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Dopo quell'incontro pensavo che non avrei più rivisto Oikawa Tooru, ma mi resi conto di sbagliarmi esattamente 20 ore più tardi, mentre mi gustavo la mia colazione a base di una colorata zuppa di miso. Ero seduto nel mio solito tavolo, nell'angolo a sinistra della sala, e ovviamente ero da solo, come tutti i giorni. Fu in quel momento che Oikawa si sedette di fronte a me, con il suo solito sorriso stampato in faccia e un vassoio pieno di fette di pane al latte tra le mani. Notai subito una cosa, che il giorno precedente mi era sfuggita: i suoi capelli erano castani, sì, ma avevano anche un'altra sfumatura...quasi violacea.

"Sì, il posto è libero, puoi sederti" dissi con un tono a metà fra il sorpreso e lo scocciato.

"Oh, Iwa-chan, pensi che non sappia che ogni giorno ti siedi qui da solo?"

Smisi di mescolare la mia zuppa e lo guardai perplesso.

"Come hai detto?"

"Che so benissimo che mangi qui da solo ogni giorno"

"No, prima"

"Iwa-chan?"

"Ecco esatto"

"È un soprannome. Non ti piace?"

Ci pensai su qualche secondo.

"Non avevo mai avuto un soprannome"

"Questo è perché siedi sempre qui da solo"

"Sì, probabilmente è così"

Tornai a concentrarmi sulla mia colazione, mentre Oikawa addentava con decisione la prima delle innumerevoli fette di pane sul suo piatto.

Iwa-chan. Decisi che mi piaceva.

"Allora Iwa-chan, che facevi prima di capitare qui?" disse ad un tratto con la bocca ancora piena.

"Avevo una vita normale, direi"

"Molti amici?"

"Alcuni"

"Capisco. Eppure sei così estroverso..."

Il suo commento mi strappò un sorriso, il secondo da quando lo avevo conosciuto.

"È una mia qualità, sì"

"E dimmi, che cosa ti piaceva fare nel tempo libero?" disse tra un morso e l'altro.

"È un interrogatorio?"

"Iwa-chan, se aggredisci così chiunque tenti di rivolgerti la parola non mi sorprende che tu non abbia amici. Non è un interrogatorio: si chiama 'fare conversazione', ed è piuttosto comune fra gli esseri umani"

"Eh va bene, vediamo, io...giocavo a pallavolo"

"Davvero? Anche io! E in che ruolo giocavi?"

"Ero l'asso della squadra"

"Non posso crederci! Lasciatelo dire Iwa-chan, non ne dai proprio l'idea! Io ero un alzatore, ad ogni modo"

"Tu ne dai proprio l'idea, invece"

"Hai visto?"

"Cosa?"

"Stai facendo conversazione!"

Restai leggermente sorpreso da quelle parole.

"Ti faccio una proposta, Iwa-chan - continuò lui - cosa ne dici di fare qualche palleggio insieme dopo pranzo? Magari posso alzarti qualche palla!"

"Non è una cattiva idea. Ora che mi ci fai pensare la pallavolo mi manca parecchio"

"Allora siamo d'accordo! Ora io vado, ma ci si vede in palestra alle tre in punto! A dopo Iwa-chan!"

Oikawa si alzò dal tavolo e si diresse verso il tavolo del buffet, dove rimise a posto le fette avanzate dal suo vassoio ancora pieno. Scossi la testa e sussurrai tra me e me:

"A dopo, Oikawa"


Per qualche strano motivo rimasi in stato di agitazione fino alle tre, l'orario dell'appuntamento con Oikawa. Quando varcai la soglia della palestra lui era già lì, che sistemava la rete con indosso una casacca azzurro cielo. Mi salutò a voce alta e mi disse di andare a prendere un cesto di palloni e un'altra casacca. Obbedii e tornai poco dopo con una casacca identica alla sua. Quella di Oikawa aveva il numero uno, la mia il numero quattro. Senza parlare iniziammo a riscaldarci correndo intorno alla palestra e fu la prima volta in cui sentii Oikawa stare zitto. Dai suoi gesti attenti traspariva tutto il suo amore per la pallavolo, che doveva essere pari, se non addirittura superiore, al mio.

Dopo la corsa palleggiammo per un po', ancora in silenzio, e infine Oikawa si offrì di alzarmi qualche pallone. Ero molto curioso di vedere una sua alzata, così annuendo gli passai un pallone e presi la rincorsa. Spiccai un balzo perfetto e feci avanzare il braccio destro per colpire la palla, ma la mia mano non colpì un bel niente: Oikawa era fermo con la mia palla in mano, e mi osservava schiacciare, o meglio, non farlo. Tornato a terra mi voltai con uno sguardo interrogativo.

"Che stai facendo?"

"Oh, è mia abitudine osservare uno schiacciatore prima di alzargli la palla per la prima volta, mi aiuta a capire meglio che tipo di alzata vuole esattamente"

"Capisco. Ora che hai osservato, pensi di poter alzare?"

"Certo. Io posso alzare a chiunque"

Gli passai nuovamente la palla e questa volta Oikawa palleggiò un pallone perfetto, esattamente di fronte alla mia mano. Schiacciai con tutta la mia forza e il pallone arrivò immediatamente a terra con uno schianto sonoro.

Oikawa guardò il mio colpo soddisfatto e voltandosi mi disse:

"Ora capisco perché ti chiamavano asso"

"Avevi qualche dubbio?"

"Oh no, Iwa-chan. Ho solo una domanda. Pensi davvero che questo sia il massimo che puoi fare?"

"Non capisco"

"Bene allora facciamo una prova. Ora ti alzerò una palla leggermente più alta e veloce. Prova a schiacciarla"

Perplesso, mi misi in posizione. Questa volta non sapevo perfettamente dove sarebbe arrivata la palla, ma mentre ero in volo accadde una cosa che non avevo mai sperimentato. Il tempo si fermò, e per qualche secondo mi sembrò di poter vedere con chiarezza l'altra parte del campo. La palla era perfetta, e con un movimento fluido la indirizzai verso l'angolo destro del campo. Quando i miei piedi toccarono terra, mi voltai verso Oikawa, gli occhi spalancati. Lui sorrideva sornione, come un avvocato che ha appena dimostrato la falsità delle accuse della controparte.

"Come ti è sembrata la schiacciata, Iwa-chan?"

Rimasi in silenzio, lo sguardo fisso sull'altro lato del campo ma perso nel vuoto.

"Dimmi, l'hai visto?" continuò Oikawa.

"Sì...credo sì. Puoi spiegarmi cosa è successo?"

"Perché non ci provi tu invece?"

"Beh, io non...avevo mai schiacciato così. È stato come se fino ad adesso avessi schiacciato al 70%, ma con questa alzata..."

"...avessi raggiunto il 100%?"

"Sì. Proprio così"

"Un bravo alzatore sa sfruttare al massimo i suoi giocatori" disse, sempre sorridendo.

"Oikawa?"

"Sì, Iwa-chan?"

"Me ne alzeresti un'altra?"

"Agli ordini, Iwa-chan"

portami a casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora