Capitolo 19

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"Porca merda! Guarda come sei ridotto"esclamo andando in contro a Vinnie,avendolo finalmente trovato.

Il riccio guarda a terra e gioca con i piedi scalzi con la sabbia. Indossa dei jeans strappati alle ginocchia e una maglietta a maniche corte. Ho fatto bene a portare la felpa. A Miami farà anche caldo tutto l'anno, ma di notte si gela.

"Stai bene?"

Vinnie alza lo sguardo e mi sorride. Non appena lo vedo in faccia,rimango a bocca aperta. La sua espressione esprime qualcosa di grottesco. Il suo occhio sinistro è gonfio e sulla sua mascella si vede il sangue asciutto,che probabilmente stava colando su di essa prima. È rivoltante quello che sto vedendo.

"Che ti è successo?"sussurro spaventata.

"Ciao,biondina"ridacchia avvicinandosi a me,ma cade a terra. Cazzo. Fortunatamente riesco ad afferrarlo,nonostante pesi tanto.

In vita mia,non ho mai visto una persona ridotta così. Con le mani si sostiene alle mie braccia,mentre le sue ginocchia sono a terra. Riesco a sentirlo tremare.

"Vinnie"lo lascio sedere sulla sabbia e mi inginocchio in modo che possiamo essere alla stessa altezza.

Il riccio si stropiccia più volte gli occhi e il mio sguardo si sposta sulle sue mani. Le nocche sono spaccate e ancora sanguinanti,mentre il braccio sinistro,quello senza tatuaggi,è pieno di segni. È abbastanza buio,quindi non riesco a capire se siano succhiotti o lividi,ma molto probabilmente sono dei lividi.

"Ho provato ad andare avanti. Ci ho provato. Ma nessuno è come lei. Non la sopporto più"sbotta dopo cinque minuti che siamo stati seduti in silenzio sulla sabbia.

Lei chi? Vorrei chiederlo,ma so già che non mi risponderebbe.

Le onde sono calme e provocano un suono calmo. Quasi rilassante. Capisco perché Vinnie sia venuto qui.

Do la felpa al ragazzo,il quale però non sembra in grado di riuscire a mettersela,così lo aiuto.

"Pensavo che non ti avrei più rivista"mormora con il viso dentro la felpa e non appena la sua testa sbuca da di essa,mi osserva con occhi dolci.

"Vinnie andiamo"cerco di convincerlo alzandomi. Mi chino verso di lui e cerco di farlo alzare in piedi,stando attenta a non toccargli il braccio sinistro.

"No,voglio restare qui"continua a ripetere come un bambino. È serio? Mi ha chiamato alle tre del mattino per venirlo a prendere e adesso vuole rimanere qui?

Rinforzo la presa e riesco finalmente a farlo alzare. Mette il suo braccio attorno alla mia spalla mentre io lo sostengo dal torace. Si appoggia con tutto il peso a me. Dalla bocca di Vinnie escono dei gemiti di dolore,mentre usciamo dalla spiaggia.

"Sei sicuro di star bene?"domando dopo che mi dice dove portarlo. Il posto non è molto lontano.

Le strade sono vuote.

"Sto bene. Smettila di preoccuparti"fiata con voce sforzata.

"Ho il diritto di preoccuparmi,mi hai letteralmente svegliata e coinvolta in questo casino"rispondo.

Vinnie ridacchia,facendo sorridere anche me.

"Sto solo cercando di aiutare"sussurro.

Proseguiamo per un lungo pezzo di strada in salita e quando arriviamo in cima,Vinnie decide di fermarsi,non appena vede una panchina. Cade sussultando,con tutto il corpo su di essa e si prende la testa tra le mani.

Mi siedo vicino a lui e cerco di calmarlo accarezzandogli la schiena. Non so che fare. È troppo vulnerabile adesso.

"Andrà bene,calmati"gli prometto.

drunk face | vinnie hackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora