XIII. Torna a casa

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24 dicembre 2021
📍 Milan, Italia

Quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire
Quindi Marlena torna a casa che non voglio più aspettare

Quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire
Quindi Marlena torna a casa che ho paura di sparire

E il cielo piano piano qua diventa trasparente
Il sole illumina le debolezze della gente
Una lacrima salata bagna la mia guancia mentre
Lei con la mano mi accarezza in viso dolcemente
Col sangue sulle mani scalerò tutte le vette
Voglio arrivare dove l'occhio umano si interrompe
Per imparare a perdonare tutte le mie colpe
Perché anche gli angeli a volte han paura della morte

Lando scese dall'aereo nel silenzio più totale cercando di non farsi riconoscere più di tanto. Il cappotto e la cuffia di lana lo proteggevano dal freddo secco italiano tipico del nord. Era appena la vigilia di natale ma avevano deciso di fare una sorpresa ad entrambe le famiglie presentandosi insieme. Non sapevano come effettivamente avrebbero reagito ma speravano in modo positivo. Lando non era tanto amante del freddo e appena le temperature iniziavano a scendere di qualche grado cominciava ad indossare mille strati di vestiti per cercare di riscaldarsi. Trattenne un brivido mentre scendeva le scale dell'aereo attraversando velocemente il tratto di pista in cui li avevano fatti scendere.

Si era maledetto sin dall'inizio per non aver scelto di prendere un jet, non solo per comodità ma anche perché ci avrebbe impiegato meno tempo e sarebbe stato solo. Ma non aveva avuto il tempo di occuparsi di tutto, trovandosi all'ultimo a prendere un biglietto per arrivare in Italia.
Salutò cordialmente le hostess e si precipitò verso l'uscita cercando la macchina di Litzie, uguale tutte le altre intorno a lui. Cercò la macchina nera per un po' fino a sbuffare esasperato, non era per nulla abituato ad aspettare e chiamò la ragazza continuando a cercare con lo sguardo la Fiat Punto nera.
"Dio mio sono tutte uguali. Non ti trovo", disse mentre continuava a camminare per il parcheggio.
Litzie rise mentre si allontanava dalla macchina di qualche metro per cercare il ragazzo, "Lan, non sono tutte uguali. Alza il braccio magari riesco a vederti", continuò lei mentre alzava la testa cercando di vedere sopra i tetti delle macchine.
L'altezza non aiutava sicuramente ma ci provava comunque a cercare un cappellino nero e verde neon per il parcheggio.
"Babe, i look so stupid right now".
"Non credo solo ora, ma va bene. Comunque ti ho visto, continua a camminare dritto davanti a te", gli disse. Tornò vicino alla macchina facendo scattare la sicura per aprire il cofano posteriore, euforica saltellò sul posto aspettando che si avvicinarsi per non fare tanta scena. Non avendo ancora reso pubblica la loro storia cercavano di ridurre al minimo le effusioni d'affetto al di fuori di casa e posti controllati.
"Oh, ti ho vista arrivo", Lando corse, trascinando la valigia dietro di sé, facendo girare qualche persona durante il suo passaggio.
Qualche attimo dopo Litzie era intrappolata tra le braccia di Lando, che non smetteva un attimo di lasciarle baci su tutto il viso. Era passato solo un mese da quando si erano visti l'ultima volta e non avevano avuto neanche tutto il tempo per chiamarsi e tenersi aggiornati su tutto, così avevano aspettato le vacanze natalizie per potersi vedere e stare insieme sino al nuovo anno.
"Sei pronto?", Lando annuì e lasciò che Litzie guidasse tranquilla.
Avevano deciso di passare la giornata della vigilia di natale da lei, in Italia, mentre la mattina dopo si sarebbero trovati su un aereo per volare verso Bristol dove li aspettavano la famiglia di Lando.
"Sì, spero di uscirne vivo".
Litzie rise, tenendo la mano di Lando unita alla sua per fargli capire che sarebbe andato tutto bene, "tranquillo nessuno ti odia, sanno tutto".
A quel punto il ragazzo sembrò rilassarsi un attimo.
Quando Litzie era tornata in Italia dopo aver passato il primo lockdown in Inghilterra, aveva raccontato come fossero andate realmente le cose tra loro due, ponendo Anna ad ammettere che perdonare Lando non era poi una mossa azzardata come aveva sicuramente pensato all'inizio. Non poteva dire di conoscerlo bene perché l'aveva visto solo poche volte ma conosceva abbastanza sua figlia da capire quanto lei, dopo la rivelazione di Lando, ci tenesse davvero a tornare da lui. Non perché sottona o altro ma perché sapeva di aver trovato in lui l'amore della sua vita.
Continuarono a conversare per il resto del tragitto, cantando qualche canzone o cercando di insegnare a Lando qualche parola in italiano.
"Babe, is rrisotto not risoto".
"It's the same for me".
Litzie lo guardò scioccata ogni volta ci provava a fargli capire la vera pronuncia delle cose ma lui non si sforzava nemmeno a migliorare quel poco di italiano che sapeva. Nemmeno Daniel era riuscito ad insegnargli qualcosa durante la stagione.
"Ci rinuncio", disse Litzie mentre fermata la macchina nel parcheggio dopo aver fatto una manovra perfetta. Lando rise, lo faceva di proposito a dire le parole in modo sbagliato per sentire lei parlare in italiano. Non sapeva cosa gli succedeva, ma appena lui la sentiva parlare in quella lingua che sapeva a malapena gli veniva la pelle d'oca.
Uscirono velocemente dalla macchina cercando di non bagnarsi dato che aveva appena iniziato a piovere. Lando la seguì in silenzio mentre salivano le scale sino al terzo piano, le prese la mano nell'ultima rampa dicendole indirettamente di aspettarlo.
"Cos'è Norris, hai perso le forze durante questi giorni di pausa?", lo sfottè lei. Erano fermi nell'androne aspettando che qualcuno aprisse la porta.
"In effetti sì, Jon mi ha distrutto l'altro giorno", appoggiò la testa sulla spalla della ragazza, lasciandole un leggero bacio sul collo.
Litzie gli accarezzò la base del collo, "bhe dai, per una settimana ti ha lasciato libero no?".
Lo vide annuire, "sì, anche lui ha il diritto di stare con i suoi parenti".
"ANNA, VIENI A VEDERE!", Fabiana li fece spaventare, procurando una risata generale, "scusate non volevo. Lando, che bello rivederti".
Lando sorrise mentre entravano in casa lasciando la valigia appoggiata al muro, tanto l'avrebbe svuotata in un attimo.
Litzie e Fabiana continuarono a parlare in italiano non facendo capire nulla al ragazzo che le guardava sbalordito, sembrava si stessero per picchiare dal modo in cui muovevano le braccia, la parlantina era troppo veloce anche solo per provare a capire ciò che dicevano quindi ci rinunciò a prescindere.
"Lando? Oh my god. I didn't know you will come, hi", Anna si presentò, aveva un grembiule e i capelli legati in una coda disordinata.
Sapeva che non sarebbe uscito sano da quella cena, erano solo in quattro ma sembrava essere pronto per un esercito.
"Hi, Anna", Lando le allungò la mano ma lei lo intrappolò in un abbraccio. Non avrebbe immaginato di ricevere così tante gentilezze dalla famiglia di Litzie ma appena Anna gli strinse le braccia al petto si rilassò. In quel momento capì, tutto era tornato come una volta e non poteva che andare meglio.
Le solite domande di circostanza vennero fatte mentre tutti si impegnavano a fare qualcosa, lui e Litzie erano stati incaricati di apparecchiare la tavola, mettendo al centro tutte quelle sfizioserie che avrebbe mangiato, sperando che Jon non lo venisse a sapere.

"Tutto ok?", Litzie gli chiese mentre finivano di mangiare la fetta di panettone con la crema allo zabaione appena preparata. Fece scivolare una mano sulla guancia di lui accarezzandolo. Lando sorrise annuendo.
"Sì, sto solo scoppiando", rise mentre si passava una mano sul ventre.
Litzie rise, "adesso faccio la spia con Jon", disse facendogli una linguaccia.
Lando alzò gli occhi al cielo, "non lo farai", le disse all'orecchio mentre muoveva la sua mano lunga la schiena facendole venire i brividi.
Litzie lo guardò sconvolta, non aveva mai dimenticato i suoi punti deboli e stava tornando a farne pieno uso. I baci sul collo, le sfiorate sulla schiena, tenersi per mano con solo il mignolo o massaggiarle il capo facendola addormentare.
"Bhe ragazzi, è arrivata l'ora dei regali", Anna si alzò dal tavolo finendo di pulire e mettere nella lavastoviglie tutti i piatti sporchi. Litzie la guardò felice mentre si alzava e correva verso camera sua per prendere tutti i pacchi che aveva fatto. Lando la guardò, appena iniziava il periodo natalizio Litzie iniziava a splendere di una luce nuova che in pochi riuscivano a vedere. Amava preparare i biscotti alla cannella e riempire la casa di decorazioni e regali, che venivano aperti la notte della vigilia, poco prima della mezzanotte. Solo quell'anno avevano fatto un'eccezione.
L'inglese tornò a prendere la valigia e distribuì i regali a tutti, lasciò Litzie per ultima.
Si erano detti l'un l'altro di non farsi regali ma alla fine non avevano resistito, così Lando, con un sorriso perfetto sulle labbra, aveva consegnato una piccola scatola alla ragazza.
"Ma avevamo detto niente regali".
"Ma io volevo fartelo, quindi tieni", riprese il regalo poggiandolo nuovamente sulle mani di Litzie.
Tutti aprirono i regali in silenzio, anche Lando aveva ricevuto il suo da parte di Anna, che già aveva capito che sarebbe venuto qualcuno.
Le signore si trovarono tra le mani un braccialetto fantastico e invece Litzie, ancora un po' scioccata, aprì la scatolina trovando un anello e una collana di oro bianco. Erano la cosa più preziosa che avesse mai ricevuto.
Lando la guardò scettico e con un po' di paura, non sapendo se le fosse piaciuto o meno, "quindi, ti è piaciuto?"
Litzie lo guardò, abbracciandolo qualche attimo dopo.
"Certo che mi è piaciuto Lan, è bellissimo. Me la metti?", gli alzò i capelli incitandolo a chiuderle la collana intorno al collo.
"Ti amo"
"I love you more".

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