V. Alone

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20 aprile 2020
📍Woking, Inghilterra

The loneliest moment in someone’s life is when
they are watching their whole world fall apart,
and all they can do is stare blankly.


Lando aveva continuato a giocare senza dare molta importanza a ciò che scrivevano gli altri nella chat della sua stream. Era pomeriggio, una volta finito l'allenamento con Jon si era trovato a non sapere cosa fare, così aveva acceso i computer e aveva avviato la live così che gli altri godessero delle sue sconfitte a Cod. Aveva provato a chiedere a Max o Dan se si sarebbero uniti, ma erano troppo presi dal giocare per conto loro quindi aveva mollato la presa ancor prima di iniziare. Gli doleva tutto, gli allenamenti che aveva ideato con Jon s3mbravano essere più duri di ciò che ricordava e ogni volta si ritrovava a non avere forze rimaste per fare altro, se non giocare un po' al pc.
Era solo, ovunque si girasse non trovava nessuno con cui parlare. O almeno lo pensava, Carlos lo inondava di messaggi giornalmente, chiedendogli anche la cosa più stupida, per assicurarsi che non facesse nulla di tanto affrettato, non poteva dire di conoscere appieno il compagno di squadra ma lo conosceva abbastanza da rendersi conto che, se nessuno si fosse preso la briga di cercarlo, sarebbe entrato in un loop dalla quale non sarebbe uscito facilmente. Le sue giornate erano vuote, senza qualcosa che realmente lo motivasse e Carlos cercava in ogni modo di distrarlo anche solo per cinque minuti. Poi passava le giornate a pensare a lei, se stesse bene, se mangiasse, se riuscisse ancora a divertirsi come quando stava con lui. Sapeva che stava a casa di Carlos, glielo aveva detto lui, ma non aveva osato deviare strada quando andava a fare la spesa e passare sotto casa per capire come stesse. Carlos lo aiutava, gli raccontava che la sentiva ogni giorno e che aveva riacceso il telefono, ma non aveva osato aprire la sua chat, aveva finito per archiviata, così da non sentirsi male ogni volta che aprisse l'applicazione. Chissà se lei avesse letto il suo ultimo messaggio, ne dubitava ma un poco ci sperava ancora. Aveva visto che sui social aveva disattivato i profili, quando era andato a controllare sul suo feed non aveva più trovato il tag sulla loro foto insieme.
Non ne avevano tante, benché la loro relazione la conoscessero tutti, l'ultima l'avevano fatta a Natale, a casa dei genitori di Lando, vicino all'albero. Era stata Cisca a scattarla, orgogliosa di vedere quanto felice fosse suo figlio con affianco una ragazza come Litzie. Sin da quando l'aveva presentata alla sua famiglia, tutti sembravano essere contenti della coppia che formavano.
Continuò a giocare, cercando di schivare pallottole qua e là, continuava senza davvero prestarci troppa attenzione e i risultati si vedevano chiaramente, su tre partite giocate era arrivato ventesimo in entrambe. Come se fosse spaventato si fermava dal premere i tasti e finiva per morire anche quando andava a finire dentro il gulag, distratto dal telefono. Avviò l'ennesima partita e cercò di concentrarsi, aveva deciso di iniziare a giocare per smettere di pensare a lei ed era finita in tutt'altro modo. Ne era sicuro, sarebbe rimasta sempre nei suoi pensieri, come poteva dimenticarsi di colei che ti ha fatto vivere l'anno più bello della tua vita. Gli era entrata dentro le ossa e anche se ci avrebbe provato, nulla avrebbe funzionato, nemmeno giocare a quel gioco. Sparatutto se si fermava a pensare che le aveva insegnato a giocare. Un pomeriggio si erano trovati a non saper che fare così lui aveva proposto di insegnarle a giocare, finendo per fera una partita in cui si sfidarono, non aveva barato, non l'aveva fatta vincere per forza solo perché era lei, l'aveva davvero battuto a Cod in meno di dieci minuti.
Era troppo immerso nel gioco quando, l'allarme che aveva impostato poco prima aveva iniziato a suonare, sicuramente il cibo non sarebbe uscito molto buono se non si fosse alzato per prenderlo. Ormai era abitudine, chi lo guardava non si stupiva nemmeno più di vederlo tornare con il pane bruciato o senza una parte di hamburger. Gli ritornò alla mente quando, mesi prima, Litzie, era andata a trovarlo, il panino era diventato di un colore indescrivibile e il fumo aveva invaso tutto il piano di sotto, per poco non aveva chiamato i vigili del fuoco. Sapeva stesse streammando così aveva fatto uscire il fumo e messo in ordine, preparandogli qualcosa di commestibile.
"Ciao amore, che hai combinato?", gli aveva chiesto una volta essere entrata in camera e averlo visto che giocava al simulatore. Lui l'aveva guardata interrogativo e poi comprese, aveva spento tutto ed era sceso ad aiutarla mentre finiva di cucinare.
"You son of...", lasciò la frase a metà mentre si toglieva le cuffie e guardava il telefono, "il cibo, ok due minuti e sono di nuovo qua, chat", sorrise alla telecamera per poi alzarsi e sparire dalla visuale. Tutti potevano sentire quanto avesse corso per le scale ma non servì a molto, si era anche fatto male sbattendo la mano sul corrimano. Quando entrò in cucina del leggero fumo veniva fuori dal forno, ne era sicuro, del suo hamburger non si sarebbe salvato nulla. I frammenti di quella sera in compagnia gli tornarono alla mente.
"Cazzo", imprecò mentre cercava di salvare qualcosa dal macello che aveva fatto, gli veniva il mal di testa al solo pensiero di dover pulire tutto. Il forno sembrava aver passato una guerra mondiale e il piano della cucina non era dei migliori.
Era da circa un mese chiuso in casa, ma ancora non aveva avuto il coraggio di pulire per bene, non perché gli piacesse vivere in un posto sporco ma perché sapeva che una volta pulito non sarebbe stato come se lo avesse fatto lei. Non perché la obbligasse di pulire casa sua, ma sapeva che lei lo faceva con piacere e non vivendoci per gran parte dell'anno non si accumulava così tanto sporco come aveva fatto in quel mese.
Si preparò il cibo in maniera decente poi salì le scale, appoggiò l'hamburger sulla scrivania e lo mangiò piano, mentre rispondeva a qualche domanda.
"Sei riuscito a bruciarlo anche oggi? Mh... sì ma sono riuscito a salvarlo in tempo. Di sotto sembra esserci passato un uragano quindi domani dovrò pulire", disse cercando di convincere anche se stesso a fare quel lavoro che ormai sembrava di vitale importanza. Ne era sicuro che una volta aver aperto le finestre e aver buttato via tutte le cartacce sarebbe tornato come nuova.
Continuò a leggere cercando una domanda giusta alla quale potesse rispondere, ringraziò chiunque stesse donando sub e chiunque si iscrivesse. Di colpo si fermò, lesse piano quella domanda cercando di trovare una risposta adatta, "perché non hai chiesto a Litzie di prepararti qualcosa? Sta lavorando ragazzi, non può stare dietro a me", rispose guardando il piatto vuoto davanti a lui. Probabilmente qualcuno si era accorto che avesse disattivato i profili social e tutti avevano visto la storia di Carlos qualche giorno prima dove si vedeva palesemente con chi fosse in videochiamata.
"Faccio l'ultima partita e poi stacco, chat" disse ancora una volta spostando il piatto e mettendosi composto.
L'unica cosa che gli rimaneva erano ricordi felici, sarebbe stato solo, con quelli.

Litzie si guardò attorno senza avere qualcosa che le occupasse davvero il tempo. Netflix l'aveva stufata e ormai aveva finito gran parte delle serie tv che seguiva di solito, iniziarne una nuova sarebbe stata una tragedia, a mala pena riusciva a seguire quelle di sempre, si distraeva ogni due secondi e quando riportava l'attenzione sulla tv non capiva come fosse possibile che la scena fosse cambiata in così poco tempo. I titoli di coda dell'ennesima puntata di Grey's Anatomy scorrevano sullo schermo piatto davanti a lei, aveva armeggiato un intero pomeriggio per cercare di capire come collegare il pc alla tv, aveva cercato fili e cavi senza sapere come fare, Carlos non era riuscito ad aiutarla così si era dovuta arrangiare da sola collegando la tv e il pc con un vecchio cavo che aveva trovato per caso quando si era messa a cercare nei cassetti del soggiorno.
"E ora che faccio?", si chiese mentre girava tra le mani il telecomando. Dopo la prima settimana di caos dovuta al lavoro tutto si era stabilizzato e aveva trovato più tempo da dedicare a se stessa e a qualcosa che le piaceva. I circuiti di F12019 li aveva provati tutti e ormai non riusciva a migliorare i suoi tempi rispetto a quelli di Carlos, d'altronde era lui il pilota, sarebbe stato un guaio se lei fosse riuscita a superarlo. Il trillo di un nuovo messaggio la fece sobbalzare, Giorgia le chiedeva cosa stesse facendo e lei con calma rispose: mi sto annoiando a morte, non so più cosa fare. La casa l'ho esplorata tutta e non c'è nulla che mi stupisca, oltre non avere la pentola per la pasta. Dammi qualche consiglio. La implorò con fare disperato, aveva persino  aggrottato la fronte nella speranza che migliore amica rispondesse il più in fretta possibile.
Guarda Lando che gioca a Cod, è più disperato di te. DALLE UNA POSSIBILITÀ. Lesse velocemente, alzò gli occhi al cielo e poi entrò su twitch. Diversi piloti erano online che giocavano, Charles sembrava essere impegnato al simulatore come Nicolas e Arthur, senza neanche dare attenzione andò sulla live di Lando. Non stava più giocando a Cod, la sua faccia occupava tutto lo schermo e mangiava piano. Si era rasato i capelli, per coprire quel disastro aveva messo su il cappuccio della felpa, sorrise nel vederlo non poteva di certo dire che non le mancasse. Lo guardò più attentamente, poteva dire che non stesse benissimo, sembrava dimagrito ma allo stesso tempo sembrava aver messo più massa magra, gli occhiali trasparenti coprivano a mala pena le occhiaie, che oscillavano tra il viola e il nero. Non si rese nemmeno conto che stesse piangendo, le lacrime scendevano dandole fastidio al collo, come avevano ad arrivare a quel punto. Si stavano distruggendo a vicenda, ognuno nel proprio orgoglio, nessuno dei due aveva ancora rotto quel muro invisibile che si era creato in meno di un attimo.
Lui ci aveva pure provato a spiegarsi, a dirle come realmente erano andate le cose, ma lei aveva troncato la situazione sul nascere senza se o ma.
Si asciugò con la manica della felpa e cercò di calmarsi, respirò piano e guardò il soffitto nel tentativo di frenare le lacrime. Si rese conto solo in quel momento che gli avrebbe dovuto lasciare la possibilità di spiegarsi, di dire la sua sui fatti che erano successi ad Austuin.
Sapeva che aveva fatto una stronzata e solo ora si era resa conto che anche lui stava soffrendo. Staccò tutto e senza nemmeno accorgersi di quello che stava facendo si alzò dal divano, i piedi andavano, camminava avanti e indietro per il salotto mentre si portò all'orecchio il telefono che stava chiamando Isa.
"Ho fatto una cazzata", aveva detto una volta aver sentito la spagnola rispondere, "non doveva andare così, lui è messo peggio di me", parlò ancora, non dando la possibilità a Isa di capire ciò che stesse succedendo.
"Hey, calma. Cosa è successo? Stai piangendo?", cercò di portarla all'ordine. Sentiva i singhiozzi si dentro le ossa e sapeva che non poteva fare molto se non ascoltarla e aspettare che parlasse di quello che stava succedendo.
"Sto guardando la sua live, non è più lui. Non è più il Lando di una volta. Non è più il mio Lando, dimmi che sta bene. Dimmi che Carlos lo chiama e non lo lascia da solo ai suoi pensieri", parlò preoccupata. Non aveva ancora accennato a volersi sedere.
La sua mente vagava da una parte all'altra, ricordi delle giornate passate insieme e di quello che era successo erano i principali. Lasciò andare un verso di disperazione e ascoltò Isa.
"Amore, è nella tua stessa situazione. Sa che hai chiuso i social e Carlos ha rispettato quello che gli hai chiesto non dando il tuo nick, so che dorme poco e niente e non fa altro che allenarsi con Jon o giocare al computer e simulatore. Datevi tempo, so che tornerete insieme, siete fatti per stare insieme", Isa cercò di calmarla. Non poteva sapere cosa stesse succedendo nella mente della ragazza, ma poteva capire come si sentisse. Certo le crisi con Carlos erano state ben diverse, e in circostanze meno gravi, ma capiva perfettamente l'amica.
"Ok, va bene. Scusa se ti ho disturbato e grazie per avermi consolato un attimo".
"Non dirlo neanche per scherzo, sai che sono qua quando serve. Mi piace fare da cupido", la prese in giro, "ora ti lascio, per qualunque cosa chiama. Sono qua", le disse ancora una volta prima di salutarla e staccare la chiamata. Litzie si sistemò bene sul divano, cercando la live dal computer così da essere più comoda.
Lo guardò ancora mentre chiudeva gli occhi beandosi della sua voce.

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