Capitolo 1: Una vecchia casa

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Può la curiosità di una giovane ragazza, mettere a repentaglio la vita di tutti gli esseri umani? Certo che può, caspita se può.

Alle porte della cittadina di Helldale si trovava una piccola casetta il cui aspetto lasciava a desiderare. Fabbricata interamente in legno scuro, probabilmente verso la fine del 1200, l'edificio faceva trasparire tutti i suoi secoli al primo sguardo.

Il terrazzo, che posava direttamente sul porticato, sembrava in procinto di crollare; per non parlare del parapetto che avrebbe dovuto circondare tutto il balcone, ma al quale ormai mancavano decine di assi.
Le finestre arricchivano tutti i lati dell'abitazione: erano semplici, con le vetrate oscurate e sporche per nascondere l'interno dell'abitazione.

Tutt'attorno vi era un giardino attraversato sulla destra da un piccolo sentiero che portava a una serra piena di piante d'ogni tipo, tra cui spuntavano persino delle palme. La porta di legno era sigillata per non fare entrare quella disgraziata di Priscilla, che amava mangiare di tutto.

«Buongiorno! » esclamò Amelia facendo un ingresso trionfale nella cucina della vecchia casa.

I suoi lunghi capelli mossi risplendevano come la seta sotto la luce del sole mattutino che filtrava dalla grande finestra posta di fronte al tavolo da pranzo. La chioma nera era in netto contrasto con il maglioncino color senape indossato dalla ragazza quella mattina.

«Buongiorno tesoro!» disse zia Daisy. «Ho fatto i pancake!» annunciò prima di impiattare la colazione con un gran sorriso che si rifletteva nei suoi occhi color smeraldo.

«Diventerò più largo che alto!» protestò Amos, roteando i suoi occhi scuri verso l'alto.

«Amos Clement Baker Dumont!» ribatté la zia portando le mani sui fianchi. «Devi crescere!»

Il volto di Amos cambiò sentendo pronunciare il suo nome per intero da sua madre. 

«Ma zia, ha quasi centoventi anni!» commentò Amelia iniziando a ridere e facendosi andare di traverso il succo d'arancia. 

«E io centosessantaquattro, ma continuo comunque a mangiare.» asserì di nuovo lei, mostrando le sue forme nascoste dal grembiule sporco di marmellata alla fragola.

Dall'altra parte della casa si sentì un fievole miagolio proveniente da una gattina dagli occhi verdi e dal pelo veramente lungo. La bestiola entrò in cucina dirigendosi verso zia Daisy.

«Buongiorno anche a te, Priscilla!» disse la donna prendendo dei croccantini da un vasetto nella dispensa; dopo che la zia li ebbe versati nella ciotola la gattina iniziò a mangiarli con estrema foga.

«Bene...» si inserì Amelia, pulendosi la bocca con un tovagliolo di stoffa posto accanto al piatto.
«Era tutto buono, zietta!» si alzò da tavola e con un bacio ringraziò sua zia, che intanto si stava portando avanti con il pranzo.
Nel mentre, Amelia, prese in braccio Priscilla che miagolò.

«Ora avrai tutti peli bianchi sul maglioncino nuovo...» commentò Amos alzandosi da tavola con ancora un boccone di pancake in bocca.

Amelia non fece caso al commento di suo cugino ed incominciò ad accarezzare il gatto che si mise immediatamente a fare le fusa.

«Come si sente la nostra piccola quasi streghetta?» esordì la zia che lasciò lo stufato a bollire sui fornelli per guardare sua nipote.

«Bene!» mentì. «Come dovrei stare?» rispose lasciando andare Priscilla che corse fuori dalla stanza.

«Dicevo!» disse alzando le spalle pulendosi le mani sul grembiule che magicamente era tornato pulito.
«È la tua ultima settimana da non strega!» ondeggiò la testa avvicinandosi ancora di più a sua nipote.

«Vado a mettere in moto la macchina, così ti accompagno a scuola...» si inserì Amos lasciando le due donne a parlare tranquillamente.

«Mi sento normale.» mentì di nuovo la ragazza, allontanandosi per prendere la giacca marrone dall'appendiabiti vicino la porta di servizio sotto lo sguardo amorevole di sua zia.

«Mi fa piacere che tu sia tranquilla...» ammise con un sospiro.
«il 13 novembre si avvicina!» disse infine la zia con un sorriso amorevole sulle labbra.

Così Amelia salutò sua zia con un lungo abbraccio e si diresse verso l'auto per andare a scuola.

Amelia e la porta dell'infernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora