Prologo

24.7K 394 23
                                    

Sangiovanni si passò una mano tra i capelli, buttando gli occhi al cielo per il nervosismo.
Era la quinta volta che provava a prendere quella nota ma, per un motivo o per un altro, non gli riusciva mai.
<< C'è qualche problema, Sangio? >>
Rudy Zerbi, seduto di fronte a lui su un'enorme poltrona in pelle, lo guardava senza capire cosa gli stesse passando per la testa.
Quando lo aveva scelto come allievo aveva scherzato sul fatto che nella sua testa girasse un cricetino che gli mordicchiava i pensieri, ma mai come quel giorno quell'immagine sembrava azzeccata: c'era qualcosa che lo tormentava, un tarlo che neppure la sua ostinazione riusciva a scacciare.
<< Si, si, tutto bene >> mormorò, continuando a tormentarsi i ricci scuri.
Rudy non demorse.
<< Sicuro? >>
No, non lo era.
Ma non poteva certo dirgli la verità.
Che poi, la verità qual era? Cos'era che gli tormentava la mente a tal punto da non lasciarlo neppure cantare?
<< Sicuro, riproviamo >>
Rudy fece partire ancora una volta la base.
Il pezzo che gli aveva assegnato era "Vita Spericolata" di Vasco, uno dei brani che amava di più in assoluto e che aveva ovviamente riarrangiato a modo suo. 
Quello era uno dei motivi che lo avevano spinto a scegliere proprio Rudy come professore: la possibilità di esprimersi per com'era, senza necessariamente doversi omologare per soddisfare i gusti altrui.
Perché Sangiovanni, a differenza di molti altri alunni di quell'edizione, sentiva di avere una propria personalità e non c'avrebbe rinunciato per nulla al mondo.
Neppure per quel pensiero che, per l'ennesima volta, gli fece stonare l'acuto del ritornello.
Merda.
Rudy stoppò la base, guardandolo con l'aria più seria che gli avesse mai rivolto.
<< Che succede? >> chiese ancora, aggiungendo poi << La verità, di grazia >>
Il ragazzo sbuffò, mettendosi a sedere sul pavimento di parquet chiaro.
Quella che stava per avere era la conversazione più imbarazzante della sua vita e pregò il Dio in cui non credeva neppure che non la trasmettessero nella striscia quotidiana.
<< Sono distratto >>
<< Questo l'ho capito, ma perché? >>
Sbuffò ancora, gli riusciva piuttosto bene.
<< Una ragazza? >>
Rudy era troppo intelligente, o forse lui era diventato troppo poco enigmatico.
Fatto stava che si, c'avevo preso eccome.
Annuí.
<< La tua fidanzata? com'è che si chiama? >>
Per poco non si affogò con la sua stessa saliva.
Cosa ne sapeva Zerbi di Margherita?
Annuì debolmente, non perché fosse vero ma perché, se mai avessero mandato in onda quella figuraccia, almeno la sua ragazza non avrebbe imprecato contro di lui in tutte le lingue che conosceva.
La verità era che no, non era Margherita la ragazza a cui aveva pensato quando aveva annuito alla frase di Rudy, non era lei quella che lo stava distraendo a tal punto da sbagliare per cinque volte di fila la stessa nota.
<< È successo qualcosa, avete litigato? >>
Zerbi ci stava provando sul serio e lui gli era grato per quello, ma allo stesso tempo non poteva davvero essere sincero, non con tutte quelle telecamere puntate addosso.
<< Si >> mormorò allora ma poi, ripensando a Marghe che guardava il programma, aggiunse << Cioè no...solo che, boh... >>
Non sapeva cosa dire.
Gli capitava spesso di perdersi nei propri discorsi, ma mai come quella volta non sapeva proprio cosa inventarsi.
Allora fu Rudy a sbuffare.
<< Sangio, non posso aiutarti se non mi spieghi cosa succede. E non posso continuare a sentirti sbagliare la stessa nota, non quando sei perfettamente in grado di arrivarci >>
<< Hai ragione Rudy >> si affrettò a rispondere, giusto per non rischiare di passare dalla padella alla brace.
<< È solo che sono un po' stanco >> provò allora, anche se la faccia del professore gli faceva palesemente capire quanto quel tentativo di rimediare fosse inefficace.
<< Domani andrà benissimo, promesso >>
Rudy gli sorrise debolmente, congedandolo poi finalmente e dandogli il permesso di tornare in saletta.
Una volta solo, Sangiovanni si prese il volto tra le mani e provò l'irrefrenabile desiderio di urlare.
Non poteva ridursi così, non per uno stupido balletto, non per lei.
Che poi, prima di quel giorno, quando mai l'aveva guardata?
Avevano fatto amicizia fin da subito, era vero, ma non gli era mai passato per la testa che lei potesse attrarlo fisicamente, non aveva mai pensato a lei in quel senso.
Poi era arrivata Veronica Peparini e aveva cambiato ogni cosa.
Ricordava ancora quando Maria aveva annunciato le assegnazioni tramite lo schermo in saletta: di solito, quando arrivava il turno dei ballerini, lui era già da un'altra parte con la testa.
Eppure quella volta, per qualche strana ragione, aveva ascoltato fino alla fine.
Maria aveva pronunciato il nome della ballerina e poi, con la sua voce monocorde, aveva letto le parole della sua professoressa di danza.
<< Ho deciso di assegnarti una coreografia all'insegna della sensualità e della passione, un assolo che ballerai tra due settimane così da prepararlo al meglio.
Per rendere la cosa più stimolante, lo ballerai per uno dei tuoi compagni, così che io possa vedere il modo in cui cerchi di sedurlo ed ammaliarlo con la tua danza. >>
Maria si era un attimo interrotta, mentre nella saletta volavano una serie di commenti divertiti.
Lui stesso era stato piacevolmente sorpreso della cosa, anche se faticava ad immaginare la sua compagna in quel tipo di coreografia.
Insomma, era indubbiamente una bella ragazza e per quanto ne capiva lui ballava molto bene, ma la sensualità, beh...quella non era di certo una delle sue doti.
<< Sono sicura che tu possa svolgere al meglio anche questo compito, ci vediamo domani per iniziare a montare la coreografia. In bocca al lupo. Veronica >>
I ragazzi avevano preso a ridacchiare, mentre la ballerina si mordicchiava il labbro a disagio.
<< Embe Maria, chi è il fortunato? >> aveva chiesto Leonardo, incuriosito e divertito allo stesso tempo.
Maria gli aveva sorriso dall'altra parte dello schermo.
<< Tu che dici Leo, secondo te chi è il più difficile da sedurre? >>
Il cantante aveva ridacchiato, mentre la ballerina gli prendeva a pugni il braccio in preda all'imbarazzo.
<< Sebastian! >> aveva esclamato poi lui, facendo scoppiare a ridere tutti quanti.
Sangiovanni aveva scosso la testa divertito: per quanto pensasse che l'unica cosa su cui lui e suoi compagni dovevano concentrarsi fosse la musica, quella fissazione per Sebastian divertiva un po' anche lui.
<< Purtroppo Sebastian non è uno degli allievi di quest'anno. >> aveva continuato Maria, distruggendo i sogni della ballerina che aveva preso a ridere come solo lei sapeva fare.
<< Veronica ha scelto uno di voi invece, quello che le sembrava il più difficile tra tutti >>
E, prima che pronunciasse il suo nome, lui in qualche modo lo aveva già capito.
<< Sangiovanni >>
Un coro di "o" divertito si era levato per tutta la sala mentre, dalla parte opposta degli scalini rispetto alla sua, Giulia aveva preso a fissarlo imbarazzata. 

Note dell'autrice:
1) La storia è incentrata su Sangiovanni e Giulia, ma fatti ed avvenimenti sono frutto della mia fantasia e pertanto potrebbero discostarsi dalla realtà. 
2) Per motivi di trama (e per fingere di non essere nel pieno di una pandemia globale) la storia non terrà conto delle restrizioni dovute al Covid.

LADY // SanGiovanni Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora