Eravamo seduti in cerchio, uno davanti all'altro. Guardavo i poeti, spostando gli occhi ritmicamente, da destra verso sinistra. Omero aveva lo sguardo lontano, era perso in un mondo lontano e sconosciuto, Orazio invece teneva lo sguardo fisso su Cicerone, che ricambiava le sue occhiate con un sorriso rassicurante. Entrambi, cercavano conforto nella presenza dell'altro, lo spavento di prima li aveva destabilizzati, e di sicuro io non ero stata d'aiuto. Forse correre verso Virgilio non era stata un'idea ben pensata, ma ne era valsa la pena; ora era al sicuro. Disegnavo cerchi in terra con un bastoncino, ma pensavo ad altro. La paura di Lucifero non mi era passata affatto. L'avvertimento di Brunetto mi riecheggiò in testa:
"L'unica cosa che posso consigliarvi, è non farvi ingannare. Il Diavolo fu il primo ad ingannare, e sarà disposto a farlo ancora."
Cosa significava quell'indizio? Lucifero avrebbe cercato di ingannarmi, ma come? Non riuscivo ad immaginarmi una scena diversa da quella che si era appiccicata sui miei occhi. Lucifero che mi sventrava usando i suoi denti aguzzi. Nonostante la consapevolezza che il diavolo fosse scaltro, e quindi più propenso ad usare la parola per fuorviare le persone, avevo un'amara sensazione che mi si era bloccata nell'esofago. La sensazione assurda che sarebbe andata peggio del previsto. La mia attitudine positiva si trasformò in una specie di arma a doppio taglio, pronta a farmi in due in pochi secondi.
Ovidio intanto, mi guardava preoccupato, e poco dopo esordì dicendo:
"Tu hai paura non è vero?"
Alzai il capo senza guardarlo, annuii
"Non capisco come una donzella così coraggiosa possa aver paura di cose così piccole..."
Stavolta gli lanciai un'occhiataccia, lui corrugò la fronte
"Era per elogiarti Antonia..."
"Lo so, ma ho ancora i miei timori Ovidio..."
Lui si girò verso Virgilio, che si era assopito su un masso. Doveva essere esausto dalla lotta con i diavoli. Lo osservai e mi presi tutto il tempo necessario. Mentre dormiva, Virgilio assumeva l'aspetto di ogni comune mortale. Indifeso, debole e delicato. Ma la sua anima era la più acuminata tra tutte, e questo lo sapevo fin troppo.
"Antonia devi cercare di stare tranquilla" disse ad un certo punto senza aprire gli occhi. Distolsi lo sguardo imbarazzata, non avevo intenzione di svegliarlo.
"Virgilio io..."
"Ti prego, non dire nulla. Ero sveglio."
"No intendevo, so che ti ho già rivolto le mie scuse, ma pensavo..."
"Io devo chiederti scusa Antonia. Non ho mantenuto la mia promessa, io ti giurai protezione fino alla fine del nostro viaggio, invece ti ho abbandonata. Questo di sicuro mi rende una persona pessima"
"Stai scherzando spero?" dissi facendo un sorriso
"Tu sei Virgilio! Sei tra i favoriti di Augusto, sei la guida, il maestro di Dante Alighieri, sei la MIA guida. E tra tutti i sapienti del mondo antico, non c'è persona che possa essere paragonata a te"
Accennò un sorriso, sospirando disse: "questo significa che mi perdoni?"
"L'ho già fatto"
Poi mi rivolsi agli altri poeti, "senza togliere nulla a voi..."
Si guardarono divertiti e annuirono.Cinque, anzi, sei poeti, sedevano in cerchio in cerca di un segno. Un input per andare avanti. Ma una persona, un tassello mancante li bloccava. Ero io.
Non potevo fare affidamento su me stessa in quel momento, ero troppo terrorizzata all'idea di procedere verso l'ignoto. E la velocità con cui mi ero recata nelle bolgie, era già allucinante di per sé. Perciò volevo trovare qualcuno che mi incoraggiasse ad andare avanti. E io li avevo proprio davanti a me, i cinque poeti.
"Forse non sono così coraggiosa quanto pensate..."
I poeti mi fissarono sbalorditi
"Spero tu stia scherzando..." mi disse Cicerone "Ti sei battuta con coraggio per salvare il tuo amico, dovresti esserne fiera"
"Sì, ma un conto è affrontare dei diavoli, un altro è affrontare Lucifero in persona"
Rimanemmo in silenzio per un momento, poi Orazio cominciò a parlare.
"Essere coraggiosi non vuol dire non avere paura Antonia..."
Mi girai verso di lui.
"Vuol dire andare avanti, nonostante il panico più totale"
Sorrisi, avevo gli occhi lucidi, quei poeti si fidavano di me.
In quel momento mi sentii più forte, più fiduciosa. Avevo ancora paura, ma stavolta sarei riuscita a mantenere la calma.
"Incredibile, non riuscivo a far commuovere le persone da quando..."
Orazio si interruppe e abbassò il capo, probabilmente i ricordi della sua vita passata erano riaffiorati. Io lo guardai sorridendo, "grazie Orazio..."
"Grazie a te, mi hai fatto ricordare che gli uomini in vita provano ancora delle emozioni, e questo mi rende felice..."
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Questa non è una commedia. "Inferno"
Historical FictionUna volta scelta la vita monastica, Antonia Alighieri, la figlia di Dante, decide di dedicarsi alla poesia per continuare la tradizione dell'amato padre. Un giorno però, caduta in uno stato di trance, Antonia si ritrova nella selva oscura e incontra...