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Il mattino seguente, la nuvola che il pomeriggio prima aveva oscurato il buon umore di Oikawa era sparita, come spazzata via da una ventata d'aria fresca. Lo capii non appena lo vidi varcare la soglia della sala mensa, con un sorriso a trentadue denti sul viso e gli occhi color nocciola che brillavano come quelli di un bambino con un lecca-lecca in mano. Si sedette di fronte a me e mi diede il buongiorno, evento non di per sé non comune. Fuori splendeva il sole, e un raggio caldo illuminava il viso di Oikawa donando nuove sfumature alla sua chioma castana.

Restai incantato a guardarlo per un secondo, poi distolsi lo sguardo. Quella fu la prima volta, credo, in cui mi resi conto di una cosa: Oikawa era bello. Non era una bellezza convenzionale, non aveva un viso da angelo con capelli biondi e occhi azzurrissimi, ma guardandolo era l'unica cosa che si potesse pensare; Oikawa aveva fascino da vendere e ai suoi tratti leggeri si aggiungevano un carattere solare e una personalità spiccata ed estroversa. Semplicemente, era bello.

Fui distolto da questi pensieri proprio dal ragazzo su cui fantasticavo.

"Iwa-chan? Mi stai ascoltando?"

"Sì. Ti ascolto Oikawa"

"Bene, allora come stavo dicendo..."

"Aspetta frena, penso di essermi perso qualcosa come le ultime...trenta parole?" azzardai con un sorriso.

"Ripeterò tutto, ma solo per questa volta, Iwa-chan, quindi cerca di stare attento!"

"Sissignore"

"Dicevo che ho avuto questa idea per la giornata di oggi...visto che il cielo è così limpido, cosa ne pensi di salire sul tetto stanotte?"

"Sul tetto dici?"

"Sì, Iwa-chan, sul tetto. Possiamo arrivarci dalla finestra di camera mia, al secondo piano"

"Non farà freddo?"

"Oh, Iwa-chan, mai sentito parlare di coperte?"

"Ok, vada per le coperte, ma cosa pensi di fare una lassù?"

"Mi sembra ovvio, Iwa-chan, lasciamo che la luna illumini i nostri volti e cerchiamo di riconoscere le stelle con uno di quei grossi libri in biblioteca!"

"Non ti facevo un appassionato di astronomia, sai?"

"Beh, ti sbagliavi. Io e mia madre ci perdevamo a guardare il cielo notturno ogni estate, quando ero piccolo"

Dopo quelle parole, senza un preciso motivo, l'aria intorno a noi si fece più pesante, e lo sguardo di Oikawa si oscurò, anche se solo per un istante. Una manciata di attimi dopo, come se niente fosse successo, Oikawa riprese a parlare.

"Allora ci stai, Iwa-chan?"

"E va bene. Tu procurati le coperte, maestro del furto con scasso, io penserò ai libri"

"Adoro quando mi parli così, Iwa-chan! Ora vado, ci vediamo stanotte!"

"A più tardi, allora"

Oikawa si alzò di scatto e uscì come un fulmine dalla sala, come avesse avuto chissà quale impegno da rispettare. Dopo pochi secondi però, la sua testa spuntò nuovamente dalla porta.

"Vieni alle 22.30 davanti alla porta di camera mia, bussa tre volte e...oh, vediamo, servirebbe una parola d'ordine...sussurra...sì, ci sono, dimmi: "ho qui con me il cadavere"! La mia stanza è la penultima a destra, a proposito!"

Scoppiai a ridere scuotendo la testa. Non mi ero ancora abituato alle stranezze di Tooru Oikawa.

Alle 22.29 arrivai di fronte alla porta chiusa della camera di Oikawa, con tre libri sottobraccio e la mente piena di interrogativi. Cos'era stata quella strana atmosfera che si era creata dopo che aveva nominato la madre? Cosa dovevo aspettarmi da quella serata? Cosa dovevo aspettarmi da Oikawa? Sarebbe stato il solito Oikawa, quello che mi travolgeva con la sua vitalità e le sue idee, o Oikawa il tenebroso, il ragazzo silenzioso che di avevo fatto conoscenza solo di recente? Decisi che l'unico modo per scoprirlo era aprire quella porta. Poco prima di bussare mi tornò in mente il segnale ideato da Oikawa. Sbuffai, a metà strada fra l'infastidito e il divertito, e bussai tre volte. Sentii dall'interno la voce di Oikawa.

portami a casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora