astinènza s. f. [dal lat. abstinentia, der. di abstĭnens -entis «astinente»]. – Genericam., l'astenersi abitualmente o temporaneamente da qualche cosa.
Ecco, io mi sto temporaneamente astenendo da Sam e questa cosa mi sta portando al manico. Sono quasi sull'orlo di una crisi isterica.
Il fatto che a distanza di settimane io senta ancora il suo profumo sotto il naso e il calore del suo corpo sul mio, non mi stanno affatto aiutando, anzi, credo di star per impazzire.
Sono perennemente nervosa e la cosa comica è che ormai nemmeno più le sigarette mi calmano.
Dom non fa altro che rimproverarmi, dice che ultimamente sto fumando troppo e che dovrei iniziare un percorso per smettere. Magari potrei andare a correre con lui la mattina, ma ciò significherebbe svegliarmi almeno due ore prima per poter arrivare puntuale a scuola, ergo, meno sonno per me. Quindi escludiamo questa cosa.
Potrei provare quei cerotti che vendono in farmacia oppure quelle caramelle alla nicotina.
Ma chi voglio prendere in giro, l'unico che può aiutarmi a smettere è proprio colui che mi ha portata a fumare quasi due pacchetti di sigarette al giorno e se continuo di questo passo, presto i miei polmoni saranno scambiati per dei pezzi di carbone.Butto il mozzicone della sigaretta nel posacenere posto fuori dall'ospedale, entro e dopo aver salutato lo staff alla reception, faccio una veloce tappa al bagno per potermi lavare le mani. Mi infilo una gomma in bocca per poter togliere almeno un po' l'odore e salgo al 3 piano.
Vengo qui almeno due volte a settimana, ormai sono praticamente di casa, tant'è che ho fatto amicizia con alcuni medici e altri tirocinanti. Sono tutti una grande famiglia e a me piace passare del tempo qui, per un po' riesco a non pensare a Sam e soprattutto poter donare delle ore di spensieratezza a queste piccole pesti che ora mi stanno attaccate alle gambe.Mi inginocchio per poter arrivare alla loro altezza e un po' per volta riesco a salutarli tutti.
Questi bambini così piccoli, hanno tanto da insegnare alle persone lì fuori, che nonostante abbiano parecchie cose, non fanno altro che lamentarsi e non godersi quello che hanno di più caro. Quando questi piccoletti qui si accontentano di piccoli gesti, di abbracci e sorrisi spontanei. Di qualche favola racconta che li fa sognare ancora un po' e di poter passare ancora del tempo con le persone a loro care, con la consapevolezza che magari sarà l'ultima volta che li vedono.
E delle volte mi domando perché il mondo faccia cosi schifo. Vedere ragazzini chiusi in queste quattro mura, vittime di malattie che giorno dopo giorno li prosciugano facendoli spegnere piano piano, quando in realtà i bambini dovrebbero rappresentare il ritratto della spensieratezza e della vitalità e non dovrebbero mai conoscere il dolore o la paura di non poter rivedere i loro genitori.《Grace, che libri hai portato oggi?》Una piccola chioma bionda attira la mia attenzione, mentre la sua manina sta strattonando la mia portandomi al centro della stanza dove è già pronto il cuscino lilla sul quale mi siederò, mentre attorno ad esso ce ne sono altri di vari colori.
La piccola peste si chiama Zoe, ha 7 anni e ha la leucemia. Eppure è sempre bella vivace e io vorrei prendermi a schiaffi da sola perché mi sto praticamente buttando giù per Sam, quando Zoe sta lottando ogni giorno per la sua vita.《Allora vediamo, ho portato Alice nel paese delle meraviglie, Pollocino, Il gatto con gli stivali e per i maschietti che mi stanno guardando annoiati, ho qui dei fumetti degli Avengers.》I ragazzi più grandi prendono i fumetti e vanno a sedersi poco più lontano da noi. Non posso costringerli ad ascoltarmi, questo deve essede un momento di spensieratezza per loro.
Mi accomodo sul cuscino e subito la piccola Zoe si accomoda tra le mie gambe, mentre tutti gli altri si fanno più vicini per ascoltare meglio la storia.Ed è così che tra una storia e l'altra, qualche battaglia con i cuscini e il gioco dei mimi, è ora che io me ne vada.
Raccolgo tutte le cose usate oggi, lasciando i fumetti e i libri qui, in modo che possano rileggerli quando vogliono e mentre sto per varcare la soglia, Nick, un ragazzo di 13 anni, mi prende il braccio e fissa prepotentemente i suoi occhi nei miei, facendomi sentire per un momento così vulnerabile e insicura, perché nonostante i suoi 13 anni, in questi occhi si leggono tutti gli anni che ha passato a soffrire, i giorni passati ad assumere farmaci e a vedere i suoi compagni di stanza andarsene via per sempre.
《È successo qualcosa Nick?》e subito io vado nel panico, perché non si è mai avvicinato a me. Magari sta male o magari è successo qualcosa ad uno degli altri ragazzi. Ma quando mi abbraccia, io rischio di scoppiare a piangere da un momento all'altro, perché è qui che capisco realmente quanto un abbraccio sia di vitale importanza per tutti noi.
In un abbraccio riesci a trasmettere ogni singola emozione, felicità, tristezza, gratitudine, amore e affetto.
《Grazie.》E scappa via lasciandomi lì, con le lacrime agli occhi e il cuore stracolmo di felicità, perché so quanto sia importante per loro un gesto simile.
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Servire, Proteggere E... Amare
Romance"È che ho così tanta voglia di perdermi nei tuoi occhi che mi manca l'aria" Sono passati due anni dall'ultima volta che Sam e Grace si sono visti. Due concentrati di testardaggine, brutti caratteri e ironia. Si feriscono con le parole, si allontan...