Capitolo 47#Ti aspetterò...sempre

659 63 8
                                    

#SPAZIO IN CUI VI DO UN PO' FASTIDIO PRIMA DI LASCIARVI IL CAPITOLO#
Ciao a tutte le mie boccette di mezzastazza! Come state? Io benissimo! Sono qui per ringraziarvi perché siamo arrivati a quota 1K! Chi mi conosce da un po' deve sapere che questa storia è molto importante per me ed essere arrivata ad un tal numero di voti è una gioia immensa.
Coooomunque...con grande gioia di tutti i fan della ship wilce...ecco un capitolo con i nostri due eroi come protagonisti!
Ora mi dileguo e noi ci vediamo al capitolo 48 (un capitolo parecchio importante, insieme al 49, 50,51...beh sono tutti molto importanti questi capitoliX)
Bacetti a tuttiii♡
XxAnna_2901

Ed era venuto quel giorno. Alla fine, inevitabilmente, era arrivata la scelta, cadendo su di noi come una doccia fredda.

Non era solamente un problema di Alice, ma di tutti noi. Noi che dovevamo aiutare una persona che aveva dimenticato tanto, aveva dimenticato la sua forza, la sua potenza, la sua moltezza.

E noi tutti ci avevamo provato, avevamo tentato di farla ricordare, ma con gli incantesimi della memoria non si scherza. Quel ricordo, il ricordo di questo mondo, di tutti, di me, era stato estirpato dalla sua mente. Ne erano rimaste alcune fini radici, ricordi che apparivano a lei come sogni e niente più.

Mi dispiaceva, che dopo tutti quegli anni per lei ero solo un sogno, solo un incubo.

Era appena alba quando mi svegliai di soprassalto dopo una notte calma e tranquilla, più calma e tranquilla del solito. Perché lei aveva dormito tra le mie braccia.

Mi svegliai di colpo perché non sentivo più il suo dolce respiro sul mio collo e la sua mano candida sul mio petto.

Uscii dal letto spaventato e mi sedetti sul bordo con aria febbrile. Era andata via o comunque non era lì con me.

Infilai stivali e camicia velocemente. Quando uscii dalla stanza pensai di trovare un putiferio, persone che correvano spaventate, o peggio.

Ma mi accolse solo un silenzio, quasi innaturale che mi fece salire il cuore in gola.

Camminai per quei corridoi cercando disperatamente un suono, un qualsiasi rumore, un cigolio, un sospiro, qualsiasi cosa, perché quel silenzio mi ricordava il labirinto.

Cominciai a provare tutte le porte. Magari erano usciti tutti per discutere sulla decisione da prendere senza avvisarmi.

Aprii una porta, senza pensare a bussare, trovandomi davanti ad uno spettacolo insolito che mi fece sorridere.

Era la camera di Axel, che se ne stava sdraiato beatamente sul letto dalle lenzuola aggrovigliate. Ma la cosa più strana, divertente e dolce, aveva dei capelli biondissimi, gli occhi delicatamente chiusi e un sorriso sulle labbra.

Chiusi la porta quasi con spensieratezza, ero felice per (se così si può definire) il mio amico.

Poi un suono catturò la mia attenzione, un sussurro appena accennato, lontano, che si perdeva nell'aria che sapeva di pulito. Ma lo udii nitidamente e lo seguii come un animale dietro la preda. Quella era la voce di Alice.

Arrivai di fronte ad una porta come tutte le altre, ma questa volta bussai. Quello che mi trovai davanti però non mi divertì.

Quella che avevo udito non era la voce di Alice, ma un suo singhiozzo.

La ragazza mi guardava, stupita dal mio ingresso, gli occhi azzurri traboccanti di lacrime, la vene sottostanti gonfie e rosse, la labbra troppo rosse, la pelle troppo pallida. Quella visione fu come una pugnalata al mio cuore e senza rendermene conto corsi da lei, ignorando la Regina che ci guardava con un sorriso malinconico.

Alice in Wonderland, return to UnderworldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora