"Malta, Giorno 5"

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<<Più forte Theo>>

<<Ci sto provando>>

<<Se non spingi, non entrerà mai>>

<<Zitto che ci sono quasi riuscito>>

<<Oh, finalmente...non ne potevo più>>

Quello sarebbe stato l'ultimo giorno a Malta e sebbene avessero avuto altre quattro settimane di viaggio, Liam aveva già riempito le sue due valigie di souvenir e vestiti nuovi.
In quel momento, Theo, cercava di farci entrare il set da bagno che Liam aveva detto dovesse andare per ultimo, ma senza successo... avevano provato a disporre i vestiti e le altre cose inutile in modo diverso e, avevano anche provato a sedersi sopra le valigie per appiattire il tutto e sfortunatamente non erano riuscito nel loro intento.

<<Ma perché non la metti nella tua valigia? È praticamente vuota, fatta eccezione per i vestiti>> Liam era arrivato al limite, e spazientito cercava in tutti i modi di convincere Theo a mettere qualcosa nella sua borsa.

<<Perché devi imparare a controllare la tua mania di shopping, caro Liam>> disse la Chimera cercando, invano, di spingere i vestiti del lupo in profondità e cercando di fare spazio.

<<Non sono un tipo ossessionato dallo shopping caro Theo, ma preferisco acquistare qualcosa in ogni posto che visito...sei tu che non compri mai nulla>>

<<Appunto, qualcosa, non tutto il negozio>> lo rimproverò Theo.

<<Non puoi farmi la predica, Raeken>> il Beta si avvicinò di qualche passo al ragazzo più grande <<A casa mi aspetta una famiglia e il ricordo della vacanza non deve essere solo mio. Tu non hai nessuno>>

Theo non si aspettava una reazione del genere da parte del lupo mannaro e Liam, notando il volto addolorato del suo amico, si pentì di aver usato quel tono e quelle parole.
La Chimera indietreggiò andando a sbattere contro il letto; non perse l'equilibrio, ma sentì le gambe cedergli e le orecchie fischiargli. Gli aveva aperto il cuore e confidato le sue paure più nascoste, gli aveva confessato i suoi incubi e mostrato i suoi demoni. Si stava lasciando coinvolgere da Liam, stava accettando giorno dopo giorno il fatto che anche a lui fosse concesso amare e ce la stava mettendo tutta per essere una persona migliore; lo faceva per lui, per una famiglia che non aveva mai avuto, per Tara e soprattutto per Liam. Perché Liam gli piaceva e, forse, credeva di meritare un briciolo di felicità.

<<Io scendo nella hall, se ti serve qualcosa chiama Mason>> dicendo ciò, Theo uscì dalla camera lasciandosi alle spalle un Liam mortificato.

Quando la porta si chiuse, il lupo non ebbe il coraggio di voltarsi, fermarlo e dirgli che in realtà non pensava assolutamente quello che aveva detto e che per quanto fosse dispiaciuto, era sempre Liam Dunbar; uno stupido ragazzo che non possedeva un filtro tra la bocca e il cervello.
Aveva passato settimane a dirgli che non era un mostro, che era in grado di amare e di farsi amare e che avrebbe trovato sempre un rifugio in tutti loro, ma aveva rovinato tutto con quattro parole insensate.

Si avvicinò al letto e si sedette sopra, pensò a come potesse essersi sentito e il fatto che fosse stato lui la causa della sua tristezza, gli fece sentire un vuoto nello stomaco.
Aveva l'amaro in bocca e oltre a quel sapore disgustoso, percepiva anche quello metallico del sangue: si era morso il labbro e le piccole goccioline di quel liquido scuro, gli erano finite sulla maglia.
Voleva urlare e rompere qualsiasi cosa gli capitasse a tiro; voleva correre giù, afferrarlo per la maglia e dirgli che era solo un stupido lupo mannaro e che era la sua ancora, che lo accettava e che lo voleva accanto a sé.
Rimase in silenzio, seduto sul letto, con le mani nei capelli.

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