Tu centri?

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Pov Josie

Qualche giorno dopo, ricevetti una chiamata da Jake. Mi invitò a casa sua, e accettai senza pensarci troppo. Quando arrivai, mi accolse con un sorriso caloroso e mi chiese se volevo qualcosa da bere. "Un tè, grazie," risposi.

Mi fece accomodare su una sedia che dondolava leggermente, affacciata su un bellissimo panorama naturale. Il giardino era curato, con una piccola piscina che rifletteva il cielo limpido. La casa di Jake era davvero bella, e mi sorpresi a notare quanto poco ne sapessi, nonostante ci fossi stata solo una volta con Tony.

Jake tornò poco dopo con una tazza di tè fumante. La presi tra le mani, il calore della ceramica mi diede una strana sensazione di conforto. "Hai una casa stupenda," dissi, cercando di rompere il silenzio.

Lui sorrise modestamente. "Grazie, ci ho messo un po' a sistemarla."

Poi il suo tono cambiò, si fece più serio. "Ma come stai, Josie? Davvero."

Sospirai, cercando di mettere ordine nei miei pensieri. "Sto cercando di non arrendermi," risposi, stringendo un po' di più la tazza. "È dura."

Jake annuì, ma il suo sguardo sembrava perso in un pensiero lontano. "La morte di Tony... È una storia strana, sai? Non riesco a togliermi dalla testa che sia stata la sua amante a ucciderlo."

Rimasi a bocca aperta, sorpresa. "Cosa?" lo fissai incredula. "Non ricordo di averti mai detto una cosa del genere." Un brivido mi attraversò, e cercai di nasconderlo soffiando sul tè per raffreddarlo. Bevetti un piccolo sorso, sperando di distrarmi, ma le sue parole continuavano a riecheggiarmi in testa.

Jake mi osservò mentre sorseggiavo il tè, poi con un tono apparentemente casuale, ma con un sottile velo di preoccupazione, mi chiese: "Tu... c'entri qualcosa in tutto questo? O sai qualcosa che gli altri non sanno?"

Lo guardai per un attimo, sorpresa dalla domanda, ma non sentii accuse nel suo tono, solo un sincero interesse. "No, Jake," risposi tranquillamente, scuotendo la testa. "Non so niente di più di quello che sanno tutti gli altri." Bevetti un altro sorso, cercando di allontanare quel pensiero.

Non volevo pensarci più, non in quel momento. "Non parliamo di Tony, per favore," dissi, quasi supplicando. "Non ce la faccio."

Jake mi guardò con comprensione e annuì di nuovo. "Va bene, cambiamo argomento."

Così ci perdemmo in chiacchiere leggere per le ore successive, parlando del più e del meno. Cercai di concentrarmi sulle sue parole, su qualsiasi cosa che potesse allontanare quei pensieri, anche se solo per un po'. Le ore passarono veloci, e mi sentii grata di avere qualcuno come Jake con cui poter parlare, qualcuno che non mi costringesse a rivivere quel dolore, almeno non quel giorno.


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