Capitolo 16

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Una nuova vita in Svezia

Nella nuova casa, mi sentivo in pace con me stessa, immersa nella natura, insieme a Helena.
Avevo tutto quello che potevo desiderare, una splendida casa, il bosco.. ma sapevo, dentro di me, che la pace non sarebbe durata a lungo.. una lunga quiete, prima della tempesta.
Katherine, chiese ai suoi ex colleghi, se avevano il nuovo indirizzo, ma non risultava da nessuna parte. Si ricordò che lei è nata a Stoccolma, e sicuramente voleva ritornare dove era vissuta da piccola. Sapeva anche che le piaceva fare la vita solitaria, e cercò degli chalet nei dintorni. Parti' il giorno dopo per Stoccolma, in cerca dì Jennifer. La sua ricerca durò anni, sembrava scomparsa nel nulla. Dopo altri 4 anni, un suo amico e collega che lavorava a Stoccolma, gli parlò di una località, lontano dalla città, Smaland.
Riconobbe Helena, e la segui', mentre raccoglieva dei funghi. E poi, trovò lo chalet di Jennifer. La rivide dopo dieci anni, era ancora più bella, di come se la ricordava.
Ero di spalle, e dopo sentii una voce, familiare, che mi chiamava. Mi girai.
-Jennifer!
-Ciao. Cosa vuoi?
-Volevo solo parlarti, da tanto che non ci vediamo..sono stata in carcere per sei anni.
-Beh, te la sei andata a cercare!
-Ti ha convinto, la tua ragazza, Helena, a denunciarmi?
Dopo un po', risposi.
-eri troppo strana quel periodo, e se ne è accorta.. che stavi sempre davanti a casa mia, spiandoci dalla finestra. Si sentiva osservata e non è una bella sensazione. Ti conviene andare via, chiamerà la polizia se ti rivede.
-Volevo solo stare un po' con te.
-Non ho un buon ricordo di te, hai ucciso il mio ex, e mi hai torturato. Non vedo perché dovrei parlarti. Non sei più neanche dell'FBI.
-Non lavoro più nell'FBI. Mi hanno tolto l'incarico, e i delitti in California sono stati archiviati, senza nessuna prova di chi sia il killer. Con la buona condotta, ho ancora la mia vecchia scrivania, in polizia, a Mosca.
-Comunque ti consiglio di andartene, anche se sei della polizia. Hai già una denuncia per stalking.
-Volevo solo dirti che mi dispiace, per quello che ti ho fatto, e spero che un giorno, tu possa perdonarmi.
-Vattene via!
Lei era in lacrime, vedendomi arrabbiata.
Dopo si allontanò.
Mi confidai a casa, con Helena.
-indovina chi c'era davanti casa!
-Chi?
-La poliziotta!
-Ancora?
-Già!
-Mamma mia che rompipalle, questa!
-L'ho mandata via, era in lacrime.
-Si è innamorata!
-Credo di sì, ma non me ne importa!
-Brava amore!
una donna così..malata, ossessionata, da te, non vale la pena starci a perdere tempo! Hai fatto bene a denunciarla!
Se la rivedo, chiamo la polizia! Te lo dico apertamente!
Certo tesoro!
Anche se è innamorata, non può stalkerarti a vita! Torna in carcere, è quello il suo posto!
Già!
Poi ha ammazzato il tuo ex, nel sonno, è pericolosa se entra in casa.
Si !
Come ci ha trovato?
Forse perché è ancora poliziotta.
Uff, che palle!
Dovremo trovare un posto ancora più isolato .
Già.
Ma più isolato, di questo, non esiste amore!
Già ahaha !
Ahaha!
Siamo nel bosco, ci sono solo gli animali a farci compagnia, i lupi, la civetta.
Già è bellissimo!

VOCE NARRANTE:

Intanto Katherine, tornò a casa. Viveva in un piccolo chalet, non tanto distante da Jennifer.
Guardava dalla finestra, si sentiva sola.
Sperava che un giorno, l'avrebbe perdonata.
Dopo tutti questi anni, Jennifer si era rifatta una vita, senza di lei.. e non riusciva a sopportarlo, l'unica cosa che desiderava, era rimanere con lei per sempre.
Ritornava ogni notte, a casa di Jennifer,  trovando sempre il modo di entrare.
La osservava, mentre dormiva, accarezzandole i capelli.
E odiava, la donna con cui stava insieme, Helena. Se non ci fosse stata insieme, probabilmente sarebbe rimasta in California, nella sua villa, che sentiva anche un po' come casa sua.
Aveva sentito che Helena, voleva liberarsi di lei, uccidendola con il veleno.. presa da una fortissima rabbia, prese la pistola e la uccise, sparandole in testa..
Jennifer, sentendo lo sparo, si svegliò subito.  Guardando al lato del letto, vedeva il corpo insanguinato di Helena, ormai senza vita.
-Helena!
-Troverò chi è stato, te lo giuro! e lo uccidero'.
Il giorno dopo, ancora in lacrime, osservava la polizia che portava via il corpo di Helena. Sul posto, era arrivata anche Katherine.
-mi spiace per la tua ragazza..non sai chi potrebbe essere stato?
-no!
-Aveva nemici, magari un suo ex?
-Non lo so, non ho voglia di parlare.
-Jennifer, c'è stato un omicidio in casa tua, e devo interrogarti.
-Ok.
-Hai qualche tuo ex, che potrebbe aver reagito, così in modo da ucciderla? Geloso della vostra relazione?
-Uhm.. no
-Pensaci bene..
-Non mi viene in mente nessuno al momento.
Vorrei rimanere da sola, se è finito l'interrogatorio.
-Va bene, chiamami se ti viene in mente qualcuno, questo è il mio numero.
Ok.
Katherine voleva essere più dolce e gentile possibile, in modo che Jennifer si fidava di lei.
Il giorno dopo, bussò alla porta.
-chi è?
-Sono Katherine.
-Ah ciao.
-Come hai passato la notte?
-Ho dormito poco.
-È un brutto periodo, per te, non è un bene, che rimani da sola..facciamo qualcosa insieme, magari ci vediamo un film..
-Perché sei qui?
-Volevo solo vedere come stavi.
-Ora che mi hai vista, puoi anche andartene, quella è la porta!
-mm che carattere!
-lo noti solo ora?
-No, ti conosco bene..prova a fidarti di me..
-Di te? No! Assolutamente no. Mi è bastato vedere come sei fatta.. il carattere e tutto il resto, prova ad andare in quei pub, in città, li di sicuro ti diverti, è pieno di uomini! 
-Voglio stare con te.
-E io non ti voglio! È casa mia, fuori di qui! Quella è la porta!
Intanto mi dirigevo in camera da letto. Mi girava la testa, non avevo mangiato nulla. Caddi per terra, perdendo i sensi.
-Jennifer!
Katherine, mi mise sotto le coperte. Mi addormentai. Il giorno dopo, era ancora qui, a casa.
-che ci fai ancora qui?
-Ieri hai perso i sensi, ti ho messa sul letto..da quanto tempo che non mangi?
-Dall'altro ieri.
-Non va bene! Devi mangiare!
-Ti faccio un po' di carne, e verdure. E sei anche calda, hai la febbre!
-Hai le medicine?
-No.
-Vado a comprarle!
Mi misurò la temperatura, avevo quasi 39 di febbre. Mi diede le medicine ma la febbre non si abbassava. Chiamò il medico.
non puoi far nulla, per lei ora.. è entrata in coma.
-In coma?! Come può essere?
È la reazione collaterale dei medicinali e quel medicinale, che le hai dato, mischiato ad un altro, ha contribuito a farla entrare in coma. Ci vorranno giorni, o addirittura anni, prima che si risveglia, devi avere pazienza.. bisogna portarla in ospedale, li avrà le cure, e tutto quello che le serve per sopravvivere.

VOCE NARRANTE:

Katherine, era in lacrime. In ospedale, le teneva la mano, non la lasciava mai. Il medico, le diceva spesso di tornare a casa, ma lei era sempre lì.
Jennifer, cominciò a muovere le dita della mano destra, e Katherine era tutta felice, dicendo al medico che aveva mosso le dita. Lui le spiegò che era un riflesso involontario, ma lei non si diede per vinta.
Dopo tre anni, Jennifer si svegliò, confusa, e disorientata.
-dove sono?
-In ospedale amore, sei stata in coma per tre anni!
-Come stai Jennifer? Mi chiese il medico, un po' apprensivo.
-Mi sento disorientata.
-Hai giramenti di testa?
-Per ora no.
-Sei stata in coma per tre anni, dovrai fare fisioterapia, per vedere come ha reagito il tuo corpo, sei stata ferma per un po'. Fatti tutti i controlli, potrai tornare a casa.
-Ok dottore.
-La tua ragazza era vicina a te, sempre, giorno e notte. Le dicevo di tornare a casa, ma è testarda come un mulo!
-La mia ragazza? Non mi ricordo di lei.
-Non ti ricordi di me, amore?
-No, mi spiace.
-Che ha dottore? Perché non si ricorda di me?
Forse il coma, le ha tolto un po' di ricordi, dalla mente, una specie di amnesia. Nessuno sa cosa può succedere, quando si entra in coma, e i danni collaterali che può provocare a lungo termine, come il caso della sua ragazza.
Piano piano ricorderà, è solo questione di tempo.
-Ok dottore.
Facciamo tutte le analisi..però tornata a casa, non affaticarti, stai riguardata, almeno i primi giorni.
Pochi giorni dopo, tornai a casa.

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