Il tribunale era enorme e dalla mia posizione potevo vedere tutto. Il Re e la Regina di cuori erano seduti in trono, circondati da una gran folla.
Il Fante stava davanti, incatenato, con un soldato da un lato e l'altro.
Accanto al Re stava il Bianconiglio con la tromba nella zampa destra e un rotolo di pergamena nella sinistra. Nel mezzo della corte c'era un tavolo pieno di torte, torte alla crema, alla panna, al cioccolato, crostate e torte alle mele, d'apparenza così squisita che mi venne l'acquolina in bocca.
I dodici giurati erano affaccendati a scrivere su delle lavagne.
Mi sporsi in avanti, verso la fila dei fanti in cerca di Luke.
- Che fanno? - gli bisbigliai nell'orecchio quando lo vidi- Non possono aver nulla da scrivere se il processo non è ancora cominciato.
- Scrivono i loro nomi- sussurrò lui- temono di dimenticarseli prima della fine del processo.
- Che stupidi! - esclamai sprezzante, ma tacqui subito, perché il coniglio bianco, esclamò: - Silenzio in aula!
Dando un occhio ai giurati, vidi che scrivevano "stupidi" sulle lavagne; inoltre un passerotto non sapeva scrivere "stupidi" e sbirciò la lavagnetta del vicino.
Ero divertita e preoccupata allo stesso tempo. Se quei giurati erano tanto incompetenti, per il ragazzo accusato non ci sarebbe stata una possibilità di sopravvivenza e questo no, non lo avrei permesso.
-Leggete l'atto d'accusa- ordinò la Regina al coniglio il quale diede tre squilli di tromba, poi spiegò il rotolo della pergamena e cominciò a leggere.
-Il figlio del fante di cuori, Will Scarlett, accusato di aver tormentato, irritato, stuzzicato, adirato, turbato, messo in agitazione, offeso...
-Basta!- strillò la Regina facendo sussultare il coniglio -vai al punto!
-...Sua Maestà, la Regina di Cuori, in seguito all'esilio di suo padre, per atto di pura ed egoistica vendetta rubò a Sua Signoria tre crostate di moribes!- finì il coniglio gettando a terra la lunghissima pergamena.
-Ponderate il vostro verdetto! - disse il Re ai giurati.
- Non ancora, non ancora- interruppe il Bianconiglio. - Vi sono molte cose da fare prima!
- Chiamate il primo testimone - disse il Re. Il coniglio bianco diede tre squilli di tromba, e chiamò: -Il primo testimone!
Il testimone era il Cappellaio.
Si avvicinò e pronunciò il giuramento sbattendo una tazzina in faccia al Fante di Picche al momento di dire "lo giuro".
Poi si andò ad accomodare con una teiera a fiori tra le mani che appoggiò sul cappello prima di cominciare a scusarsi.
-Perdonatemi, Maestà, se vengo con le mani impegnate; ma stavo ancora prendendo il tè quando i soldati mi hanno chiamato per venire qui.
Abbandonai la testa tra le mani, ormai certa della morte dell'accusato.
- Avreste dovuto finire. - rispose il Re - Quando avete cominciato a prenderlo?
Il Cappellaio guardò il Leprotto Marzolino che lo aveva seguito in corte, tenendo a braccetto una ragazzina dai capelli biondissimi, alta e slanciata, con dei profondi occhioni neri.
- Credo che fosse il quattordici di marzo - disse il Cappellaio.
- Il quindici! - esclamò il Leprotto.
- Il sedici - sussurrò la ragazzina.
- Scrivete questo! - ordinò il Re ai giurati.
E i giurati si misero a scrivere prontamente sulle lavagne.
- Levatevi il cappello - disse il Re al Cappellaio.
- Non è mio - rispose il Cappellaio.
- È rubato allora! - esclamò il Re volgendosi ai giurati, i quali subito annotarono il fatto.
- Li tengo per venderli, questo che porto sempre inoltre era per una persona in particolare. Non ne ho di miei. Sono il cappellaio- soggiunse il Cappellaio per scusarsi.
La Regina inforcò gli occhiali e cominciò a fissare il Cappellaio che diventò pallido dallo spavento.
- Dicci quello che sai - disse la Regina - e non aver paura...ti farò decapitare immediatamente.
Queste parole non incoraggiarono il testimone, che non si reggeva più in piedi. Guardava angosciosamente la Regina e ogni tanto dava un occhio al ragazzo incatenato che lo supplicava silenziosamente.
- Dicci quello che sai - ripetè adirata la Regina - o ti farò tagliare la testa, non spaventarti.
Il Cappellaio cominciò ad accampare scuse e stratagemmi, che comunque i giudici annotarono sulle lavagnette. L'accusato era sempre più disperato.
-Riuscirà a salvarlo, fidati- mi sussurrò la ragazza bionda all'orecchio.
-E tu come ne sei tanto sicura?- le domandai arrabbiata.
-Will è come un figlio per lui, troverà il modo- mi zittì incrociando le braccia al petto.
-Alla fine dei fatti finiti, sono assolutevolmente convinto della completa innocenza di Will- disse il Cappellaio prima di lasciare l'aula insieme alla ragazza e al Leprotto lasciandomi a bocca aperta.
- Non importa - disse il Re per rassicurare la Regina che stava già scattando in piedi - Chiamate il secondo testimone.
-Ian Pluve!- esclamò il coniglio dopo aver consultato la lista.
Mi sporsi e guardai da ogni parte in attesa di conoscere il volto della persona cui apparteneva quel nome a me sconosciuto.
Dalla fila dei figli dei fanti si alzò un ragazzetto alto e scheletrico interamente vestito di nero, con le maniche della camicia abbastanza corte da lasciar intravedere il tatuaggio di un grosso seme di picche.
Al momento di giurare si scostò dal volto una larga ciocca corvina lasciandomi vedere il sorriso beffardo che gli aleggiava sulle labbra.
Will nascose la testa tra le braccia tenendo alte le mani incatenate, solo dopo ne compresi il motivo.
-Tu dov'eri quando questo terribile evento fu commesso?- chiese il Re.
-Con mio padre ad allenarmi- rispose il ragazzo rivelando la sua voce tagliente come la lama di un coltello -Cosa che Will dovrebbe imparare a fare- sussurrò poi facendo scattare in piedi dalla rabbia l'interessato.
-Non tutti siamo marionette della Regina- ringhiò a denti stretti Will cercando di sciogliere le catene.
-Silenzio in aula!- strillò il coniglio saltellando da tutte le parti.
-Quindi non eri presente?- chiese ancora il re.
-No, ma posso dirvi la mia sincera opinione che colloca il nostro Will al posto del colpevole- rispose Ian con un sorriso furbo sulle labbra.
-Ma tu non...- cominciò Luke alzandosi in piedi.
-Silenzio!!- strillò la Regina facendo ammutolire il biondino che si sedette di nuovo con la mani ancora strette in pugno.
La testimonianza di Ian continuò così, tra le sue accuse taglienti, gli scatti di rabbia di Will e le urla di Luke che subito dopo fu chiamato a testimoniare.
-Cos'hai da dire a riguardo?- chiese il Re con un tono stanco.
-Non è stato lui! Com'è possibile che qua dentro siate tutti così stupidi?! Ho visto chi è stato ed era un po' più alto di Will!- urlò Luke rosso in volto.
Sobbalzai spaventata dal coraggio con cui quel bambino lanciava le sue accuse contro la Regina e il Re.
Il Re dal canto suo continuò a sbadigliare e a strofinarsi le mani.
Luke venne portato a sedersi dalle guardie che lo tennero fermo per paura che scappasse.
-Chiamate l'ultimo testimone- disse il Re- Mia cara, l'altro testimone dovresti esaminarlo tu, sono molto stanco.- sussurrò poi alla Regina che assentì.
Osservai il coniglio che esaminava la lista, curiosa di vedere chi fosse l'ultimo testimone.
-Alice!- strillò il coniglio.
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Alice in Wonderland, return to Underworld
FanfictionC'era una volta una bambina. Una bambina come tante altre. Una bambina che si perse nel Paese delle Meraviglie. Conoscete già la storia, vero? Impossibile. Perché? Beh perché questa è una storia che non ha ancora trovato il suo epilogo... Sorpresi...