Mi alzai e me ne andai. Ci provai almeno. Dicono che il "voltarsi indietro" sia naturale, ma è strano che io, quello strano, quello diverso, quello pazzo, quello completamente fuori dalla norma, mi girai a guardarla prima di aprire la porta e chiuderla alle mie spalle.
Lela era in una posizione innaturale, una di quelle che assumi durante il sonno senza rendertene conto e che poi magari alla luce del sole ti sembrano scomode. Il capelli biondissimi splendevano sotto la luce della luna che entrava dalla finestra e le incorniciavano perfettamente il viso sereno.
Quando uscii da quella stanza mi fermai davanti alla porta guardandola un po' più del dovuto, come se avessi potuto vedere attraverso essa la ragazza che riposava all'interno.
Sospirai e sorrisi come un idiota senza saperne il motivo.
Feci per allontanarmi e cercare un balcone, un'uscita addirittura, qualche luogo dove prendere una boccata d'aria. Ma qualcosa, qualcuno, mi fece fermare di scatto.
-Ehm ehm...- si schiarì la gola quel qualcuno.
Mi voltai lentamente cercando di fermare la coda che vibrava per lo spavento.
Ad aver attirato la mia attenzione era Tarrant che se ne stava appoggiato allo spigolo di una porta con il cappello tra le mani.
-Bella nottata, eh?- commentò sarcasticamente guardandomi di sottecchi.
Dovete sapere che una strana legge regola gli stregatti, quando siamo arrabbiati scodinzoliamo. In quel momento, irritazione e imbarazzo si fusero in un lungo, incessante movimento della mia coda.
Odio le persone che si fanno gli affari miei, nessuno a Sottomondo sa del mio passato, solo Mirana e...Lela. Odio chi si fa i fatti miei, solo a lei era permesso farlo, solo lei riusciva a scavare dentro me, solo lei sapeva leggere tra i miei scarabocchi.
Notando che il Cappellaio non aveva la minima intenzione di muoversi decisi di andarmene, ma anche in questo tentativo mi bloccò.
-Ti piace, non è vero?- mi domandò afferrandomi il braccio.
Era strano vedere Tarrant serio, come vedere un pagliaccio piangere o un depresso ridere, era strana anche la domanda. Avevo tentano numerose volte di capire i miei sentimenti, senza successo. Ma adesso sentire questa domanda, per davvero, mi stupì.
Cosa provo per Lela?
So che la trovo carina.
So che potrei elencare 1000 suoi pregi lasciando in sottopiano quei pochi suoi difetti.
So che quando sto con lei sto bene.
So che quando lei non c'è mi manca infinitamente.
È questo l'amore?
Sembra così strano affrontare un argomento simile. Io sono uno stregatto, gli stregatti NON amano, gli stregatti sono subdoli, infidi e...soli.
Eppure in quel momento avevo bisogno di Lela come dell'aria, può sembrare stupido, ma è così che mi sentivo allora.
Stupido, infinitamente stupido, ma essere innamorati vuol dire essere stupidi...insieme.
Mi avvicinai a Tarrant fino a trovarmi di fronte al suo orecchio per sussurargli una cosa. Nessuno ci avrebbe sentito però abbassai la voce comunque, come se quello che stavo per dire non fosse assolutamente da rivelare, come fosse un segreto indicibile.
-Mi sono innamorato di lei come un coglione- sussurrai imbarazzato ridendo. Immaginando i suoi occhi, i suoi capelli in disordine, il suo profumo.
Il Cappellaio mi sorrise e io gli fui grato che non avesse parlato, perché l'unica cosa di cui avevo bisogno era il silenzio.
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Alice in Wonderland, return to Underworld
FanfictionC'era una volta una bambina. Una bambina come tante altre. Una bambina che si perse nel Paese delle Meraviglie. Conoscete già la storia, vero? Impossibile. Perché? Beh perché questa è una storia che non ha ancora trovato il suo epilogo... Sorpresi...