Quale sarebbe il vostro primo pensiero se il vostro armadio si mettesse a parlare?
Il mio è stato chiedermi se nel mio croissant alla crema non ci fosse stata qualche sostanza allucinogena. Perchè era assolutamente possibile, no?
Puntellai i gomiti sul materasso e cercai di ignorare la sensazione di ansia e paura che mi aveva invaso tutta d'un tratto. Cominciai a sudare freddo.
- Irene...pssst...Irene!-
Interessante. L'armadio conosce anche il mio nome.
Sbattei le palpebre afferrando di scatto la lampada che stava sul comodino accanto a letto, e la alzai sopra la testa, avvicinandomi cautamente al mobile.
- Irene!-, esclamò ancora una volta quello che doveva essere sicuramente qualche abitante di Narnia deciso a rapirmi. Strinsi la presa sull'oggetto e trattenni il respiro.
Anche se...quella voce era stranamente familiare. Bah.
Le ante dell'armadio scricchiolarono in un modo che mi fece accaponare la pelle.
E fu un attimo. Spalancai di scatto le porte e in neanche in un millesimo di secondo, un groviglio di vestiti e testosterone ruzzolò fuori dall'armadio di legno.
-Non mi avrete mai!-, strillai prima di sbattere la lampada con tutta la forza che avevo in corpo, in testa al mio assalitore. L'oggetto si infranse e un grido di dolore rieccheggiò nella stanza, seguito da imprecazioni.
Imprecazioni in francese.
- Mais sainte merde de cette misère!-, sbottò con veemenza quello che sembrava...oh mio dio.
I resti della lampada mi caddero dalle mani quando però mi ancorò con forza le braccia, spingendomi sul pavimento, verso il basso. Reprimetti uno strillo e incontrai gli occhi lucenti e scuri di Arsène Lupin. Ero mezza sdraiata e a qualcosa come tre centimetri dalla sua faccia. Ripeto: mezza sdraiata e a tre centimetri dalla sua faccia.
Fa un po' caldo. Cosa sono questi vestiti in più?
- Ma io dico: vuoi per caso uccidermi, Irene?-, mormorò. Rabbrividii quando il suo respiro caldo mi sfiorò le labbra.
Sorrisi maliziosamente, o almeno cercai di sorridere maliziosamente. -Forse-, biascicai.
Sul suo viso si formò un'espressione che mi fece praticamente fare esplodere il sinapsi funzionanti del cervello. Si passò la punta della lingua sulla bocca e ridacchiò: -Interessante, ma la prossima volta non distruggere niente-
Ciao dignità, è stato bello finchè è durato.
Poi realizzai in che posizione compromettente eravamo messi e lo spinsi via con forse anche troppa forza, scattando in piedi e indicando l'armadio ancora spalancato. Il ragazzo rimase a terra senza cancellare la sua solita faccia da culo.
- Si può sapere che ci facevi...nella mia stanza... nell'armadio...e Dio! Come cavolo ci sei arrivato?!-, sbottai cominciando a gesticolare nervosamente.
Lui in tutta risposta si portò l'indice sulle labbra: -Shh! O mi sentiranno!-
-Ma se con tutto il baccano che hai fatto ti avranno sentito anche dall'altra parte dell'isola!-
Inarcò un sopracciglio. -Sai com'è...ricevere una lampada in testa non è un'esperienza esattamente gratificante...-
Dalle mie labbra uscì un grugnito di frustrazione. Ero sul punto di urlare sul serio.
Lupin sbuffò continuando a massaggiarsi la testa.
- Io e William stiamo...ehm...facendo una specie di controllo, comunque...-
STAI LEGGENDO
Sherlock, Lupin e Io - Vacanza con delitto
Fiksi PenggemarSE VOLETE MORIRE DAL RIDERE SIETE NEL POSTO GIUSTO Fanfiction sulla serie di libri "Sherlock, Lupin e io" di Alessandro Gatti. NON E' NECESSARIO AVER LETTO I LIBRI PER COMPRENDERE IL CONTENUTO. (Ma essere fan di Sherlock, decisamente) Il mondo dal 1...