Capitolo 22

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Alya non riusciva a stare tranquilla e comportarsi normalmente a causa dell'ansia che non riusciva a scacciare da quando aveva salutato Adrien e Marinette.
Credeva fosse passata nel momento in cui l'avevano rassicurata, ma, una volta rimasta sola, quella era tornata a torturarla ed ora la giovane donna si trovava di fronte all'imponente edificio, dall'altra parte della strada, stringendo tra le mani la tracolla della borsa contenente il materiale da rendere a Johnson.
Sospirò pesantemente abbassando lo sguardo per un attimo, ma quando rialzò la testa vide due figure sulla sommità della struttura che le fecero un piccolo cenno con la mano.
Ladybug e Chat Noir erano arrivati.
Marinette ed Adrien erano lì con lei.
Ancora non ci credeva che davvero quei due fossero i suoi amici.
Ed erano lì per aiutarla.
Erano lì per risolvere la situazione.
Erano lì per affrontare Johnson insieme a lei.
O lei insieme a loro.
Scosse la testa, riprendendo la concentrazione sul suo primo obiettivo: raggiungere lo studio dell'uomo distinto con la massima naturalezza, come aveva sempre fatto.
Non che le altre volte fosse tanto rilassata; quel signore rigido ed altolocato le aveva sempre trasmesso una certa inquietudine, con quell'occhio di vetro poi..
Quando rimproverava metteva davvero i brividi!
Ma era arrivato il momento di agire.

«tutto bene, Nino?... Nino?»
Il ragazzo dai capelli corvini osservò attentamente l'amico seduto accanto a sé su una panchina lungo la Senna.
Avevano organizzato di incontrarsi lì subito dopo l'università per discutere di alcuni dettagli riguardo un concerto dal vivo che si sarebbe tenuto in occasione di Halloween, presso una tensostruttura che sarebbe stata allestita appositamente per l'occasione.
L'evento prevedeva la partecipazione di bands esordienti durante i tre giorni di festa previsti e Nino era stato già assoldato come uno dei dj principali.
Nonostante la buona intenzione di affrontare quell'argomento, il giovane con il berretto aveva decisamente la testa da un'altra parte ed il chitarrista se n'era ovviamente accorto.
Essendo finalmente riuscito ad attirare l'attenzione del ragazzo mulatto, che però lo guardava con occhi persi in un mondo parallelo, Luka ripeté la domanda, mettendogli una mano sulla spalla
«tutto bene, Nino?»
Lo sguardo ancora spento lo preoccupò, ma sospirò sollevato una volta che ottenne risposta.
«S-sì.. Scusa.. A dire il vero sono un po' in pensiero per Alya»
La voce insicura e la testa bassa erano chiaro segno che ci fosse qualcosa di veramente allarmante, per quanto Luka sperasse il contrario.
«ehi, sai che puoi parlare con me senza farti problemi»
Lo rassicurò facendogli alzare nuovamente il capo.
Nino prese un bel respiro, come ad autoincoraggiarsi, decidendo di esternare le proprie perplessità.

«la sua passione, il suo entusiasmo, nell'ultimo periodo si sono trasformati in ansia, fissazione e zero tempo libero»
Concluse il discorso riassumendo il proprio punto di vista su Alya.
Luka era rimasto sconcertato: poteva un uomo come Johnson arrivare a pretendere tanto da una ragazza come Alya?
E poi «perché? Perché questo accanimento alla ricerca delle identità di Ladybug e Chat Noir? A cosa serve?»
Eh già, perché?
Nino se l'era domandato tante volte, quando Alya gli esprimeva ciò che la opprimeva.
Il lavoro che aveva sempre sognato, la passione e l'ammirazione per i due supereroi di Parigi, erano diventati un peso angosciante, e l'unica soluzione a quella sofferenza psicologica era liberarsi della missione che le era stata affidata.
«non so cosa voglia quell'uomo da loro, nemmeno lei lo sa, ha ripetuto che non le è dato saperlo. Piuttosto mi preoccupa quel che le aspetta ora. Da quel che mi ha spiegato Alya, Johnson pretendeva il lavoro completo ed in breve tempo»
Nino spostò il peso del proprio busto sulle braccia piegate, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia, le mani giunte.
«non credo possa andare oltre il licenziamento, se dobbiamo vederla in modo drastico»
Commentò Luka, che sperava comunque non accadesse.
«volevo accompagnarla, ma lei si è opposta. So che non sarei stato essenziale, ma avrei preferito esserle accanto. In ogni caso, spero che la sua carriera giornalistica non sia finita qui, così.. »
Il corvino sorrise appena, comprendendo lo stato d'animo dell'amico.
«la tua ragazza ha uno spirito davvero forte, non sottovalutarla e non prendere sotto gamba nemmeno le tue capacità. Sono certo che sa che le sei vicino e questo le dà forza molto più di quanto tu possa immaginare. Vedrai che troverà una soluzione per venirne fuori»
Il giovane dj si sistemò meglio il berretto nero che teneva in testa e ringraziò il compagno di università con un abbraccio
«grazie, fratello. Se non posso essere con lei adesso, sarò pronto a sostenerla una volta tornata a casa. E questa volta voglio farle capire quanto lei sia importante per me»

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