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Puntuale come un orologio, alle otto sentii Oikawa bussare alla mia porta. In mano aveva il sacchetto che gli avevo visto tenere al negozio, appesantito da quelle che sapevo essere due grosse bottiglie. Tuttavia non fu certo quel sacchetto la prima cosa che notai; Oikawa indossava la camicia bianca comprata quel pomeriggio, e dire che gli calzasse a pennello sarebbe stato un insulto. La camicia, alla quale Oikawa aveva slacciato i bottoni più in alto, era un modello attillato, e lasciava intravedere chiaramente il suo fisico scolpito. Era divino.

"Cos'è quella faccia, Iwa-chan? Sembra che tu abbia visto un fantasma!"

"No, è solo che..." mi sentivo parecchio imbarazzato, ma riuscii a farmi coraggio per dire ciò che pensavo.

"...la camicia ti sta benissimo, Oikawa"

Evento più unico che raro, Oikawa restò a bocca aperta di fronte alle mie parole. Ero riuscito in un'impresa che ritenevo impossibile: avevo spiazzato Oikawa, che non sapeva cosa dire.

"Gr-grazie, Iwa-chan" riuscì a dire alla fine, imbarazzato quasi quanto me.

"Allora, vuoi entrare o rimani lì fuori?" dissi, per spezzare la tensione che si era creata fra noi.

Oikawa, ancora un po' stordito, entrò, ed io chiusi la porta della camera.

"Vuoi passarmi le bottiglie?"

"C-certo. Eccole"

Dopo che mi ebbe passato ciò che avevo chiesto Oikawa sembrò risvegliarsi, attirato da qualcosa sul fondo del sacchetto.

"Oh, Iwa-chan, quesi dimenticavo!"

Tirò fuori un piccolo pacco, incartato con della carta regalo che recava un motivo di palloni da pallavolo. Sorpreso, presi il pacchetto tra le mani. Era morbido.

"Che cosa sarebbe questo?"

"È il tuo regalo, no? Su, aprilo. Come avrai intuito è qualcosa d'abbigliamento, e vorrei proprio vedertelo addosso"

Incuriosito, scartai il mio regalo. Mi ritrovai tra le mani una camicia identica a quella di Oikawa, ma di colore blu. Alzai lo sguardo, sbalordito.

"Ti piace? Sapevo che il blu era il tuo colore preferito e così ho pensato che sarebbe stata un'idea carina..."

"Grazie, Oikawa. Mi piace davvero"

Restai per un attimo in contemplazione del regalo, poi la sua voce mi riportò alla realtà.

"Allora, cosa aspetti a metterla? Devo girarmi dall'altra parte per caso?"

Sorrisi e mi cambiai. Mi stava a pennello.

"Anche a te la camicia non sta niente male, Iwa-chan"

Alzai lo sguardo, ridendo alla sua citazione.

"Bene -continuò a quel punto Oikawa, tirando fuori dal sacchetto cappellini, un festone, bicchieri, piatti e tovaglioli- vogliamo dare inizio alla festa?"


La festa ebbe inizio eccome, ed ebbi presto modo di constatare che Oikawa non scherzava, quando diceva di essere il re degli organizzatori di feste. Eravamo soltanto in due, in uno spazio che a mala pena arrivava ai sessanta metri quadrati di superficie, privi di ogni dispositivo digitale e limitati anche per quanto riguardava il suono: se qualcuno ci avesse scoperti, con tutte quelle cose saremmo finiti in grossi guai. Nonostante tutto ciò, quella fu probabilmente la migliore festa di compleanno che avessi mai avuto. Del resto, a me importava soltanto che ci fosse Oikawa: niente mi avrebbe reso più felice. Dal canto suo, Oikawa non era il tipo da rassegnarsi di fronte simili situazioni, e se c'era una cosa che voleva, quella era regalarmi una festa con i fiocchi. Il fatto di essere fortemente limitato per quanto riguardava l'organizzazione della festa, lo spinse addirittura a sfruttare al massimo tutte le carte a sua disposizione: voleva dimostrare a sé stesso, a me e soprattutto al centro, che Oikawa Tooru non si era ancora arreso.

portami a casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora