Adrien decise di accompagnare Marinette a casa quella sera per due motivi: aveva voglia di stare ancora con lei e percorrere quel tratto di strada che non facevano insieme da quando era terminata la scuola ed avevano iniziato a lavorare;
si avvicinava l'ora della loro sorveglianza notturna come supereroi.
I saluti veri e propri con gli altri amici si conclusero appena fuori dal cancello della palazzina in cui abitavano i ragazzi, dopodiché Nino e Luka presero a braccetto rispettivamente Alya e Chloé per accompagnarle alle loro case, mentre Adrien e Marinette si dirigevano dalla parte opposta.Una volta raggiunto il tetto da cui era ormai abitudine che iniziassero le perlustrazioni, Chat Noir lesse la preoccupazione sul volto della sua compagna, sapendo perfettamente a cosa pensasse.
La notizia di Alya li aveva destabilizzati parecchio: ora avrebbero dovuto fare molta più attenzione ai loro spostamenti e ai loro discorsi, in quanto l'aspirante giornalista sembrava davvero disposta a fare qualsiasi cosa per scoprire le loro identità.
E solo per pura curiosità e carriera.
«è strano... Vedere Alya come un pericolo, intendo»
Disse ad un tratto l'eroina in rosso, senza distogliere lo sguardo dall'orizzonte.
Chat Noir l'affiancò con gli occhi puntati nella sua stessa direzione.
«a dire il vero» continuò lei «mi preoccupa di più chi la manda, alla fine lei esegue solo un ordine. E non sappiamo il vero motivo per cui le è stato chiesto. La storia delle vendite non mi convince affatto»
«oltre il fatto che avremo alle calcagna anche una Chamack agguerrita, quando saprà della concorrenza»
Continuò il discorso il biondo.
«dici sia questa la tempesta di cui parlava il maestro?»
Le chiese voltando il viso verso di lei.
«potrebbe essere solo un anticipo di quel che ci aspetta»Ladybug stiracchiò le braccia unite avanti a sé, facendole cadere subito dopo lungo il corpo, mentre rilasciava un sospiro
«stanca, Milady?»
Chiese l'eroe in nero, ridacchiando, scorgendo uno sbadiglio mal celato.
La ragazza si aggrappò con entrambe le mani al suo braccio e vi appoggiò la testa.
«è stata una giornata particolarmente intensa e, se devo essere sincera, non vedo l'ora di andare a dormire»
Chat Noir fece un sorriso furbo
«e io che volevo portarti a ballare...»
«cosa?»
Chiese l'eroina guardandolo sorpresa.
Il ragazzo le cinse la vita e le prese una mano, posizionando entrambi nella posa tipica dell'inizio di una danza di coppia.
Come tempo addietro i loro occhi rimasero fissi gli uni sugli altri per qualche minuto, finché Chat Noir non le sorrise e diede il via a movimenti dapprima lenti e delicati, poi pian piano sempre più decisi e rapidi, andando a ritmo di una musica che suonava solo nella loro testa.
Ladybug non tolse lo sguardo da lui nemmeno un attimo e si sentì leggera ed emozionata, come ogni volta che avevano ballato insieme.
Volteggiavano su quel tetto, riproducendo quei passi che avevano imparato per il festival di primavera, senza accorgersi però di creare una sequenza nuova dei movimenti, che a volte li allontanavano e altre volte li riavvicinavano, anche troppo, creando imbarazzo per lei e divertimento per lui nel vederla arrossire.
Quando Chat Noir decise di terminare quel ballo così sensuale e travolgente, fece in modo che i loro corpi aderissero, stringendola maggiormente alla vita, e senza perdere il contatto visivo le diede quel bacio pieno di passione, che aspettava da tutto il giorno.
«direi che per oggi il nostro dovere è terminato, coccinella»
Esordì con un ghigno soddisfatto, mentre la ragazza era ancora visibilmente in balia delle emozioni provate poco prima.
«ci vediamo domani, Milady. Ti ricordo che siamo a pranzo dai miei. Ti vengo a prendere per le undici»
Le diede un piccolo bacio sul naso e, ancora sorridendo compiaciuto, balzò sul tetto vicino per la strada di casa, lasciandole il tempo di riprendersi da quanto accaduto.«si può sapere perché le hai detto alle undici ed invece siamo fuori già a quest'ora? Fa un caldo terrificante e per di più non mi hai fatto finire la colazione!»
Plagg si lamentò, spuntando di fronte agli occhi del suo portatore, in un momento in cui la via era deserta, mentre si dirigevano a casa di Marinette il giorno seguente.
«intanto era la tua terza colazione! E poi sono le dieci, non cambia molto un'ora!»
Ribatté Adrien sospirando per la pazienza che doveva avere.
«voglio farle una sorpresa»
Concluse poi, tornando sereno.