16.

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"Due"

Bang. 

Chuuya aveva imparato da piccolo, vagabondando per la città, che non doveva dare fastidio ai cagnacci che dormivano sul bordo della strada,e doveva stare attento a non pestargli la coda perchè altrimenti lo avrebbero morso. 
Quella che gli aveva sparato non era un cagnaccio,però.
Aveva davvero creduto che fosse sua amica.
Aveva davvero creduto che il mondo gli avrebbe concesso di avere una vita normale, per una volta. Era davvero convinto che avrebbe potuto accumulare la sua sofferenza come fossero monete e poi comprarci qualcosa di bellissimo, che avrebbe potuto comprarci il diritto di esistere. 
Un giorno aveva disturbato un cagnaccio,anche se sapeva che non doveva farlo. Era tornato alla Port Mafia con un morso enorme sulla mano, e Dazai gli aveva riso in faccia per ore e ore. Poi Kouyou lo aveva medicato,e presto il segno di quel morso era scomparso; anche le cicatrici dei vari proiettili, o dei graffi che aveva presto era scomparsa,presto o tardi. Un giorno, pensava,qualcuno guarderà il mio corpo sul tavolino di un obitorio e penserà "cazzo,questo qui si che era uno tosto"
Anche i tosti muoiono,alla fine.
Tanto vale amare finchè uno può.

[...]

<<STRONZA!>> urlò Saffo, con tutto il fiato che aveva in gola. 
Sembrò come se avessero tagliando l'aria in due.
Il sangue cadeva in gocce pesanti sul pavimento dal fianco del rosso. Era scuro.Sangue velenoso, sangue di uno che sa di non essere umano.
Ma chi lo era più,lì dentro? Erano solo bestie impotenti. 
Sentì le gambe cedergli e prima che potesse rendersene conto era in ginocchio sul pavimento. Nulla, stavolta, aveva impedito che quel proiettile lo colpisse. Ben gli stava,imparava a dar fastidio ai cagnacci. 

Marge si avvicinò a passi veloci verso di loro, ricaricò la pistola tirando fuori un caricatore dalla borsetta che portava a tracolla. La sua espressione era ancora impassibile. 
<<Chuuya,respira>> la voce di Dazai tradiva il panico,inginocchiato accanto a lui <<respira profondamente,il proiettile non è uscito,puoi->>
<<Stocazzo Dazai,lo so>> biascicò.
I suoi occhi non si stavano spegnendo,anzi.
Bruciavano di collera. 
Adesso era lui il cagnaccio.
Marge gli fu davanti in poco tempo,torreggiando su di lui dall'alto di quei tacchi. 
<<Dimmelo. Sei tu?>> parlò,con voce roca, che non sembrava più la sua. 
<<Cosa?>> parlare gli faceva fatica, si sforzava di respirare come Dazai gli aveva detto,ma era già stanco. 
<<COSA?>> gli fece lei il verso,spingendo il dito sul grilletto <<l'hai uccisa tu? Voi? Questo teatrino è opera vostra?>>
<<Intendi gli omicidi? Gli indiano?>> chiese Dazai,spostandosi davanti alla pistola. Ma lei lo scansò,puntandola di nuovo verso la testa del suo caro vecchi amico.
<<Andiamo,dimmelo!>> la voce di lei si incrinò assumendo un tono stridulo <<dimmelo,prometto che ti lascio andare! Lo prometto! Lo prometto!>> i suoi occhi erano spiritati. 
Saffo si guardò intorno. 
Qualcun altro stava cercando di scappare? Cercò Mabel con lo sguardo,era pallida come un cencio e sembrava sul punto di vomitare,ma notò che non era ammanettata. Se fosse riuscita a rubare un'arma..
<<Noi non abbiamo fatto proprio un cazzo>> Chuuya provò a mettersi seduto,Dazai lo bloccò con la mano. 
<<Allora dimmi chi è stato.. dimmi chi è stato,e non vi faccio niente!>> 
Le mani le tremavano mentre impugnava la pistola,ma era così vicina che se avesse sparato non avrebbe mai mancato il colpo.
Sulla fronte di Dazai scorrevano goccioline di sudore che gli caddero sulla giacca.
<<E' morto>> parlò il bendato <<è morto nella camera col gas, io e Chuuya avevamo scoperto che August era l'assassino guardando le sue fotografie>> 
Marge si bloccò improvvisamente, smise di tremare per qualche secondo.

<<August?>> chiese,con voce flebile.
<<Si>> Dazai continuò a parlare,sceglieva le parole con cura come un oratore il giorno del suo discorso più importante. Alzò la voce per coprire il suo del "click" metallico che indicava che le sue manette si erano sbloccate e che finalmente era libero di usare le mani <<il fotografo. Era l'unico che poteva aver commesso tutti gli omicidi, ma non c'erano prove che lo collegassero al primo. Poi ho visto la foto, la foto di me e Chuuya dall'alto durante la proposta. Poteva averla fatta solo dall'alto, voleva scagionarsi in quel lasso di tempo, l'unico posto con quell'angolazione però era la sala DJ,quindi in realtà non ha fatto altro che incastrarsi. Credo che qualcosa del suo ultimo omicidio sia andato storto e che sia morto con gli altri>> 
Marge fissò il vuoto per qualche secondo.
Chuuya trattenne il respiro, qualcosa gli diceva che stava per sparare di nuovo. 
<<Chi è August?>> chiese, invece,con le mani che ripresero a tremare. 
<<Il fotografo>> si intromise Saffo.
<<Cercate di imbrogliarmi,stronzi?>> sbraitò la sposa <<il fotografo era un mio sottoposto, George Orwell.. non c'era nessun August a questa festa! Adesso vi ammazzo tutti e basta!>> 

Un lampo attraversò la mente di Dazai. 
Come se dal buio si fossero accese tantissime luci in uno scantinato. Pregò che il suo intelletto per una volta non andasse completamente sprecato.
"August". 
<<ADESSO!>> urlò. 
E improvvisamente qualcuno sparò. Bang, una, due, tre volte. 
Quanti spari in quella piccola stanza, i bossoli dei proiettili dovevano essere ovunque. 
Ancora una volta schizzi di sangue macchiarono il volto di Chuuya, che chiuse gli occhi istintivamente. 

BANG, BA-BANG,altri due spari sovrapposti.  BANG, un altro. 
Lui aveva ancora gli occhi chiusi.
"Testa di cazzo, muoviti!" lo incitò la sua vocina interiore, ma le sue gambe si stavano intorpidendo. 
La folla degli ospiti riprese a gridare, sentiva il rumore delle scarpe sul parquet che si muovevano, perchè adesso si agitavano? Non temevano che Marge gli avrebbe sparato?
<<Chuuya!>> fu la voce spaventata di Dazai a riportarlo alla realtà. 
<<Che cazzo->>

Quando aprì gli occhi il suo cuore perse un battito. 
Certo,nessuno temeva più che Marge gli avrebbe sparato. 

Marge era morta. 

[...]

Chuuya sembrò metterci un'eternità per elaborarlo.
Era morta, stesa sul pavimento con un buco proprio al centro del petto, il sangue macchiava il suo bel vestito bianco da matrimonio. Non avrebbe mai più ballato. Per lo meno,non gli avrebbe nemmeno più sparato..
"Aspetta,chi cazzo ha sparato?"
<<Dazai->> provò a tirarsi su di nuovo, e dovette trattenere un conato di vomito per il dolore.
"Femminuccia del cazzo" lo canzonò la sua vocina interiore. 
Alzò lo sguardo, e la luce del pomeriggio gli sembrò accecante. 
Alcuni dei camerieri erano caduti a terra, anche loro colpiti da proiettili. Ne rimaneva solo uno,correva anche lui ora disperato verso la porta,verso la stessa libertà che Herreith, il nome della ragazza dai bei capelli castani, aveva rincorso poco prima. 
Tragicomia della specie, per l'appunto. 

BANG. 
Anche lui incorse nello stesso destino.  
Marge aveva avuto ragione su una cosa: la distruzione non avrebbe risparmiato nessuno. La violenza chiamava altra violenza. 
Chuuya video Saffo in piedi al centro della stanza, una pistola puntata in direzione dell'uomo- gazzella. Il fumo usciva dall'arma, insieme al respiro affannoso della greca, che condensava nella stanza gelida diventando visibile.
Quando si era liberata?
Spostò di poco lo sguardo,e trasalì.
<<Dazai...>> mormorò.
<<Si. Lo vedi anche tu?>>
<<Cazzo..>>
In piedi, spalla spalla con la greca, c'era un ragazzo. 
Aveva ancora il braccio allungato nella direzione dalla quale aveva sparato a Marge. Il loro eroe,insomma. 
Quest'ultimo sparò due colpi in aria,prima che qualcun altro potesse tentare di raggiungere la porta. 

<<STATE TUTTI FERMI!>> gridò. 
Il silenzio riscese nella stanza, gli ospiti si immobilizzarono, sembravano tante pecorelle. 

Quando fu chiaro che nessun altro aveva intenzione di muoversi, eccetto Dazai che si era strappato la manica della camicia per fasciare al meglio possibile la ferita di Chuuya, quello che aveva sparato a Marge si avvicinò al suo cadavere con passo lento e cadente. 
Saffo lo fissò, abbassando lentamente la pistola. 
Che colpo di scena,bravo! Bravo! 
Il pubblico applaude. 

Si abbassò verso il corpo morto, ficcò il dito indice nella ferita e lo tirò fuori ricoperto di sangue.  
Il suo volto era impassibile. 
Poi sorrise dolcemente, scrisse qualcosa accanto alla sua testa. 

"Due"

Chuuya si accorse di star tremando.
Quella persona lo guardò, mantenendo quel sorriso.
Occhi azzurri come i suoi,ma più chiari, più spenti, più morti. 
Erano gli occhi di un uomo morto. 


Gli occhi di James Joyce. 

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali III (Utopia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora