricominciare da qualche parte.
Sapevo che Tony era già tornato al suo lavoro, come se cercasse di ritornare alla normalità il prima possibile. Ma io non ero più parte di quella vita. Mentre traslocavo nel mio piccolo appartamento, con ogni scatola che portavo dentro, sentivo che stavo costruendo qualcosa di nuovo, un futuro che mi apparteneva solo a me. Non era facile, ma per la prima volta da tanto tempo, sentivo che la mia vita stava finalmente prendendo il volo.
Ero pronta a ricominciare, senza rimorsi e senza guardare indietro.
Ricevetti alcuni messaggi da parte di Cole. Erano parole che toccavano nel profondo, messaggi pieni di calore e attenzione, come se avesse davvero compreso quello che stavo passando. Mi raccontava del bar, di quanto fosse strano non vedermi più lì e di come si fosse accorto che ero tornata in città.
Ma io non risposi. Ogni volta che guardavo quei messaggi, mi sentivo combattuta. Cole aveva dimostrato di essere una persona sincera e premurosa, ma ero appena uscita da un matrimonio fallito, e tutto quello che avevo vissuto mi aveva lasciato stanca e confusa. Non sapevo se fossi pronta per qualcos'altro, se avessi la forza di aprirmi di nuovo a qualcuno.
Continuai a fissare il telefono, indecisa.
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Waiting for a sign
Mystery / ThrillerJosie e Tony, una coppia sposata, affrontano una profonda crisi matrimoniale: lui è un uomo ricco e potente, mentre lei fatica a trovare il suo posto accanto a lui. Lei desiderosa di salvare il loro matrimonio, ma l'emergere di segreti e conflitti p...