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Quella notte dormii come non facevo da giorni. Fu una notte senza sogni e senza incubi, una notte che mi procurò un sonno ristoratore di cui avevo fortemente bisogno.

Quando aprii gli occhi scoprii che Oikawa era già sveglio; guardava il soffitto con uno sguardo sereno, e aveva un sorriso che gli andava da una parte all'altra del viso. Il suo braccio sinistro era ancora introno alle mie spalle, mentre io mi scoprii aggrappato al suo petto. Alzai la testa per fargli capire che ero sveglio, e lui si voltò immediatamente verso di me con un sorriso, se possibile, ancora più ampio di prima. Sorrisi anche io.

"Stavo aspettando che ti svegliassi per andare giù a prendere la colazione. Vuoi il solito?"

"Sì. Sicuro che ci faranno fare colazione in camera?"

"L'orario della colazione è finito da un pezzo, Iwa-chan. Nessuno farà caso a me"

"Perché dovrebbero? Sarai solo un paziente, appena dimesso dall'ospedale, che porta due vassoi colmi di cibo attraverso l'ingresso"

"Mi era mancato il tuo sarcasmo, Iwa-chan"

Lo disse con serenità, ma dopo quelle parole rimanemmo in silenzio per un po'.

All'improvviso Oikawa si riscosse e si mise seduto.

"Vado e torno" disse, e prima di andarsene mi scoccò un veloce bacio sulle labbra.

Quella colazione ci aiutò a ritrovare la complicità di un tempo, sebbene ci volle un po' di tempo perché tutto tornasse come prima di quella notte. La nostra relazione si fece molto più seria; trascorrevamo insieme ogni minuto del nostro tempo, perché rimanere separati ci provocava un vero e proprio dolore fisico. Oikawa tornò ad essere il ragazzo solare di sempre, ma nei suoi modi iniziai a cogliere una dolcezza e una premura che non avevo ancora conosciuto; si vedeva chiaramente quanto fosse determinato a rispettare la promessa che mi aveva fatto quella notte.

Iniziammo anche, talvolta, a raccontarci reciprocamente qualche ricordo del nostro passato. Lo facevamo perché sapevamo di avere di fronte una persona in grado di capirci perfettamente, e perché parlare ci aiutava liberarci di quelle vecchie emozioni che non volevamo provare mai più.

"È passato molto tempo dall'ultima volta che mi hai coinvolto in uno dei tuoi piani fantasiosi"

dissi improvvisamente un pomeriggio di fine settembre.

Eravamo nella mia camera, e leggevamo in silenzio stesi sul mio letto. Oikawa chiuse il suo libro, che parlava di astronomia, ovviamente, e si girò sulla pancia, sostenendo il suo corpo con i gomiti.

"I miei piani servivano solo a farti innamorare di me...ora non ne ho più bisogno, Iwa-chan" mi disse malizioso.

"Capisco...comincio ad annoiarmi, però..." dissi, sospirando in maniera drammaticamente teatrale.

"In questo caso..." rispose Oikawa "...cercherò di pensare a qualcosa. Avrei bisogno di uno stimolo, però..."

Detto ciò, rivolse il suo sguardo verso di me in maniera eloquente.

Intuendo il tipo di stimolo di cui aveva bisogno, misi da parte il mio libro e lo costrinsi a mettersi seduto. Mi posizionai sulle sue gambe, mentre intrecciai le mie dietro la sua schiena. Poi, lentamente, presi a baciarlo sulla clavicola, un punto che sapevo lo avrebbe fatto impazzire. Infine, risalendo lungo il collo, arrivai alle sue labbra, sulle quali indugiai più a lungo del solito.

"Basta, come incentivo?" sussurrai sorridendo, alzando leggermente le sopracciglia e tenendo lo sguardo fisso su Oikawa.

"Iwa-chan, se ti fossi buttato sulla carriera di gigolo oggi saresti ricco sfondato...ho già qualche idea..."

portami a casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora