Capitolo 38#Fuga dalla Roccatetra

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-Will- sentii sussurrare.

Era una voce acuta e famigliare, solo che la mia mente stanca non riusciva ad associarla ad un volto.

-William- chiamò un'altra voce. Balzai in piedi e scrutai il buio oltre le sbarre.

Solo una persona mi chiamava così in tutto il paese delle meraviglie e il viso, o meglio il becco, di quella persona uscì dalle tenebre in quel momento.

-Ti abbiamo trovato!- constatò una figurina ancora avvolta nel buio.

-Liberalo.

-No, liberalo tu.

-No tu.

Anche quelle voci le avevo già sentite fin troppe volte. Erano quelle di Pinco e Panco.

-Faccio io- sbuffò la ragazza che aveva parlato prima. Si avvicinò alla grata, il volto coperto da un ciuffo biondissimo.

Ci misi un attimo ad assimilare tutte le informazioni e capire quello che stava succedendo attorno a me.

Solo quando vidi la ragazza inginocchiarsi e scoprirsi il volto facendomi capire che era Lela intuii anche che mi volevano liberare.

-Ma che ci fate qui?- sbottai avvicinandomi alle sbarre.

-Ti salviamo naturalmente mi rispose Lela tenendo la lama della spada nella serratura. Il modo in cui aveva sottolineato "naturalmente" mi fece irritare però il mio cervello continuò a sfornare le domande che si era dovuto tenere dentro per molto.

-Alice...- sussurrai facendo alzare la testa della bionda dal suo lavoro -...sta bene?

Ricevetti un "per ora" detto con un tono che non ammetteva repliche. Mi mancava. Mi mancava vedere la determinazione nei suoi occhi che avevo visto quando si era finta "Ehm". Probabilmente era entrata nel castello di nascosto per salvare Tarrant...o Luke o...quella piccola parte del mio cervello che ancora funzionava si riufiutava di credere che Alice fosse venuta lì per me. Però volevo vederla. Sapere da lei come stava. Probabilmente male, anzi, molto probabilmente. L'avevo trascinata in questa follia e se era ferita chissà dove era solo colpa mia. Mi mancava. Tremendamente.

-Ma le guardie? La sicurezza?- mi spazientii. Una fuga non sarebbe stata così facile. La Regina poteva essere stupida ma i suoi scagnozzi erano anche troppo intelligenti.

A dispetto di tutte le mie lamentele la serratura scattò e la porta che mi era stata chiusa alle spalle ore prima si aprì con un cigolio metallico.

-L'unico testimone della tua evasione è il tuo compagno di cella- scherzò Lela indicando lo scheletro -e non credo che sarà un problema.

Nonostante la situazione fosse terribilmente sbagliata e tremendamente pericolosa sorrisi e venni ricambiato dai miei salvatori. Solo allora notai le loro facce stanche. Pinco e Panco avevano un grosso cuore marchiato sulla fronte e la mascella rotonda piena di graffi. Capitan Libeccio non aveva più gli occhiali, si dovevano essere rotti, e il becco era scheggiato. Per non parlare dei vestiti a cuori di tutti. E Lela...che dire di quella ragazzina forte e tenace. I capelli erano disordinati, i vestiti sembravano strozzarla dato che non faceva altro che passarsi l'indice e il medio nel colletto e poi gli occhi...erano senza luce. Ma tutti sorridevano. Come ha sfidare la maledetta che ci aveva condannati a tutto questo.

-Non perdiamo tempo- ci interruppe Lela avviandosi per il corridoio. Tutti ci incamminammo altezzosi anche se i piedi facevano male e gli occhi erano stanchi di tutto quell'orrore.

Strizzai gli occhi per abituarmi alla forte luce delle candele che faceva contrasto con il buio a cui ero diventato ormai abituato.

Faticai non poco a stare dietro alla furia bionda che, armata di spada, faceva strada trai corridoio assomigliando più che altro ad un leone nella Savana. Le chiesi più volte dove stavamo andando e quando per la terza volta non ricevetti risposta mi preoccupai, ma non insistetti.

Il nostro piccolo clandestino arrivò davanti ad una tenda che Lela spalancò con totale noncuranza rivelando una porta di legno violaceo. La aprì velocemente e mi spinse dentro insieme agli altri per poi chiudersela alle spalle.

Era una stanzetta piccola con solo una finestra minuscola. Il pavimento di legno era quasi interamente coperto di tappeti raffiguranti mazzi di carte.

Ma l'importante non era l'aspetto di quella stanza, bensì le persone che vi erano all'interno.

-Luke!- quasi gridai correndo ad abbracciare il mio amico.

Anche sotto una maschera di stanchezza e tristezza mi sorrise ricambiando la stretta.

-Axel...?- balbettò Lela lasciando cadere la lama e correndo ad abbracciare il ragazzo con i capelli grigi e blu che se ne stava tranquillamente stravaccato sulla scrivania. Lo stregatto barcollò un po' prima di ricambiare la stretta e affondare in viso nei capelli biondi della ragazza.

Trattenni una risata a quella visione. Non avevo mai visto Lela abbracciare o dimostrare affetto in qualche modo. Mai. Credo che dopo aver visto questo posso aspettarmi di tutto dalla vita.

Però rimasi anche scioccato. Entrambi avevano caratteri freddi e distaccati. Lela era la classica ragazza che vuole fare tutto e che non si fa intimidire. Lo stregatto...beh, lui è pazzo! Non intendo dire matto, tutti sono matti qui, e non voglio dire strano, è una parola che si può riferire più che altro all'aspetto fisica. Lo stregatto era pazzo, lunatico, matto, un concetrato di stranezza e mattezza.

Insieme erano tremendamente sbagliati e tremendamente perfetti.

Quando tutti ebbero salutato i due ragazzi qualcuno ricordò il nostro piano e senza dir nulla uscimmo tutti dalla sala.

Sei persone e un dodo creano abbastanza rumore in un corridoio stretto ma per qualche grazia divina riuscimmo tutti ad uscire senza farci notare.

Il sole appena sorto mi colpì gli occhi costringendomi ad abbassare lo sguardo.

Ma non potei gustarmi il sole che non vedevo da tempo perché il piccolo giardino in cui eravamo arrivati, che doveva essere deserto, era pieno di carte.

Ci nascondemmo dietro un muro. Erano radunate intorno a qualcosa o a qualcuno.

Strinsi i pugni fino a far penetrare le unghie nella carne quando sentii risuonare la voce di Ian e le sue parole aumentarono ancora di più la mia rabbia.

-Alice...ma certo come ho fatto a non capirlo?

Alice in Wonderland, return to UnderworldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora