11- Lavatrice e candeggina

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*Nel capitolo sono presenti scene descritte in modo dettagliato, se vi danno fastidio, saltate il pezzo*

È curioso vedere il mondo da una prospettiva diversa quando siamo felici, è come se riuscissimo a notare cose che prima non consideravamo, apprezzando piccoli particolari, ammirando la bellezza della natura o semplicemente sorridere a chiunque incontriamo lungo il nostro tragitto, ed è proprio quello che sta succedendo a me.
È da quando mi sono alzata che non riesco a togliermi questo sorriso che mi va da orecchio a orecchio, spaventando addirittura la mia famiglia che mi guardava come se in cucina fosse entrato improvvisamente un alieno.
Ho riempito di complimenti mia madre per i suoi toast bruciacchiati, ho sbaciucchiato Dominick, detto a mio padre che è il papà migliore del mondo e ho addirittura ignorato il mega ritardo di Yvonne.
E no, non ho assunto nessun tipo di droga o roba simile, anche se Yvonne continua a ripetere che anche lei vuole rifornirsi dal mio spacciatore visto il mio evidente buonumore.
Riesco addirittura a non sbuffare durante le lezioni di matematica, cosa rara questa.
Vogliamo dare il merito a Sam? Diamoglielo perché è proprio merito suo e di quel bacio che ci siamo dati l'ultimo dell'anno, e dopo quello ce ne sono stati altri decisamente molto più lunghi e a bollino rosso, che solo a ripensarci mi fanno avvampare e stringere le gambe per il formicolio al bassoventre.
Se chiudo gli occhi riesco ancora a sentire il sapore delle sue labbra sulle mie, la sua lingua accarezzare la mia e il calore delle sue mani che vagavano sotto la mia maglietta mentre teneva una mia gamba attorno alla sua vita.
I nostri respiri ansanti, gli occhi pieni di desiderio e con la voglia di scoprirsi, i cuori che battevano in preda alla gioia e i nostri corpi che si reclamavano come l'acqua in una calda giornata d'agosto.
Mi sento una ragazzina in questo momento, potrei addirittura vedere arcobaleni e cuoricini ovunque, ma se non mi do un minimo di contegno rischio di far vomitare Yvonne, che a conoscenza di quello che è accaduto nei giorni passati, non smette di ripetere quanto io sia ridicola e stomachevole.
Il problema è che il mio cervello non la smette di mandare quelle immagini, facendomele vedere in loop e facendomi sorridere ogni secondo.

<<Se hai finito di sognare ad occhi aperti, direi che è il caso di andare al bar. Ho assolutamente bisogno di un caffè.>> Borbotta esausta dalle due ore di psicologia. Vengo risvegliata bruscamente dai miei pensieri e siccome non ho sentito nemmeno una parola di quello che ha detto, annuisco con un sorriso imbarazzato. Scusa Yvi, ma se prima Sam occupava almeno una buona parte dei miei pensieri, ora ne è praticamente il soggetto principale.
<<Come va con Josh?>> chiedo mentre aspettiamo il nostro turno al bancone. Direi che è il momento di dedicarle del tempo visto che l'ho decisamente trascurata in questi giorni. Dannato Sam!
<<Dopo quella sera in cui Liam ci ha provato con me, bhe, abbiamo fatto qualche piccolo passo avanti. Ora mi scrive tutti i giorni, mi regala dei fiori e sabato usciremo insieme per un appuntamento.>> Sul suo viso appare un dolcissimo sorriso che mi fa letteralmente sciogliere. È così adorabile e vederla così felice solo perché Josh ha finalmente deciso di fare l'uomo, non fa che riempirmi il cuore di gioia.
La stringo in un dolce abbraccio e a braccetto ci dirigiamo fuori dalla caffetteria con i nostri bicchieroni di caffè fumanti tra le mani.
Erano alcuni giorni che non ci vedevamo, un po' perché lei era impegnata con Josh, un po' perché Sam mi ha praticamente rapita ogni singolo giorno con la scusa di fare compere per delle cose che gli servivano per casa.
Ne ho anche approfittato per coccolarmi il gatto che abbiamo salvato e che non vedevo da tempo, è diventato un enorme palla di pelo e ciccia, Sam lo fa mangiare decisamente troppo e ora io devo metterlo a dieta. Però il bello di tutta questa storia è che, si andavamo a comprare quello che gli serviva, ma il resto della giornata lo passavamo sul divano di casa sua o nel suo pick up a baciarci come due ragazzini in preda agli ormoni. Più volte abbiamo rischiato di andare oltre a dei semplici strusciamenti o qualche palapata in più, solo che puntualmente o venivamo interrotti o uno dei riusciva a recuperare quel briciolo di lucidità che era rimasto, ed io non se maledire o ringraziare qualcuno per averci sempre fermato.

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