Panico
/pà·ni·co/
Reazione, individuale o collettiva, che invade improvvisamente di fronte a un pericolo reale o immaginario, togliendo la capacità di riflessione e spingendo alla fuga o ad atti inconsulti.Ed è proprio dal panico che il mio corpo è avvolto. Come se ci fossero mille spilli che pizzicano la mia pelle, negandomi la possibilità di fare esattamente quello che gli artificieri mi stanno chiedendo perché sono troppo presa a sentire il dolore infrangersi su ogni parte del mio corpo, offuscandomi la mente e la razionalità.
Provo a respirare, a concentrarmi su qualcosa che non sia questa dannata mina, ma tutto attorno a me rispecchia la gravità della situazione.
A partire dal fatto che i poliziotti hanno delimitato lil capannone impedendo a qualche curioso di avvicinarsi, dal fatto che Yvonne è stata chiusa in una volante perché non voleva schiodarsi da questa stanza e che ora ci siamo solo io e un artificiere, il resto sta controllando l'intero capannone per evitare che ci siano altri esplosivi.
Solo che l'artificiere che sta cercando di farmi rimanere calma, non sta avendo poi così tanto successo visto che continuo a mormore disperatamente il nome di Sam.
<<Sta arrivando, capito? Sta arrivando.>> Mi dice facendomi ammutolire per qualche istante e prontamente lo ringrazio e mi scuso per le mie sceneggiate, ma lui è il solo che riesce a tenermi tranquilla.
È il mio calmante. Il sedativo che placa ogni mio malessere. La camomilla che blocca la mia ansia.
La coperta che da piccola mi proteggeva dai mostri sotto il letto.
Il porto al quale attracco mentre il mare è mosso.Provo a prendere dei profondi respiri e a immaginare un posto tranquillo, faccio tutto ciò che mi ha insegnato in questi anni, aiutandomi a gestire gli attacchi di panico.
Il capannone viene sostituito dal parco dove andiamo sempre e noi siamo sdraiati nel cassone del suo pick up.
Gli occhi rivolti verso il cielo a guardare le stelle che illuminano la notte come tante piccole lucine, individuando costellazioni, a tenerci la mano e a goderci la nostra piccola bolla che si crea ogni volta che siamo insieme.
Il mio cuore poco a poco riprende un battito quasi accettabile e i miei polmoni iniziano ad immagazzinare più aria ad ogni respiro che faccio, sentendo piano piano quella sensazione di oppressione svanire.
Sento addirittura la sua voce che mi dice che sono forte, coraggiosa e...
<<Dannata irresponsabile!>> Spalanco gli occhi trovandomelo davanti. Allora non me l'ero immaginata!
I suoi occhi sono carichi di terrore ma cerca di accantonarlo per trasmettermi quella tranquillità che mi serve per poter far lavorare l'artificiere.
La sua mano afferra la mia, stringendola e calmando il tremolio incessante.
<<Brava ragazzina.>> Mormora sorridendomi appena e tranquillizzandomi con la sua sola presenza.
<<Sam, scusa... io non volevo è che...>> Provo a parlare mentre gli occhi si riempiono del liquido salato che scorre sulle mie guance in piccole goccioline, lasciando una scia umida al loro passaggio.
<<Shh, andrà tutto bene. Ok?>> La sua stretta aumenta <<Sei bravissima, continua a respirare. Guardami ok? Tieni i tuoi occhi puntati sui miei.>> E così faccio. Tengo i miei occhi incatenati ai suoi, soffermandomi su ogni piccolo dettaglio del suo volto.Le sopracciglia incurvate per la preoccupazione, le ciglia lunghe che sfiorano i suoi zigomi ogni volta che chiude gli occhi.
Le labbra carnose che si piegano in un flebile sorriso.
La barba che copre le guance, i capelli ora non sono più legati in un codino, no. Sono più corti, tenuti su in un ciuffo grazie al gel.
E solo ora l'angoscia di questi giorni passati senza poterlo vedere, sparisce. Viene spazzata via come una nuvola in un giorno ventoso, lasciando spazio al cielo blu e limpido.
Mi è mancato come la nutella dopo mesi di dieta.
Mi rendo conto che non riesco a fare a meno di averli al mio fianco, anche solo per pochi minuti. Sono completamente dipendente da lui, dal suo profumo, dalla sua voce, dai suoi occhi, dalla sua ironia... mi hai fregata Sam. Mi hai resa tua contro la mia volontà.
Ti sei appropriato del mio cuore, hai stravolto la mia quotidianità adattandola alla tua.
Quando ci sei tu mi sento come un tossico dipendente che non riesce a rinunciare alla sua dose di eroina. Tu sei la mia dose.
E si sa che la droga prima o poi ti farà cadere in un baratro dal quale difficilmente ne esci. O sei tanto forte da tirarti su, oppure muori di overdose.
E io mica lo so se voglio uscirne.
Mica lo so se sono pronta a rinunciare all'effetto che mi fai o alle sensazioni che mi provoca anche il solo pensarti.
Sarò masochista, chiamami come vuoi, ma io, non riesco a fare a meno di te.
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Servire, Proteggere E... Amare
Romance"È che ho così tanta voglia di perdermi nei tuoi occhi che mi manca l'aria" Sono passati due anni dall'ultima volta che Sam e Grace si sono visti. Due concentrati di testardaggine, brutti caratteri e ironia. Si feriscono con le parole, si allontan...