Capitolo 9

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La caffetteria è affollata e sono solo le due del pomeriggio. Ho appena finito le lezioni. Non sono riuscita a concentrarmi nemmeno su una sillaba pronunciata dal professore,la mia mente era troppo impegnata a pensare. A pensare alle possibili conseguenze a cui questa situazione possa portarmi. A pensare alle carnose labbra del biondo e ai suoi occhi scuri.

Dixie mi ha riempita di domande non appena mi ha vista sgattaiolare dentro la classe. Per quanto possa sembrare incredibile,sono riuscita a non farmi beccare. Il professore di filosofia è molto vecchio e non si è accorto di nulla.

Il vento entra dalla porta ogni volta che qualcuno apre la porta della caffetteria. È diventato insolitamente freddo per essere a Miami e sono convinta che sia una specie di punizione mandata dall'universo per qualcosa tra le tante cose che avrò sbagliato.

Magari sto sbagliando con Vinnie. Non so che intenzioni abbia. Mi confonde così tanto. Quella sera era così gentile,oggi mi ha trattato come un giocattolo. Come se dovesse dimostrare a Griffin chissà cosa.

A cosa stavo pensando quando ho deciso di andare a quella festa?

I rumori dei frullatori si mescolano insieme alle voci delle persone. A causa di tutti questi pensieri,mi fa male la testa e non sono nemmeno sicura di avere qualcosa in borsa per aiutarlo a passare.

La caffetteria è molto spaziosa. I muri sono marroni e sulle pareti sono appesi alcuni quadri,come quello del campo di girasoli vicino a me. In questa stanza ci sono dieci tavolini,mentre al piano di sopra ci sono dei divanetti e un televisore. Credo che questo diventerà il mio posto preferito della scuola. 

Ogni volta che sento lo scricchiolio della porta che si apre,il mio cuore accelera di un battito. Non ho idea del perchè io sia così nervosa,ma non so letteralmente cosa fare.

Come devo agire quando arriverà? Devo abbracciarlo? Stringergli la mano?

Abbasso lo sguardo sul telefono e mi pulisco i palmi delle mani sui jeans.

2:03 PM.

Mi chiedo quale versione di lui riceverò questa volta. Spero una dolce. L'aggressività è l'ultima cosa di cui ho bisogno in questo momento.

Ogni volta che penso al fatto che ci siamo solo incontrati ieri,tutto mi sembra più ridicolo di quanto non lo sia già.

"Cosa stai guardando?"

Tre parole. Solo tre parole. Ma che riescono a riversarsi dentro e sopra di me. L'ansia comincia a invadere la mia anima.

Alzo lo sguardo per assicurarmi che sia lui,anche se so che lo è. Si sente dal suo profumo di menta mischiato a quello del fumo.

È in piedi davanti a me. In mano regge una tazza fumante con qualcosa di liquido dentro. Penso sia caffè. Sulla spalla destra porta uno zaino grigio che sembra quasi vuoto.

Indossa una camicia di jeans con le maniche arrotolate fino ai gomiti,facendo intravedere il tatuaggio del serpente e, i primi bottoni sono sbottonati mostrando le sue clavicole. I capelli sembrano umidi,come se fosse uscito dalla doccia. Quasi certamente è così,poiché è tornato dagli allenamenti di baseball.

"Oh,non ti avevo visto"gli faccio cenno di sedersi davanti a me,cercando di non suonare nervosa del tutto.

Quando si siede,il mio squadro cade sulla sua mascella. È molto definita. Quasi tagliente. Sul mento sono presenti dei peli scuri della barba. Questa è nuova.

"Vedo che ti sei preso il tuo tempo in doccia"scherzo sul fatto del suo breve ritardo.

"No"scuote la testa.

Un piccolo sorriso compare sul suo volto,facendolo comparire anche sul mio.

"Sta piovendo fuori"mi informa.

Oh no.

Significa che ritornerò a casa fradicia. Mi rassicuro pensando che forse la pioggia potrebbe smettere tra poco. O che forse Vinnie potrebbe accompagnarmi. No. Meglio di no.

"Cosa volevi dirmi?"chiede per poi finire il suo caffè.

Ecco. È arrivato il momento per dare un taglio a tutto questo.

"Non se sia stato tu o qualcun altro a dirlo a tutta la scuola,ma questo deve finire"dico indicando lo spazio che c'è tra noi due.

"Questo cosa?"ghigna appoggiandosi per bene allo schienale della sedia.

Lo sta facendo apposta?

"Oh andiamo. Lo sai benissimo cosa. Non ho mai finto una relazione e non ho intenzione di farlo. Sopratutto con te."

"Che cosa dovrei dire io? Mi sono svegliato scoprendo di essere in una presunta relazione con una persona di cui non so nemmeno il nome"afferma.

Era un modo per chiedermi come mi chiamo?

"Sono Cass a proposito"ne approfitto per farglielo sapere.

"Cass"la sua lingua accarezza lentamente il mio nome.

Per un secondo mi è sembrato di avere la pelle d'oca.

"Cassidy o Cassandra?"si appoggia con i gomiti sul tavolino per avvicinarsi a me.

"Cassandra. Ma chiamami Cass,perfavore" nessuno mi chiama Cassandra.

Il riccio non dice niente. Ridacchia leggermente guardando in basso.

Non riesco a tenermi al passo con tutti i suoi umori.

"Adesso che sai il mio nome,possiamo concludere... qualunque cosa noi siamo?"lo imploro.

Vinnie si guarda attorno. Ci manca solo che si metta a ignorarmi a questo punto.

Sento il cameriere camminare attorno e le sue scarpe che scricchiolano sul pavimento di legno.

"Non hai fame anche tu?"mi chiede dopo un minuto di silenzio.

"Scusa?"corrugo la fronte.

"Sto morendo dalla voglia di un hamburger. Non mangio da questa mattina"dichiara.

Cristo.

"No. Non ho fame. Voglio solo smettere di essere l'oggetto di attenzione di tutte le ragazze della scuola"dico alzando un po' la voce.

"Stai tranquilla"sorride e mette la sua mano sulla mia. Il suo pollice accarezza le mie nocche.

Nella mia mente vagano mille pensieri e mille domande. A che gioco sta giocando?

"Non mi conosci ancora. E poi,cosa ti fa pensare che voglia stare anche io con te,Cassandra?"scandisce per bene il mio nome intero.

Tiro via la mano infastidita dal suo atteggiamento così poco maturo e quest'ultimo si fa scappare una risata.

Non so più come dirglielo. Pensavo fosse più comprensivo. Sono nuova in questa dannata scuola e di sicuro non voglio essere oggetto di scherno da parte di tutto l'instituto solo perché il sex symbol della scuola non vuole smetterla di comportarsi come un bambino di dodici anni.

Incrocio le braccia al petto e guardo altrove. Lo sguardo del riccio brucia sul mio volto e sento la sua bocca espirare. 

"Su,andiamo. Ti porto a mangiare qualcosa. Ne parleremo più tardi".

Per l'ennesima volta mi ritrovo in condizioni in cui non so come agire e sono tremendamente spaventata,ad essere sinceri. Spero solo di non ricadere in vecchie abitudini.

drunk face | vinnie hackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora