4. Cerchio due: la tempesta

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Camminavamo lentamente, facendo attenzione. Per qualsiasi cosa dovevo aggrapparmi a Virgilio.
In quel momento lui era la mia unica salvezza.
Il vento era troppo forte, capivo che in quel posto i lussuriosi dovevano essere sbalzati qua e là. Il vento mi attraversava completamente, mi sentivo sollevare da terra. La potenza di quel vento mi trascinava via. Abbracciavo Virgilio. Mi sentivo un po' in imbarazzo. Non avevo mai abbracciato nessun uomo eccetto mio padre. Volevo fosse lì con me in quel momento. Avanzavamo tenendoci stretti. Non volevo lasciarlo andare. Il mio mantello mi copriva abbastanza ma sentivo freddo. Non potevo arrendermi. Cominciai a tremare, perché il vento non cessava? Forse Dio non sapeva che fossimo lì in quel momento? Ma certo che lo sapeva solo che...non capivo. Il vento era sempre più forte, caddi a terra. Virgilio si voltò rischiando di andare a sbattere contro una parete rocciosa.
"Antonia alzati ti prego... non puoi mollare!"
Cercavo di rialzarmi, volevo farmi coraggio, ma non ci riuscivo. Ad un certo punto, non ce la feci più... mi lasciai andare. Il vento mi spazzò letteralmente via. Sentivo il mio corpo sbattere violentemente contro le rocce, il vento della passione... ti porta a sbattere contro la dura realtà. Il vento mi stava facendo percorrere enormi distanze... non sapevo dove stessi andando. Lasciavo che la tempesta mi portasse via.
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Correvo per il cortile, mi sentivo libera, era una giornata ventosa. Firenze lasciava entrare certi spifferi! Mio padre mi rincorreva a perdifiato. Ad un certo punto dovette fermarsi a riprendere un po' d'aria. Io, preoccupatissima, correvo verso di lui.
"Tutto bene papino?"
A quel punto mio padre, approfittando della mia sensibilità, mi prendeva in braccio facendomi roteare ventitré volte.
"Non vale papà! Non ero pronta..."
Rideva e poi mi metteva giù. Quel giorno in particolare mi disse una cosa abbastanza sconcertante.
"Vedi piccolina, le ragazze quando diventano grandi devono stare in casa. So che può sembrare crudele ma... le donne sagge cuciono."
"E io sono saggia?"
Sorrise.
"La più saggia di tutte!"
"Ma non capisco perché non posso uscire con le altre ragazze"
"Non sarai l'unica tesoro...anche le altre staranno a casa."
"Ma perché i maschi possono uscire e le femmine no? Perché sono stupide?"
"No tesoro! Assolutamente! Le donne sono intelligenti solo che... Dio ha creato l'uomo e la donna per scopi diversi."
"Ad esempio?"
"Beh voi donne preparate da mangiare, badate ai bambini e alla casa... e ti assicuro che prendersi cura di un bambino non è affatto semplice."
"Lo so ma io non voglio badare ai bambini, nemmeno mi piacciono! Io voglio scrivere poesie."
"E puoi scriverle se vuoi ma... a casa tesoro."
"Ma io voglio guardare la natura mentre scrivo, come fai tu! E poi voglio scrivere di Beatrice!"
"Ognuno ha la propria musa piccolina, forse la troverai anche tu..."
"Si ma io sono una femmina quindi voglio scrivere ad un maschio..."
"Ehm non credo si possa far..."
"Avrò la mia musa... no aspetta, il mio... MUSO!"
Mio padre si mise a ridere di gusto. Poi mi abbracciò.
Io, ancora avvinghiata a lui:"Ma dove l'ha detto Dio che devo restare a casa?"
"Non lo so tesoro"
"Nella Bibbia?"
"Credo di sì ma non ricordo"
"Allora la leggerò io... e se non trovo nulla cambierò le regole!!"
"Ma la Bibbia è in latino!"
"Allora imparerò il latino!! E poi la tradurrò in volgare così che tutti potranno capirla!"
Mio padre non disse nulla, si staccò dall'abbraccio, mi guardò per un instante poi mi toccò la punta del naso.
"Sei caparbia, come tuo padre"
Sorrisi soddisfatta.
"Dai giochiamo ancora, stavolta ti concedo qualche minuto di vantaggio."
A quel punto ricominciavo a correre con il vento tra i capelli. In quell'istante, l'unica cosa reale, era la brezza Fiorentina.
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Mi risvegliai con un terribile dolore alla schiena. Non sapevo dove fossi, sapevo solo che il vento non c'era più. Dubbiosa provai ad alzarmi ma la schiena mi faceva malissimo. Ecco che mi trovai davanti Virgilio. Era preoccupato da morire.
"Stai bene?! Dove ti fa male?! Hai qualcosa di rotto? Come ti senti? Hai fame? Oppure sete? Hai una commozione cerebrale?"
"Woe woe!! Piano con le domande" dissi a voce bassa "dove siamo?"
"Siamo usciti dal cerchio dei lussuriosi" disse lui con tono serio. Mi aveva messo il suo scialle addosso e aveva acceso un fuoco. Ma che premuroso!
"Come ci siamo arrivati qui?"
"Dopo che il vento ti ha trascinata via, sono venuto a cercarti, una volta trovata ti ho messa qui... così sei al riparo dal vento."
Feci un sorriso nascosto, risposi: "grazie..."
"Figurati, avevo paura che fossi morta ma sei tosta!!"
"Non mi arrendo facilmente"
Rimanemmo in silenzio per un po'. Restai parecchio a guardare il poeta riccioluto davanti a me. Il misterioso ed impaziente Virgilio. Apprezzavo il fatto che mi avesse aiutata anche se, mi dispiaceva doverlo portare con me.
"Sai mi stavo chiedendo... come mai Dio non ha fermato il vento? In fondo sapeva che fossi nel primo cerchio, giusto? Non mi ha mandato lui?"
"Certo che sì..."
"Allora come mai ho rischiato di morire?"
"Beh ecco... le vie di comunicazione con il Paradiso sono state interrotte, l'intero sistema è sull'orlo del crollo. Credo sia per questo che non ti ha aiutato"
Ero un po' scettica e Virgilio sembrava strano, non era convintissimo di quello che diceva. Forse era solo un po' in ansia. Gli avevo fatto prendere un bello spavento.
" Qui è sempre così buio?"
"Si ma mai quanto il limbo..."
"Ti piace lì?"
"Nel senso, si sta bene ma... spero invano di vedere Dio"
"Sembra una cosa ingiusta?"
"Secondo me sì, insomma non è colpa mia se nell'antica Roma adoravano falsi dei."
Capivo cosa intendesse. Essere puniti per non aver commesso nulla. Come quella volta che mia madre mi aveva messo in punizione perché mio fratello mi aveva incolpato per aver rotto il suo vaso preferito. Ci ero rimasta davvero male!
Ovviamente erano solo cosette da bambini ma mi aveva fatto riflettere. Le bugie fanno molto male.
" Dimmi... ai tuoi tempi le donne potevano comporre poesie?"
Mi guardò perplesso
"Credo di sì ma non potevano partecipare alla vita sociale...perché me lo chiedi?"
"Per curiosità " dissi abbassando il capo.
Non volevo mostrare la mia debolezza, dovevo essere forte... per il bene dell'umanità.
"Comunque penso che le donne sappiano far trasparire di più le loro emozioni nelle poesie..."
Alzai la testa:"Davvero?"
"Si, nel senso voi donne siete più emotive, più sensibili, cogliete le emozioni più intensamente, ma sapete anche mantenere il sangue freddo. Non è facile!"
Rimasi a fissarlo sbalordita, quel poeta sapeva il fatto suo. Ero colpita.
"Qual è il prossimo cerchio?"
"I golosi, dovrai stare attenta a Cerbero!"
"Ci proverò, quel cucciolo non mi sfiorerà, d'altronde è solo un cane gigante!"
Virgilio mi guardò perplesso.
Ricambiai lo sguardo, un sorrisetto mi sporgeva dalle labbra.

Questa non è una commedia. "Inferno"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora