Io e Sherlock sedevamo l'uno accanto all'altra in terza fila. Due posti più in là stava il signor Nelson, silenzioso.
Il circo era gremito di persone, e tutti erano in visibilio per lo spettacolo. Il numero di Hilde era appena terminato, e io era riuscita a scorgere solamente la fine, ma posso dire con certezza che sotto le luci abbaglianti del palco sembrava la vera protagonista della serata. Ma mi sbagliavo. Mi sbagliavo perchè non avevo ancora visto Arsène Lupin scendere in scena.
Holmes non sembrava fiatare, con le spalle e la schiena rigide, come se nulla fosse. Lo fissai senza riuscire a dire niente.
- Scusa-
La parola gli scivolò fuori come una specie di peso che desiderava togliersi da tempo. Sbattei le palpebre, incredula. Ho sentito bene?
- Scusa?-, balbettai. Mi rifilò un'occhiataccia, neanche avessi detto la cosa più stupida di questo mondo.
- Non mi sono fatto sentire per un po'-, continuò. I miei pugni si allentarono, lui mi guardava dritta negli occhi, soppesando ogni singola reazione alla sua frase.
Scrollai le spalle, distogliendo di scatto lo sguardo, puntandolo sulla pedana vuota e illuminata in mezzo al tendone: -Non...non devi scusarti-, biascicai con il cuore in gola, -io...noi due...non...-
- Sei mia amica però-, disse fermo, senza lasciar trasparire nulla dal proprio tono di voce, -e ti devo delle scuse-
Amica. Era strano sentirlo dire proprio da lui. Non potevo ancora sapere che sarei stata l'unica donna al mondo che avesse mai chiamato tale.
Gonfiai le guance: -Che ti è preso quella sera? Te ne sei andato e basta!-, esclamai. Non ho idea del perchè mi incazzai talmente tanto, ma qualcosa mi spinse a domandarglielo. Holmes roteò gli occhi, irritato.
- Dovevo pensare a quello che abbiamo trovato, riflettere e mettere a posto le informazioni-, spiegò. Rimasi un po' perplessa ma decisi di non obiettare.
Bah. Uomini. Chi li capisce è proprio bravo.
Tra noi tornò il silenzio. Sherlock Holmes si passò ancora una volta una mano tra i capelli e accennò con il capo al biglietto da visita.
- La fish che abbiamo trovato-, cominciò, -non poteva essere assolutamente caduta lì per caso. Doveva appartenere alla vittima, sicuramente. Ciò spiega la lista di debiti. Al nostro uomo piaceva l'azzardo, e anche molto-, le sue dita quasi scheletriche sfiorarono distrattamente il cartoncino, -Ho dedotto quindi che la notte prima della sua morte sia andato di nuovo al casinò e la fish...-, si bloccò soppesando cosa dirmi, -non è stata un caso. Cercavano proprio lei quando la stanza è stata messa sottosopra, e perciò l'assassino doveva essere qualcuno che lui conosceva, qualcuno del suo giro, qualcuno con il quale molto probabilmente ha giocato-
Annuii: -Mio padre ha detto che ne ha sentito parlare, dato che aveva molte azioni a Londra-
- Racimola qualche informazione prima di venerdì-, disse distogliendo lo sguardo e puntando gli occhi sulla pedana ancora vuota al centro del circo.
Inarcai un sopracciglio: -Venerdì? Cosa succede venerdì?-
Lui ignorò la mia domanda.
- Sai giocare a poker, vero?-
In quell'esatto istante le luci si spensero e una melodia risuonò dagli altoparlanti sopra le nostre teste.
- Poker? Che cazzo c'entra...-, ma mi bloccai quando Sherlock mi afferrò di colpo il braccio.
- Shh, sta cominciando-
E come se lo avesse previsto, la figura slanciata di Arsène Lupin venne illuminata. Pensai di poter svenire quando mi accorsi che il nostro se ne stava appollaiato su una corda a qualcosa come sei metri di altezza da terra.
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Sherlock, Lupin e Io - Vacanza con delitto
FanfictionSE VOLETE MORIRE DAL RIDERE SIETE NEL POSTO GIUSTO Fanfiction sulla serie di libri "Sherlock, Lupin e io" di Alessandro Gatti. NON E' NECESSARIO AVER LETTO I LIBRI PER COMPRENDERE IL CONTENUTO. (Ma essere fan di Sherlock, decisamente) Il mondo dal 1...