13. Bolgia due: Taide

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Non potevo farcela, no non sarebbe finita così, eppure lo sentivo.
Io a terra morta, potevo già sentire il puzzo del mio cadavere.
Virgilio, dovevo trovare Virgilio! Dov'era? Io l'avevo mandato via... ero una sciocca, un'insensata. Era tutta colpa mia. Quando lo scoraggiamento prese la meglio, mi inginocchiai. Strinsi le mani in un pugno solo, e supplicai. Le mie ansietà, le mie paure, i miei peccati. Gettai tutto il mio peso su Dio, affidando a lui tutto il mio dolore.
In quel momento sentii una forza nuova in me, una pace indescrivibile. Era evidente che Dio mi stesse infondendo potenza, oltre ciò che potevo pensare. Finalmente mi sentii sollevata, lo ringraziai nuovamente. Presa da uno spirito di iniziativa, marciai sicura verso la bolgia seguente, sicura che Dio mi avrebbe aiutata. Ora sapevo che fosse con me.
Aiutata da un nuovo senso di sicurezza, mi recai verso l'odore soave di sterco che mi si era introdotto nelle narici. Cercai di respirare con la bocca, ma l'aria era bollente. Dovetti resistere.
Il mio cammino procedeva rapidamente, era come se quella forza mi impedisse di retrocedere, di indugiare. Avevo finalmente ritrovato la voglia di continuare. Anche se nel profondo, mi mancava Virgilio. È vero, non sarei potuta tornare indietro, avrei pagato le conseguenze delle mie azioni. Ero pronta a farlo.
La Commedia risuonò nella mia testa, il disprezzo dell'Alighieri verso gli adulatori mi faceva rabbrividire.
A passo sostenuto, sfrecciavo accanto le pozze di sterco. I dannati sembravano non essere lì dentro, ma se non si trovavano lì...allora dove si erano cacciati? Mi voltai e scoprii la verità. Tutti gli adulatori stavano seduti sulle pietre sparse qua e là. Non ce ne erano tanti, ma erano comunque numerosi. Il loro modo di parlare e di muoversi rispecchiava il loro peccato. Tutti si facevano i complimenti a vicenda, ostentavano lusinghe e grazie. Li guardai incuriosita, una dannata si accorse di me e fece segno a tutti di tacere. Gli adulatori si girarono verso di me, e per l'ennesima volta mi sentii in soggezione.
"Possiamo fare qualcosa per te cara?"
"Ecco io..." provai a dire.
"Ti sei persa per caso?" chiese la donna con tono "preoccupato". Non capivo se fosse veramente interessata o se stesse soltanto usando le sue tecniche da ruffiana. Scossi la testa. A quel punto la donna si alzò, si scrollò la polvere dalle cosce e disse: "Continuate pure cari!"
Si diresse verso di me. Feci un passo indietro.
"Oh non preoccuparti tesoro, non sono un diavolo malefico, non ti farò nulla"
Mi mise la mano su una spalla, sorrise. Sembrava un sorriso molto cordiale, anche se cercavo di capire le sue intenzioni.
"Come ti chiami ragazza mia?"
"Sono Antonia..."
"Antonia...cognome? Casata? Famiglia...non si lasciano le frasi a mezz'aria"
Sembrava essersi innervosita. Intuii che doveva trattarsi di una donna abbastanza insolente, che ottiene quello che vuole.
"Alighieri. Vengo da Firenze"
A quel punto la donna fece una smorfia. Delle leggere fossette le contornavano il viso. Era molto bella, su questo non c'erano dubbi. Pelle bianca, capelli leggermente ramati e occhi grigi. Pensai che doveva trattarsi di una dama di corte o cose del genere.
"Alighieri, mi fa tornare in mente un ceffo che è venuto qui tempo fa, neanche mi aveva conosciuto e già mi aveva dato della prostituta"
Feci un sorriso forzato. Probabilmente ero sbiancata, dato che la donna mi chiese: "Tutto bene? Ti senti chiamata in causa?"
"No, io ecco insomma..." balbettai imbarazzata.
"Lascia stare, i chiacchieroni non mi piacciono" mi zittì lei "Comunque il mio nome è Taide"
Mi porse la mano e gliela strinsi. Taide mi fece sedere vicino a lei. Quello che seguì, fu una lunga conversazione.
"Quindi tesoro cosa ti porta qui? Tutta sola, senza nessuno a difenderti"
"Ecco io sono qui per svolgere una missione. Virgilio avrebbe dovuto accompagnarmi ma ecco..." la mia voce si ruppe per un secondo, continuai "Ma io gli ho mancato di rispetto e...se ne è andato"
Taide sembrava interessata dall'ultima parte: "Un classico, gli uomini sono così permalosi. Ti dicono "Fai quello che vuoi" ma poi se li fai arrabbiare ti fanno tagliare la testa"
La guardai perplessa: "Ti è capitata una cosa del genere?"
"Beh non proprio, diciamo che ero al servizio del grande soldato Trasone, e per servizio intendo... esclusivo..."
Inarcai un sopracciglio e annuii.
