X. It's you

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19 aprile 2021
📍Imola, Italia

It's you
It's always you
Met a lot of people
But nobody feels like you

So please don't break my heart
Don't tear me apart
I know how it starts
Trust me I've been broken before

Don't break me again
I am delicate
Please don't break my heart
Trust me I've been broken before

[...]

'Cause I want you
I want you
There's nothing else I want

Lando continuò a guardarla mentre dormiva, le ciglia lunghe toccavano appena gli zigomi alti e perfetti. Non si era  innamorato di lei solo per l'aspetto fisico, era una bellissima ragazza ma l'unica cosa che l'aveva colpito di più era il carattere. Era una ragazza che ti diceva le cose in faccia e non aveva paura di cosa quello potesse procurare, l'aveva sperimentato sulla sua pelle un anno prima e di certo non ne andava ben che fiero. Si frenò da passarle una mano sul viso per paura che potesse svegliarla, ma l'unica che voleva in quel momento era  stare con lei. La sera prima, una volta arrivati in hotel, avevano recuperato il tempo perso, facendo diventare quella giornata ancora più indimenticabile. Il trofeo del terzo posto era stato abbandonato sul tavolo all'ingresso della suite, insieme ai vestiti e le borse. Il petto di lei si alzava e abbassava in modo regolare , il seno nudo era coperto dal lenzuolo di cotone e il cuscino sembrava non esistere più, ricoperto dai lunghi capelli più chiari sulle punte. Alla fine cedette e piano le passò un dito come a delineare la forma del suo viso, era la cosa più perfetta che avesse mai visto. Litzie, sembrava apprezzare il tocco leggero dell'inglese perché piano aprì gli occhi, "buongiorno", disse piano in italiano mentre si stiracchiava avvicinandosi al corpo nudo di Lando.
"Mi era mancato il tuo buongiorno", le lasciò un bacio a fior di labbra prima di muoversi sopra di lei, mettendo le braccia flesse ai lati della testa di lei. La catenina era andata a posarsi sul suo collo facendola rabbrividire un attimo. 
"Mh mh", mugugnò lei, mentre gli lasciava dei baci sulla mascella sino ad arrivare al collo muscoloso. Si era dimenticata di cosa significasse avere a che fare con un pilota, la notte prima Lando non si era sicuramente risparmiato di rinfrescarle la memoria, e lei, non si era di certo opposta a quel trattamento. Era stato tutto così lento, e deciso, allo stesso tempo che se ne sarebbe ricordata per un bel pezzo. Continuò a baciarlo su tutto il viso facendolo ridere, di sicuro non voleva uscire da quel letto in un tempo tanto breve. Lando sembrava averla capita e non si oppose affatto. Il giorno prima Charlotte gli aveva lasciato un messaggio, dicendogli espressamente che sarebbe potuto restare lì sino a martedì mattina, poi sarebbe dovuto tornare a casa. Con un colpo di reni Litzie ribaltò la situazione facendo atterrare la schiena del ragazzo sul materasso morbido, d'istinto allacciò le sue mani sui fianchi snelli di litzie, per poi portare una mano sul seno nudo. Gli era mancato tutto di lei e non avrebbe mentito dicendo che anche il sesso faceva parte della lista. Non poteva dire di essere un play boy, la sua unica relazione seria era con lei che stava sopra di lui, in quel momento, e durante quell'anno, in cui l'avevano passato separati, non aveva neanche provato ad incontrare qualcun'altra. La sua mente avrebbe, sempre e comunque, cercato Litzie e lui non voleva prendere in giro nessuno, se non sé stesso. 
"I've been missing you so much", sussurrò mentre alzava la schiena andando a baciare l'estremità eretta del seno, la sentì mugolare a quel contatto. Benché avessero passato gran parte della nottata ad amarsi, cercarsi e desiderarsi, sembravano ancora per nulla sazi. Continuò a baciarla, passando piano le mani sul suo corpo minuto e liscio. Come se conoscesse a memoria quel corpo, sapeva toccare i punti giusti facendola gemere di piacere e sospirare, come alla ricerca di aria perennemente fresca. Le dita lunghe passavano leggere lungo i fianchi, arrivando a soddisfare quel bisogno di piacere, che non faceva altro che aumentare. La guardò negli occhi mentre piano la massaggiava, facendola continuare a gemere sotto il suo tocco.
"Anche tu mi sei mancato un sacco", Litzie fermò i suoi movimenti baciandolo con trasporto, accarezzando i capelli all'attaccatura del collo, erano corti ma appena arrivò al ciuffo più lungo tirò leggermente facendolo gemere, in risposta lui strinse la mano poggiata sul gluteo. Tutto era estremamente lento, entrambi volevano godersi quel momento, senza affrettare le cose. Baci e carezze si trasformarono presto in spinte lente ma decise, ansimi e parole dolci, cercando di imprimere tutto nelle loro menti. Con un colpo di reni Lando la fece tornare con la schiena sul materasso affondando in lei. Litzie non poteva che lasciare graffi sulla schiena di lui, aggrappandosi al suo corpo, le gambe lo tenevano fermo al livello del bacino le loro bocche non avevano smesso un attimo di cercarvi non facendo altro che farli desiderare ancora di più. Non erano neanche lontanamente vicini alla fine. Era un gioco di desiderio, fermandosi appena uno dei due arrivava ad un passo dall'esplodere facendo amplificare il tutto. 
Lando la guardava gemere sotto di lui, le sue labbra creAvano una 'o' perfetta facendo uscire un leggero soffio che gli andava dritto sul collo, rizzandogli i peli sulle braccia. Era la cosa più bella che avesse mai visto, ed era tutta opera sua. 
Il tempo sembrava essersi fermato, concedendogli di amarla come se fosse stata la loro prima volta. D'altronde era la loro prima volta, dopo essere stati lontani fin troppo. Lando chiuse gli occhi all'ennesima spinta, alzò la schiena lasciando che le sue mani vagassero per il petto di Litzie. Aveva qualche succhiotto qua e là, alcuni fatti poco prima altri la sera precedente. Le accarezzò le cosce lisce facendola arpionare a sé. A Litzie per un attimo mancò il fiato. Se avesse continuato così sarebbe venuta prima di quanto si fosse immaginata. Lando se ne accorse, tornando a tormentarle il collo, scendendo piano al seno. Morse piano mentre la guardava sospirare pesantemente mentre alzava in risposta la schiena inarcandola perfettamente. 
"Ti amo"-"I love you", dissero insieme mentre entrambi i corpo tremavano, lasciandosi andare all'unisono. Il tempo era tornato a scorrere.
"Quando devi andare via?", gli chiese Litzie, dopo essersi ripresa completamente. Erano stati per minuti interi senza parlare, facendo aderire perfettamente i loro corpi ormai stanchi. Lando le era scivolato di dosso, facendo in modo che riuscisse a respirare a pieni polmoni. 
"Domani mattina", le disse. Mentre continuava ad accarezzarla sulla pancia piatta, disegnava dei cerchi immaginari che seguivano un senso tutto loro, "devo lavorare al MTC", aggiunse dopo essersi tirato su lasciandole un altro bacio sulle labbra.
Litzie lo guardò mentre si chiudeva in bagno, probabilmente si farebbe fatto una doccia ma non aveva alcuna voglia di seguirlo, continuando a fantasticare su ciò che era appena successo. 
"Non vieni a farti una doccia?", vide la testa del ragazzo spuntare dalla porta e rise piano, non avrebbe potuto dire di no a quel faccino.
"Solo perché sei tu", ribadì lei facendolo ridere. Tutto quello che aveva pensato attimi prima era completamente cambiato. 
Una volta lavati decisero di fare colazione in camera, godendo di quel poco di sole che il meteo italiano aveva permesso. Di andare in giro non se ne parlava nemmeno, così decisero di occupare il tempo in maniera un po' produttiva. La palestra dell'hotel era deserta appena arrivarono. Lando sapeva che Litzie non avrebbe toccato mezzo peso, e così fu, si era divertita tutto il tempo a disturbarlo facendogli qualche foto o facendolo ridere mentre stava sotto sforzo.
"Smettila, do la colpa a te se mi faccio male", la guardò. Non sarebbe riuscito a tenere la faccia seria con lei per più di qualche attimo. 
"Ma io non ho fatto nulla", lo guardò in modo innocente. Lando si avvicinò piano a lei, "certo, infatti non sei venuta più volte nelle ultime dodici ore", glielo sussurrò in modo da non farsi sentire dai ragazzi poco lontani da loro. La vide arrossire di botto coprendosi il viso per istinto, Lando rise.
"Dai su, ho finito, andiamo", le disse mentre la abbracciò da dietro mentre uscivano dalla palestra tornando agli ascensori. 
"Che vuoi mangiare?", Litzie decise di cambiare argomento, sapeva avrebbero mangiato in camera. Nessuno dei due aveva voglia di vedere qualcuno al di fuori dell'altro. Lando alzò le spalle, sapeva essere il suo giorno di sgarro, ma non voleva concedersi troppo.
"Ho capito, decido io", disse ancora lei mentre alzava la cornetta chiamando la reception, "si salve vorrei ordinare qualcosa per pranzo. Doppia porzione di patatine fritte, fettina e insalata", disse il numero della camera e le venne detto che sarebbe arrivato non appena pronto. Lando dall'altra parte della camera stava guardando il telefono. Un messaggio di Carlos scritto totalmente in maiuscolo.

Spero abbiate scopato. Comunque se non le dici tutto vengo lì e ti ammazzo.

Lando rise, rispondendo velocemente. Durante la settimana aveva parlato con lo spagnolo, sapeva che se lei non si fosse fatta viva l'avrebbe fatto lui, in qualche modo. La guardò mentre parlava al telefono salutando gentilmente la receptionist, aveva messo un paio di leggings neri e si era impadronita dell'ennesima felpa sua, arrivandole alle cosce. Tranquilla era andata nel piccolo balcone concedendosi un attimo di pace. Le si avvicinò piano, abbassandosi a baciarle la testa, a quel gesto sorrisero entrambi.
"Venti minuti e arriva il cibo", disse mentre indicava la sedia affianco a lei, dicendogli indirettamente di sedersi accanto a lei. Non c'era caldo, ma il sole batteva e riscaldava appena l'ambiente circostante. 
Lando annuì, "sai, ieri, quando ti ho trovata davanti alla porta pensavo di avere un'allucinazione. Lit, ho passato un anno intero a piangermi addosso, Charlotte per poco non ti chiamava dopo le gare trovando un modo per farti venire e chiarire, Carlos uguale. Volevo dirti che non ho intenzione di fare quell'errore una seconda volta. Non ho intenzione di lasciarti andare tanto facilmente ora. So che dobbiamo recuperare tante cose, ma spero che per te sia lo stesso perché  mi sentirei un idiota". Litzie si girò, guardandolo in pieno viso, aveva gli occhi lucidi e non la smetteva di tormentarsi quelle povere pellicine vicino alle unghie, se avesse potuto si sarebbe scorticato tutte le dita.
"Lando, non ho intenzione di andare da nessuna parte. è stato un anno di merda, in qualunque senso lo si voglia intendere e anche se per qualche ragione sei stato la ragione della nostra separazione ho capito per certo che non posso stare senza te. Abbiamo fatto stronzate entrambi, non ci siamo capiti, ma spero sia servito a farci migliorare perché altrimenti potrei davvero ammazzarti con le mie stesse mani", rispose mentre si alzava dalla sedia andando a sedersi sulle gambe del pilota.
"Sì, ma cosa siamo ora? Ci siamo riavvicinati solo per chiarirci una volta per tutte o vogliamo cominciare nuovamente quello che eravamo una volta?", Lando le pose quella domanda a bruciapelo e lei pensò un attimo a cosa rispondere.
"Perchè non vediamo come va e poi decidiamo? Lando io non ho mai smesso di amarti, nemmeno per un secondo, ma quello che successo mi ha devastata. so che le colpe sono cinquanta e cinquanta, ma quel cinquanta percento mi ha fatto dubitare per così tanto tempo della tua fedeltà che ho bisogno di un po' di tempo per tornare quelli che eravamo una volta", Lando annuì . Capiva cosa intendeva dire Litzie e si assicurò di lasciarle tutto il tempo che le servisse per tornare a fidarsi di lui completamente. 
Gli lasciò qualche bacio sul viso asciugando con i pollici le lacrime che erano scese poco prima, "ora basta, abbiamo ancora qualche ora da passare assieme e non voglio sicuramente piangere", glielo sussurrò facendolo ridere.
"Prima mangiamo, mh? spero tu non abbia preso pesce, odio quando parli in italiano e non ti capisco"
Litzie alzò gli occhi al cielo, "ti pare? Ho visto un documentario orribile. Sto prendendo in considerazione di diventare vegana", disse seria. Qualche settimana prima aveva visto un film su come il governo mondiale cacciava in mare, facendole rizzare i peli delle braccia. Aveva persino pianto alla vista della morte delle balenottere al largo della  costa delle isole Feore. Lando la guardò un po' storto, non si sarebbe mai aspettato una risposta del genere.
"Ho preso pollo patatine ed insalata", disse poi. Nello stesso momento qualcuno bussò alla porta. Dopo aver messo tutto sul tavolo, Lando, lasciò al cameriere la mancia, sedendosi poi a tavola con Litzie. Mangiarono tranquilli, in sottofondo la tv continuava ad andare su un programma alla quale non stavano prestando attenzione.

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