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La mattina seguente, non appena aprii gli occhi, una forte fitta alle tempie, chiara conseguenza della trascorsa notte, fu la prima cosa che sentii. Insieme al dolore però, riaffiorò anche qualcosa di molto più difficile da sopportare: i ricordi della sera prima.

Mi rifiutavo di credere che Oikawa mi avesse mentito, e per di più che lo avesse fatto sulla morte della madre, ma più ci pensavo, più mi rassegnavo a credere che invece fosse andata proprio così. La domanda che mi ponevo ora era: perché? Perché Oikawa mi aveva mentito? Lo aveva fatto per spingermi fra le sue braccia? Che cosa gli avrei detto una volta che si fosse ripreso? Sarei andato da lui, guardandolo negli occhi per cercare di capire se Gladis mi aveva raccontato la verità? E cosa avrei fatto se avessi capito che era così, che mi aveva mentito? Cosa avrei fatto se avessi scoperto che tutto quello quello che era nato fra noi, qualunque cosa fosse, era basato su una bugia? Mi imposi di non pensarci.

Scesi dal letto, azione che mi provocò un giramento di testa da brividi, e una volta cambiatomi decisi di dirigermi verso il bagno per farmi una doccia. Sì, una doccia mi avrebbe aiutato a schiarirmi un po' le idee e rilassarmi. Poi, decisi, sarei andato di sotto, per scoprire che fine aveva fatto Oikawa. Uscii dalla mia stanza, in silenzio.

Mezz'ora più tardi mi trovavo in sala mensa, e sorseggiavo un caffè insieme a Gladis. Oikawa era stato trasportato al pronto soccorso d'urgenza; stava bene, ma non si era ancora ripreso del tutto. Gladis non tirò fuori l'argomento emerso la sera precedente, e io non le feci domande in proposito.

Quei giorni senza Oikawa passarono lenti, e ben presto mi sembrò di essere tornato al mio primo mese di permanenza al centro. Oikawa era stato la mia luce, ed ora che non c'era più stavo ricordando come si stava prima, al buio. Stavo affondando, di nuovo.

Le giornate le passavo chiuso nella mia camera, a malapena uscivo per i pasti, che saltavo più spesso di quanto vi partecipassi. In camera, mi stendevo sul letto e pensavo. Pensavo a quale spiegazione mi avrebbe fornito Oikawa. Me ne avrebbe fornita una? A mano a mano che le ore passavo sentivo che la rabbia che in un primo momento mi aveva preso stava svanendo lentamente, lasciando spazio ad una sola cosa: il desiderio di capire. Volevo una spiegazione, ne avevo bisogno; ma ce n'era davvero una?

Poi Oikawa tornò.

portami a casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora