12.

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"Sette"

Qualcuno le picchiettava sulla guancia.
Non con troppa violenza,ma era comunque fastidioso. 
Era tutto buio, e per qualche strano motivo non riusciva ad aprire gli occhi; forse era meglio così dopotutto, chissà che cosa avrebbe visto se lo avesse fatto.
"Non può vederti se tu non vedi lui" si ripeteva mentalmente, sentiva tutto il corpo formicolare dagli arti superiori a... sentiva freddo. Molto freddo. 
E improvvisamente si accorse delle voci intorno a lei, un mormorio che le sembrava infinitamente distante e che si avvicinava piano piano, come se coloro che lo producevano si stessero avvicinando a passi lenti,anche se di questi ultimi non c'era traccia.
<<Mabel?>>
Il suo nome le arrivò alle orecchie chiaro e limpido, l'unico suono finalmente distinguibile pronunciato da una voce familiare. 
Le palpebre le si schiusero da sole,la luce la accecò per qualche istante così fu costretta a richiuderle. 
<<Datele tregua>> disse un'altra voce,più lontana, quella era sicura di non averla mai sentita. 
Ci vollero altri tre o quattro minuti prima che finalmente fosse in grado di abituarsi alla luce e mettere quasi a fuoco l'ambiente circostante: era una stanzetta dalle pareti color crema, le tende bianche svolazzavano mosse dal vento e la luce fievole del sole si rifletteva sui vetri della finestra aperta. 

La prima cosa che vide però furono degli occhi: grandi,lucidi, particolari. Erano uno di un colore diverso dall'altro, azzurro e verde, fissi su di lei, leggermente spaventati. 
La ragazza si rese conto di essere stesa su un lettino piuttosto duro e molto scomodo,ma non aveva alcun ricordo di come ci era finita.
Già.. l'ultimo ricordo che aveva era... 
No. Probabilmente se l'era immaginato. Non era possibile che fosse come credeva lei, si stava facendo suggestionare dalla situazione, sicuramente chiunque fosse l'assassino stava solo scegliendo casualmente le sue vittime e Dazai si era sbagliato.  Per quanto fosse quasi impraticabile l'idea che Dazai potesse sbagliarsi,doveva essere così.
Walter.. Walter era morto per una buona causa.
Il fato aveva deciso che prendesse lui invece di lei.
Era stata salvata,tutto qui,semplice fortuna.

<<Mabel,mi senti?>> gli occhi parlarono.
Saffo era china su di lei e potè osservarla più da vicino, si ricordò improvvisamente della notte prima, quando aveva avuto così tanta paura che l'unica soluzione le parsa quella di correre nella sua stanza. Doveva averla presa per idiota.
<<Che succede..?>> finalmente, Mabel trovò la forza di parlare,la voce leggermente roca dato che le sembrava di aver perso tutta la forza dal suo corpo. 
Dazai, Chuuya e qualche altra persona dai volti sconosciuti se ne stavano sul fondo della stanza, la quale era occupata da lettini quasi tutti uguali, probabilmente una sorta di infermeria o qualcosa di simile. Entrambi si scambiavano occhiate senza dire una parola. 
La bionda scosse la testa.
<<Sapete cosa? Non mi importa..>> borbottò <<lasciatemi alzare,devo andarmene da questo posto pima che..>>
Si diede un a spinta con le braccia per mettersi in piedi, i muscoli bruciarono al solo tentativo; almeno, i muscoli delle braccia. Improvvisamente sbiancò, rivolgendo lo sguardo ai piedi del letto. 
Le sue gambe erano lì,dove erano sempre state, pallide ed esili... allora perchè le sembrava di non averle?
<<Mabel>> la richiamò Saffo, quel tono caritatevole le fece venir voglia di tirarle un pugno <<ti abbiamo trovato nei pressi dell'hotel.. hai fatto una bella caduta, è già un miracolo che tu sia viva..>>
Ma mentre parlava non riusciva a guardarla negli occhi. 
Ci fu qualche istante di silenzio. 
Dazai si fece avanti.
<<Insomma,non puoi più usare le gambe. Ti hanno visitato i medici della struttura>>
Sentirlo in maniera così diretta da un lato la calmò, dall'altro la fece infuriare.

Chuuya girrò lo sguardo solo quando la ragazza irlandese scoppiò a ridere violentemente. 
<<INSOMMA,SMETTETELA DI SCHERZARE!>> urlò, ridendo fragorosamente. 
Qualcuna delle persone dietro il gruppo iniziò a bisbigliare sotto voce, l'espressione di Dazai era impassibile. 
"Che diamine gli prende?" si chiese il rosso.
<<É la verità, ci dispiace davvero..>> la greca abbassò lo sguardo. 
Le lacrime dovute alle risate ben presto cessarono, non ne versò neanche una per la notizia ricevuta. La sua espressione divenne piatta, mettendo ancora di più in risalto le occhiaie e il viso scavato. Per qualche minuto, nessuno parlò.
E poi il turno di ridere passò ad un'altra persona.
<<Bene, signori>> Dazai si spostò dal bordo del letto,dove era appoggiato, e si fece largo in mezzo alla folla con le braccia aperte e un sorriso in volto. 
<<Credo proprio che abbiamo catturato il nostro assassino! Non penso che senza gambe potrà combinare qualcos'altro!>> 
Tutti sussultarono.
Chuuya tossì violentemente, dato che era concentrato a pensare e si era risvegliato solo a quelle parole. 
Saffo si alzò, spostandosi da vicino all'amica con aria irata. 
<<Non dire idiozie Dazai>>
Lo sguardo del rosso si spostò dal suo ragazzo alla ragazza dai capelli verdi un paio di volte, si stavano fissando negli occhi come se volessero trasmettersi qualche informazione telepaticamente. Eppure la comunicazione sembrava ostacolata da qualcosa,sembrava quasi che ognuno parlasse una lingua diversa. Invece,la reazione delle persone alla pesante accusa si era mutata solo in un mormorio più conciso,qualcuno era uscito dalla stanza in fretta e furia. 
A farsi avanti fra di loro fu solo una persona,la macchina fotografica stretta in mano. 
<<Mi sembra un'accusa infondata>> disse il fotografo, con un sorriso gentile <<soprattutto perchè penso di poter garantire per la ragazza per il primo omicidio>>
Gli sguardi si puntarono immediatamente su di lui. 
Dazai si avvicinò con aria indagatrice. 
<<Che vorresti dire?>>
Il ragazzo iniziò a smanettare sull'apparecchio che aveva in mano.
<<Ho delle foto dell'inizio della cerimonia.. la bionda è rimasta seduta al suo tavolo da ancora prima che il cibo fosse servito..>> 
Una volta trovato ciò che cercava girò la macchina fotografica in direzione del bendato, il quale la prese esaminando accuratamente le fotografie, cliccando sui pulsanti che gli permettevano di fare avanti e indietro freneticamente.

Tutte le foto erano scattate con discreta cura, molte raffiguravano le spose,alcune i tavoli, ma in effetti Mabel era sempre visibile nelle fotografie a intervalli di qualche minuto massimo. Una raffigurava la sala dall'alto,poi si passava direttamente alle foto scattate dopo la cerimonia in mezzo alla neve.
Dazai ripassò la fotocamera al ragazzo con riluttanza. 
<<Come ti chiami?>> gli chiese. 
Lui accennò un sorriso gentile.
<<August>> 
<<Bene>> il più alto sorrise a sua volta e si rivolse all'intera sala <<EHM,SENTITE,POTREI AVER DETTO UNA CAZZATA,IGNORATE QUELLO CHE HO APPENA DETTO! LA RAGAZZA E' INNOCENTE!>>
Chuuya si sbattè una mano in faccia.
Mabel stava torturando l'orlo del sul vestito. 
<<Dazai..>> balbettò,ma non disse altro. 
Saffo provò a prenderle le mano per darle conforto,ma lei la scansò senza nemmeno rivolgerle lo sguardo. Era sicuramente lo shock,ma questo gesto sembrò riscuotere leggermente la greca, che si allontanò dopo essersi avvicinata a Chuuya quasi in un gesto istintivo. 
Il rosso la guardò, in quel momento avrebbe voluto pensare a qualcosa da dire per darle un po' di conforto,ma none era nel suo stile; lui sapeva solo urlare addosso alle persone senza nemmeno farsi prendere sul serio. 
<<Ti porteremo con noi sulla sedia a rotelle,non ti lasceremo da sola>> asserì Dazai a quella sul lettino. 
Lei distolse lo sguardo in tutta risposta. 
Nessuno disse nient'altro per un bel po', il silenzio era diventato insopportabile quando Saffo si girò allontanandosi dal gruppo per poi uscire e sbattere la porta. 

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali III (Utopia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora