Capitolo 25

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Adrien e Marinette, dopo essersi congedati da Johnson, accompagnarono a casa il maestro ancora in veste di supereroi, ormai a tarda sera
«grazie, ragazzi»
Fu aprì la porta di ingresso del proprio appartamento, invitando i due giovani a seguirlo all'interno.
«grazie a lei, maestro. Il suo aiuto è stato essenziale. Non avremmo potuto aiutare Johnson, altrimenti»
Rispose la corvina.
L'anziano sorrise gentilmente e si avviò verso la teca contenente la pergamena dei complementari, ritornando dai due giovani con lo scritto in mano.
Lo srotolò, mostrandolo completamente vuoto e lasciando i due eroi in incognito alquanto sorpresi e con un'unica domanda in testa
«cos'è successo?»
Domandò Adrien per entrambi.
Fu indicò un punto all'inizio del lungo foglio, traducendo gli antichi caratteri a voce alta
«la leggenda dei complementari si basa su fatti accaduti nella storia ai portatori del miraculous della creazione e della distruzione e ne profetizza il futuro. Questa pergamena è strettamente connessa ai gioielli di tali portatori. Una volta però che essi si saranno uniti, concretizzando la previsione, la leggenda avrà nuova origine con i successivi portatori, finché non sarà realizzata nuovamente»
«wow..»
Si limitò a sussurrare Adrien, mentre la ragazza accanto a lui pose un'altra domanda, quando Fu arrotolò nuovamente la pergamena e la porse ad entrambi
«cosa significa?»
«avete posto fine alla leggenda ed ora io consegno a voi questo rotolo bianco, perché possiate custodirlo con cura al mio posto e fare da guida, un giorno, ai vostri successori, affinché questo grande potere venga preservato»
Spiegò Fu, racchiudendo invece la spilla nella teca.
«finché sarò in vita, la conserverò io. Ma non voglio rischiare di fare ulteriori errori, sono anche piuttosto vecchio, ormai»
Concluse con una risatina.
I due ragazzi rimasero allibiti: mai si sarebbero aspettati tanta responsabilità, anche se, finché lo scritto fosse rimasto vuoto, non ci sarebbero stati grandi pericoli.
Trascorse circa un'ora, tra chiacchiere e racconti, prima che Plagg sbadigliasse senza ritegno accoccolandosi al centro del tavolino e scaturendo l'ilarità dei tre umani, mentre Tikki tentò di rimetterlo sull'attenti con un buffetto sul capino nero
«sei sempre il solito!»
Esclamò girandosi poi dalla parte opposta alla sua, tutta imbronciata.
«che c'è?! È tardi e devo recuperare le energie con una bella dormita! Non è colpa mia se questo qui non si prende cura di me come si deve!»
Si difese il piccolo gatto nero, indicando malamente il proprio protetto, che non poté fare altro che predisporsi per tornare a casa, invitando Marinette a fare altrettanto.
«grazie ancora, Fu. Per tutto»
«signorina, mi stai ringraziando come se questo fosse un addio»
La giovane arrossì imbarazzata.
«non si preoccupi, verremo ancora a farle visita, anche se non ci fosse bisogno di Ladybug e Chat Noir, vero Milady?»
Intervenne Adrien ammiccando, avvolgendo le spalle della propria ragazza con un braccio.
I due uscirono dall'appartamento ed attraversarono di corsa la strada, mano nella mano, fermandosi sul marciapiede opposto della carreggiata
«siate felici, ragazzi»
Augurò l'anziano, ormai solo, alla coppia già lontana.

Stavano ancora camminando, quando Adrien si avvicinò all'orecchio della propria ragazza, spostando la mano, dapprima intrecciata con la sua, sull'altro suo fianco, avvolgendole la schiena
«resti da me, stanotte?»
Sussurrò in tono sensuale, sorridendo alla vista del volto di Marinette in forte imbarazzo
«era solo un'idea per festeggiare questo giorno, d'altronde abbiamo salvato l'ultimo akumizzato della storia»
Giustificò poi quella richiesta, staccandosi da lei ed infilando entrambe le mani nelle tasche, tirando un piccolo calcio ad un sassolino sulla strada davanti a sé.
La corvina ci rifletté un attimo, giusto il tempo di elaborare quella spiegazione che, effettivamente, non aveva senso.
Prese il proprio smartphone, digitò rapidamente, per poi inviare il messaggio e riporre l'apparecchio nella borsetta.
Sorrise dolcemente ed avvolse le proprie braccia intorno a quello del giovane modello.
«starò con te tutto il fine settimana. Avremo tempo di festeggiare anche a modo tuo, gattino»
Rispose sfiorando con le dita l'avambraccio del ragazzo, notando un lieve irrigidimento dell'arto, mentre il biondo rallentava il passo.
Marinette ridacchiò
«sembra proprio che ti confonda quando prendo l'iniziativa»
Adrien la osservò di nuovo, poi volse lo sguardo altrove, portando la mano libera dietro la propria nuca
«ma no..»
Esordì sorridendo nervosamente
«è che.. mi sorprendi ogni volta..»
«sarà»
Ribatté la ragazza, prendendosi gioco di lui ancora una volta, portando le proprie mani dietro la schiena, braccia tese, alzando appena le spalle
«ma il tuo corpo fa intendere chiaramente che sei a disagio»
Il ragazzo le lanciò un'occhiata sbieca, accompagnata da un sorriso altrettanto sghembo.
La prese in braccio all'improvviso, come fosse un sacco di patate, facendola sobbalzare.
«sicura si trattasse di disagio?»
Chiese divertito, riprendendo a camminare rapidamente verso casa.
«il nostro sicuramente lo è»
Fecero in coro Tikki e Plagg, che decisero di svolazzare lontano dai loro protetti e dalla vista di chiunque altro.

Johnson era rimasto a lungo nel proprio ufficio, dopo essere stato liberato dall'akuma.
Una volta recuperate completamente le forze ed aver ringraziato un'ultima volta Ladybug, Chat Noir e Fu quando si congedarono, aveva deciso di riordinare la confusione che regnava nella propria mente e nell'animo.
Restò seduto sulla poltrona degli ospiti a ragionare su quale potesse essere il modo migliore per riprendere una vita normale, per il tempo che gli sarebbe rimasto.
Si toccò ancora l'occhio, che fino a più di mezz'ora prima era sostituito da una protesi di vetro, stupendosi nuovamente che fosse tornato ad essere un organo vivo: aveva riacquisito la vista in modo completo, grazie al potere benefico della portatrice del miraculous della creazione.
Era salvo.
Era ancora vivo.
Era stato graziato, nonostante avesse agito in modo totalmente sbagliato.
Ed ora cosa avrebbe potuto fare?
Come avrebbe potuto trascorrere quella vita rinnovata che gli era stata concessa?
Meditando sulle proprie azioni e ripensando alle persone che aveva ferito in soli due mesi, obbligando gli altri ad assecondare le sue richieste, senza dare un minimo di spiegazioni ed arrivando anche a minacciare, seppur lo facesse in modo quasi gentile, Johnson strinse i pugni e li batté con forza sui braccioli della poltrona su cui sedeva, per poi alzarsi e raggiungere la postazione lavorativa.
Accese il computer e, dopo aver inserito la password, selezionò ed aprì la cartella dedicata ai supereroi parigini, visualizzando un elenco di files di tutti i generi: immagini, video, articoli di giornale, posts web, grafici, mappe e tabelle.
Fece scorrere il cursore lentamente sulla lunga lista fino all'ultima riga: il senso di colpa era ormai al limite.
Chiuse la cartella e sospirò pesantemente, come a liberarsi di quel peso nel petto, premendo poi con decisione il tasto CANC sull'icona rimasta selezionata.
Sorrise finalmente sollevato, accomodandosi meglio sulla sedia, appoggiando completamente il proprio dorso allo schienale: quella storia era definitivamente conclusa ed il segreto di Ladybug e Chat Noir era tornato al sicuro dal resto del mondo.

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