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''Papà, sono a casa.'' urlo non appena apro la porta.

Nessuna risposta, strano. Di solito gli basta solo sentire la chiave che gira nella toppa per precipitarsi all'ingresso ad accogliermi. Sono appena tornata da una  corsetta intorno al quartiere e non vedo l'ora di infilarmi sotto la doccia. Quando sono uscita lui stava dormendo sul divano, visto che oggi non è andato a lavoro, quindi pensavo di ritrovarlo a casa.
''Papà, ci sei?'' dico di nuovo avvicinandomi alla cucina sperando di trovarlo impegnato ai fornelli, ma le mie speranze vengono subito deluse vedendo la sala vuota.
Controllo il telefono per vedere se ci sono chiamate perse ma nuovamente tutto tace.
''Aria, tesoro scusa ero in bagno e non ti ho sentita'' dice mio padre uscendo dalla porta di fronte la cucina. Indossa il completo blu notte corredato da tanto di cravatta dello stesso colore che gli ho regalato al suo quarantacinquesimo compleanno. Sotto la giacca professionalmente abbottonata fino al colletto, il quale è perfettamente piegato, intravedo la camicia bianca, regalatagli sempre da me.
Vedendolo vestito così elegante capisco subito che sta andando a una cena di lavoro. Si veste così formale solo per queste occasioni.
''Tesoro mi sono dimenticato di avvisarti che stasera sono fuori a cena con dei colleghi dell'ospedale. Luciana però rimane a casa, per favore sii gentile con lei'' mi dice dandomi un  bacio sulla tempia.
''Va bene papi, buona serata'' gli dico sorridendogli, per poi aspettare che vada via.

''Ari, ti va una pizza stasera? Possiamo mangiarla sul divano e vedere un film.''
Mi dice Luciana piombando in camera mia proprio mentre sono in chiamata con Tommaso.

Avrà un radar per entrare a disturbarmi ogni volta che parlo con qualcuno.

Tuttavia, devo riconoscere che è stata gentile a chiedermelo e poi ho promesso a mio padre che l'avrei trattata con gentilezza. E in generale non si dice mai di no alla pizza.
''Sì, mi va bene, grazie. Posso chiamare io tra qualche minuto.'' le dico accennando un sorriso.
''Bene, allora ti aspetto di sotto e scegliamo le pizze. Nel frattempo vedo se c'è qualche film carino in televisione'' mi dice subito con entusiasmo, come se le avessi appena detto che l'avrei portata a Parigi.
So che per lei le mie attenzioni seppur minime sono importanti e che soffre per come la tratto, ma non riesco a controllarmi di fronte a certi suoi atteggiamenti. Che poi, per comprenderci, nulla di grave. È solo una persona molto stravagante, le piace apparire e stare al centro dell'attenzione. Non a caso quando le mie amiche di Verona venivano a casa, finivano sistematicamente per passare metà serata a parlare di moda e delle ultime tenenze con Luciana, settore che ama particolarmente. Questo mi faceva sentire a disagio, non perché mi vergognassi di lei, ma perché nel profondo del mio cuore temevo quasi che le mie amiche avrebbero preferito lei a me.

È una convinzione da pazzi, lo so.

Oppure ancora da quando lei si è trasferita da noi, i momenti da sola con mio padre sono diventati nulli.
Io e lui siamo stati abituati a vivere da soli per due anni. E nonostante siano stati anni di inferno per entrambi, noi due ci bastavamo. Lui lavorando tutto il giorno mi lasciava da mia zia che pensava a farmi giocare e svolgere i compiti. La sera invece era il momento mio e di papà. Mangiavamo cotolette e lasagne sul divano guardando i cartoni animati o, quando l'Atalanta scendeva in campo, obbligatoriamente la partita.
Quando mio padre però cominciò  a frequentare Luciana, le nostre serate finirono ben presto. Lui, come è anche comprensibile, stava con lei. E quando hanno deciso di andare a convivere,  tutto è cambiato.

Non ho più avuto la possibilità di passare una sera o un solo giorno sola con mio padre, se non qualche breve momento nel corso della giornata.
E mi mancano così tanto le nostre serate, ma so che non torneranno più. Non saremo più solo io e lui.

''Serata tra donne stasera?'' mi dice Tommaso dall'altro capo del telefono che come sempre, ha sentito le mie conversazioni.
''Sì, ti dico non vedo l'ora. Avrei preferito passare la sera a parlare con te. Mi manchi'' gli rispondo con voce tremante.
''Piccola, mi manchi anche tu. Tieni duro che ci rivediamo tra poco. Intanto sta con Luciana e mi raccomando, trattala bene e ricordati prima di dire o fare qualsiasi cosa, che lei vuole solo il tuo bene e non fa nulla con cattiveria. Ma questo tu già lo sai.''

A tre passi da teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora