Capitolo 26: Il libro

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Attraversarono il giardino velocemente e Noah rimase sorpreso dall'antichità dell'abitazione della sua amica.
Amelia lasciò cadere Priscilla sul terreno, prima che potessero entrare in casa.

«Carina!» esclamò il ragazzo mentre saliva le scalinate di legno cigolanti.
Alzò il naso all'insù per scrutare ogni dettaglio della casa: dai vasetti di cactus appesi sul muro, al zerbino con scritto "Welcome" proprio sotto i suoi piedi.

La ragazza aprì la porta, facendo uno stridulo come se fossero in una casa degli orrori.

«Amelia, sei tu?» esclamò qualcuno dall'altra stanza. Ecco che comparve Daisy uscendo dalla cucina con uno strofinaccio in mano.

La ragazza sorrise imbarazzata, quando Noah si presentò con un baciano alla donna facendola arrossire.

«Lui è in mio compagno di scuola.» sottolineò prima di creare equivoci. L'espressione del ragazzo si rattristì per un secondo, prima di salire al piano di sopra.

«Andiamo in camera tua?» domandò ammiccando e il suo occhio cadde sul sedere della giovane, mentre salivano le scale.

«Sei venuto per molestarmi o per aiutare nelle ricerche?» chiese infastidita, voltandosi verso di lui a metà del percorso.

Alzò le mani in segno di resa e sorrise vedendo l'espressione seccata di Amelia.

«È un momento delicato, non serve pensare a queste cazzate!» ribadì tornando a camminare.

Imboccò il corridoio per poi fermarsi davanti la camera di suo cugino, che era leggermente aperta. Bussò, facendola spalancare; dentro non c'era nessuno, il letto era sfatto e la libreria era spostata.

«Dove andiamo?» esordì Noah attraversando la stanza, per poi entrare nel nascondiglio di Amos. «Woah!» esclamò rimanendo a guardare i meravigliosi quadri appesi.

«Hey, Amos!» chiamò la ragazza entrando nella stanza, che era un vero casino.

Il ragazzo era concentrato a leggere delle istruzioni su un libro argento e non riusciva a scollarsi da lì.

«Ciao! Io sono Thomas!» disse il ragazzo, attirando l'attenzione del ricercatore.

«Oh ciao! Sei il suo nuovo ragazzo?» domandò alzando lo sguardo verso di loro.
Amelia sembrò schifata da quella domanda e rispose con un «No!» secco.

«Ci serve il tuo aiuto sugli omicidi che si stanno verificando all'Accademia.» spiegò la ragazza, che sembrava più un ordine e Amos non trovò via di scampo.

«Si ho saputo... Di Eliot...» il suo volto si irrigidì. «Lo avevo conosciuto quando ero anche io uno studente...» abbassò di nuovo lo sguardo sul libro. La notizia lo aveva distrutto, era il suo migliore amico quasi un secolo fa. Lo aveva aiutato in tutto e fu grazie a lui che Amos, si appassionò alla scienza.
«Quindi cosa dovrei fare?» chiese il ragazzo, chiudendo il testo che stava leggendo.

«Innanzitutto...» disse la ragazza prendendo posto su uno dei sgabelli vicino la finestra. «Volevo chiederti se ti andrebbe di unirti al gruppo di ricerche. Fino ad ora siamo io e lui.» informò, indicando con il mento il ragazzo che era affianco a suo cugino. Amos annuì, gli faceva piacere partecipare per trovare l'omicida.

«E poi...» prese la borsa e infilò la mano, per poi sfilare il libro che avevano trovato.

Appena vide la copertina, il ragazzo sbarrò gli occhi. Fece il giro del tavolo e si piombò accanto a sua cugina, per poi sfilarglielo dalle mani con violenza.

«Porca miseria!» rimase a guardarlo e poi alzò lo sguardo su entrambi voltando la testa incredulo. «Dove lo avete trovato?»

«Accanto al corpo di Eliot...» spiegò Noah, avvicinandosi al ragazzo che sembrava sorpreso.

Amelia e la porta dell'infernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora