Pov Josie
Andai a dormire senza di lui, e mi svegliai nello stesso modo. Tony non dormiva molto ultimamente, lo sapevo. Sentivo i suoi movimenti notturni, il fruscio delle coperte quando si girava inquieto. Non mi sorprendeva che fosse già sveglio, probabilmente non aveva chiuso occhio neanche quella notte.
Mi alzai dal letto con la testa ancora pesante di pensieri. Mi infilai una felpa, sentivo che l'aria era fresca quella mattina. Mi fermai per un momento davanti allo specchio. Il mio viso riflesso sembrava straniero, segnato dalla stanchezza e da quel vuoto interiore che si faceva sempre più profondo. Non potevo più ignorare che qualcosa dentro di me era cambiato, come se la Josie di una volta si fosse allontanata, lasciando spazio solo alla stanchezza e alla disillusione.
Mentre uscivo dalla stanza, sentii la sua voce. Era fuori, al cellulare, ancora una volta. Non feci rumore, ma mi bloccai a metà strada, restando ferma di spalle. Non volevo origliare, ma le sue parole erano indistinte, quasi sussurrate. C’era qualcosa di clandestino in quel modo di parlare che mi fece stringere i pugni.
Rimasi lì, immobile, con il cuore che batteva forte, mentre aspettavo che finisse la chiamata. Non ci volle molto. Dopo pochi secondi, sentii il clic del telefono chiudersi, seguito da un profondo sospiro. Fu in quel momento che decisi di girarmi.
Tony stava appoggiato alla ringhiera della terrazza, con il cellulare ancora in mano. Quando mi vide, si irrigidì, sorpreso dalla mia presenza.
“Che ci fai sveglia a quest’ora?” mi chiese, cercando di mascherare il disagio con un tono casuale. I suoi occhi erano stanchi, ma c'era una tensione che non riusciva a nascondere.
Infilai le mani nelle tasche della felpa, cercando di mantenere un’aria calma. “Non avevo molto sonno,” risposi. Poi, lo guardai fisso negli occhi. “Ho avuto modo di riflettere su alcune cose.”
Lui mi osservò per un attimo, forse cercando di capire dove volessi arrivare. “Su cosa?” chiese, la voce carica di prudenza.
“Dove hai dormito stanotte?” chiesi direttamente, senza preamboli. Era una domanda semplice, ma il suo significato pesava come un macigno.
Tony distolse lo sguardo per un attimo, poi fece spallucce, cercando di apparire disinvolto. “Non ho dormito,” rispose, guardando altrove.
Non era la risposta che mi aspettavo, ma forse era anche peggio di ciò che temevo. Il fatto che non avesse nemmeno cercato di dormire, che fosse rimasto sveglio tutta la notte, parlava da solo. C'era una distanza tra noi che si faceva sempre più grande, e lui non faceva nulla per colmarla. Al contrario, sembrava quasi che accettasse quella distanza come un dato di fatto, qualcosa di irreparabile.
Lo guardai a lungo, cercando di trovare le parole giuste, ma dentro di me sapevo che nessuna parola sarebbe bastata a cambiare le cose. “Sai, anche io non ho dormito molto,” dissi infine, con un sorriso triste. “Ma almeno ho riflettuto.”
Lui rimase in silenzio, aspettando che continuassi.
“Stavo pensando a noi,” continuai. “A quello che siamo diventati, a quello che eravamo e... a cosa c’è rimasto adesso.”
Tony abbassò lo sguardo, come se non volesse affrontare quella conversazione, ma ormai era inevitabile. Non c’era più modo di evitare la realtà che avevamo costruito, o meglio, distrutto.
“E cosa hai capito?” chiese infine, la voce più bassa, quasi stanca.
Feci un respiro profondo. “Ho capito che tutto è cambiato, Tony. Non siamo più noi. Tu sei lontano, io lo sono altrettanto. E non importa quante volte proviamo a far finta che tutto vada bene, perché non è così. Non lo è da molto tempo.”
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Waiting for a sign
Misterio / SuspensoJosie e Tony, una coppia sposata, affrontano una profonda crisi matrimoniale: lui è un uomo ricco e potente, mentre lei fatica a trovare il suo posto accanto a lui. Lei desiderosa di salvare il loro matrimonio, ma l'emergere di segreti e conflitti p...