"Vedi lui era il massimo per me, a quei tempi si guadagnava bene, specialmente se lavoravi a corte. E per un periodo, ho pensato che lui mi amasse. Parliamoci chiaro, per una come me, essere al cospetto di un uomo possente ed affascinante non era cosa da poco. Ma vedi mia cara, finché sei fragile e vulnerabile, agli uomini fai comodo. È quando si rendono conto di quanto tu sia forte, che ti voltano le spalle."
Distolsi lo sguardo e dissi: "Ma Virgilio non mi ha abbandonato per quello."
"Mia cara, gli uomini cercano di farti credere che senza di loro non vali niente, e per un po' io ci ho creduto. Ma ti assicuro che se sei arrivata qui senza di lui, sei più forte di quanto pensi"
"E a te cosa è successo?"
"Mah, sapessi" disse lei sbuffando "Una frase fraintesa e sono finita qui."
"Come mai?"
"Vedi, io sono considerata un'adulatrice. Ma se dovessi dirti cosa ho fatto per aver meritato ciò, ti direi che ho semplicemente risposto con enfasi all'affermazione del mio Trasone. "Sei soddisfatta mia Taide?" "Si moltissimo!" Evidentemente al signor Alighieri come si chiama, la risposta non è piaciuta. Ho esagerato! Ma no, come potevo esagerare, Trasone era l'unico uomo che io avessi veramente amato. Ero pronta a dargli tutta me stessa, ma Durante ha rovinato tutto."
Ero desolata, mio padre aveva involontariamente rovinato la vita a quella povera donna.
"E tu Antonia? Uomini con cui è andata a finire male?"
"Oh no io sono una monaca."
Fece un'espressione perplessa. Ah giusto, non poteva saperlo. Gli spiegai il tutto e alla fine del mio discorso, lei irruppe in una risata divertita.
"Mia cara, di sicuro le delusioni tu non le avrai. Almeno per quello sei apposto!"
"Ma insomma Taide, gli uomini non sono tutti dei mostri, ci sono anche brave persone."
"Si ma, ai miei tempi, nella società essere una donna significava due cose. O essere una madre di famiglia e dimenticare di esistere, o fare la prostituta. E per gli uomini andavi bene solo se ubbidivi e facevi quello che dicevano. Non credere poi che essere prostituta fosse più vantaggioso, "il prezzo lo stabilisco io", "Sei stata fatta solo per compiacermi", "una volta finito tutto rimani sempre una prostituta". Tesoro, gli uomini ci hanno insegnato che l'unica cosa che possiamo decidere veramente, è quando morire. A meno che non ti facciano ammazzare loro ovviamente."
Capivo il senso del suo discorso, anche nella mia società funzionava così. Se pensavo alla vita che conducevano le mie vecchie compagne di gioco, potevo afferrare il concetto di inferiorità che si portavano dietro.
"Mio padre mi diceva che gli uomini e le donne sono stati creati per scopi diversi..."
"Nella loro concezione, loro al potere, noi a casa o nei bordelli"
"Ma è anche vero che Dio creò la donna come complemento per l'uomo."
Fece un faccia contrariata: "Cosa intendi?"
"Pensaci bene, quando parliamo di un concetto esprimiamo un soggetto e un predicato. Ora pensa ad una frase, una qualsiasi con soggetto e predicato"
Rimase a guardarmi confusa per un attimo, poi si girò a riflettere.
"Il ragazzo cammina"
"Come ti sembra questa frase? Ti comunica sensazioni, emozioni, visuali?"
"Sembra incompleta..."
"Ora prova ad aggiungere dei complementi"
Come se avesse afferrato il senso del mio esempio, a Taide si illuminò il viso:
"Il ragazzo cammina...sulla spiaggia, al tramonto, scalzo, con accanto la sua ragazza e il suo cane."
"Che immagine ti da ora?"
"È una bellissima situazione, ora la frase sembra completa!"
"È proprio questo il punto! Il complemento serve ad abbellire, ad arricchire, a spiegare, a COMPLETARE la frase. Solo a quel punto la frase può veramente comunicarti qualcosa. Questo ti fa capire che senza una donna, l'uomo è un soggetto sospeso."
"E il predicato cosa rappresenterebbe?" chiese Taide scherzosamente.
Sorrisi.
"L'amore che lega i due, e che dovrebbe alimentare il loro rapporto. Senza predicato, né il soggetto né il complemento hanno senso da soli."
Taide sembrava commossa dalla mia spiegazione, mi fece un caloroso sorriso.
"Dio ha proprio ragione" disse la donna.
Detto ciò mi abbracciò. Fu una cosa inaspettata, rimasi rigida per un po' ma poi ricambiai la stretta.
Quella poveretta di sicuro non si meritava di stare lì. Ma l'avrei aiutata a tutti i costi.
"Antonia me lo faresti un favore?"
"Certo!"
"Diresti al tuo paparino di evitare di chiamarmi così? Sai non si giudica un libro dalla copertina"
"Aspetta come fai a sapere che..."
Mi fece gesto di tacere.
"Cara io so tutto!"
Risi di gusto. Di personalità strane ne avevo incontrate all'Inferno! Ma lei era davvero la più strana, anzi, la più speciale!
"Vedrai a Virgilio passerà, alla fine sarà lui a tornare da te..."
"Sei sicura?"
"Al cento per cento, io ho sempre ragione!"
Taide ora era diventata uno dei personaggi principali della mia Commedia.

Questa non è una commedia. "Inferno"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora