Capitolo 13

237 9 2
                                    

" Incubi "

[ Qualche attimo prima ]

Aya si ricordava ciò che Osore era in grado di fare; quando era schiava a Marijoa, l'uomo era addetto alla loro sorveglianza e ciò lo faceva instillando il terrore nell'animo della gente.
Quando Osore menava la sua frusta gli schiavi sapevano che qualcuno stava per essere punito, perciò la mora aveva cercato in ogni modo di non farsi toccare da lui.
Ma alla fine il mostro aveva avuto la meglio.
Aya si era sentita pervadere da una sensazione di paura, infima e strisciante, che si stava insinuando nella sua anima fino ad oscurarle gli occhi e la mente. Non aveva mai provato una cosa del genere, ma i racconti di chi, invece, era finito sotto il giogo di Osore le erano bastati per capire quanto alla larga dovesse stargli.

" E così ora tocca a me"
Pensò mentre il mondo diventava scuro e i rumori dell'esterno si facevano lontani. Aya finì nel Mondo Sospeso, un regno vastissimo e brullo, privo di ogni forma di vita, ma in grado di mutare allo schiocco delle dita di Osore.
Aya sapeva di non potersi sottrarre: non sarebbe servito a nulla ne chiudere gli occhi, ne tapparsi le orecchie. La paura l'avrebbe comunque raggiunta.

" Mamma? Mamma dove stiamo andando?"

Aya si voltò improvvisamente udendo quella voce tanto familiare. Improvvisamente si ritrovò a Flevance, la Città Bianca. Tutto era come lo ricordava: le alte e candide case, i parchi giochi, la gente felice che passeggiava per le vie.
Poi vide se stessa, mano nella mano con la sua mamma, che insieme stavano camminando verso il porto con le valige alla mano. La mora ricordava quel momento: stavano partendo qualche giorno prima che Flevance venisse distrutta.

" Tesoro, andiamo a cercare un dottore che voglia curarti per bene"

" Perché? Mami, la dottoressa Water è tanto buona con me"

" Lo so, piccola. Ma ci sono tanti bambini che deve curare. Non vogliamo essergli di peso"
La piccola Aya non era convinta, ma non protestò oltre. Poco più avanti avrebbero incontrato suo padre e, insieme, sarebbero saliti sulla nave che li avrebbe portati lontani dall'isola.

"Aya! Aya! Dove stai andando?"
Da una vita laterale erano appena comparsi i suoi amichetti. La mora ricordava appena quella scena della sua infanzia, quando ebbe dovuto salutare i suoi amichetti. Gli aveva promesso che sarebbe tornata presto senza sapere che, in realtà, quella era l'ultima volta che avrebbe visto Flevance.

" In vacanza! Non starò via tanto"

"Oh.. ci mancherai tanto!"
"Portaci un regalo!"

" Noi ti aspett.."

BANG.
Aya vide uno dei suoi amichetti sbiancare di colpo, poi una chiazza rosso cremisi iniziò a disegnarsi sul suo petto. Il bambino cadde a terra senza emettere alcun rumore. La giovane vide la scena a rallentatore, solo un attimo prima di udire altri spari provenire dalla città.
Improvvisamente la gente si mise a correre mentre uomini senza volto iniziavano la carneficina infilzando, colpendo e dando fuoco a chiunque capitasse loro a tiro.
Aya vide tutti i suoi amici perire ai suoi piedi, udì donne e bambini invocare aiuto tra le lacrime, uomini rantolare a terra e soffocare nel loro stesso sangue.
La mora avrebbe voluto scappare, ma era come inchiodata sul posto. Il potere del frutto le impediva ogni movimento.
Ecco il suo primo incubo: rivivere il massacro della sua città.

La tortura finì solo quando tutta la città fu rasa al suolo. Aya era certa di stare tremando di fronte a tutto quell'orrore. Sapeva anche che ciò che stava vivendo non era reale, ma era difficile non riuscire a pensare a quell'orribile tragedia.

" Mmmh la paura di una bambina.. Quale sarà stata quella di un adolescente?"
Così come era comparsa, la città scomparve nel nulla e Aya si trovò di nuovo nella landa desolata del regno di Osore. Non poteva vederlo, ma udiva la sua voce e ne percepiva la presenza. Egli avrebbe continuato a torturarla finchè lei non avrebbe ceduto o finchè non si sarebbe stancato.

[One Piece] Servant of EdenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora