Quel lunedì mattina la stazione era davvero affollata.
Sembrava che tutti avessero scelto lo stesso giorno come partenza per le vacanze.
Il gruppo di amici aveva accompagnato Nathaniel e Lila per un ultimo saluto, che in quel momento si trovavano al binario ad aspettare il treno su cui sarebbero saliti alla volta di Ginevra.
Purtroppo il ragazzo dai capelli rossi non sapeva se effettivamente la donna ricoverata fosse sua madre, ma visto che ancora non aveva ricevuto notizie del padre, lo sperava davvero; come si augurava che anche l'altro genitore stesse bene.
«ehi Nath, mi raccomando, stai tranquillo, ricordati che non sei solo e chiamaci quando vuoi!»
Adrien lo abbracciava forte, non erano mai stati lontani tanto tempo.
«vedrai che andrà tutto per il meglio»
«lo spero, grazie Luka»
Ora Nathaniel salutava l'altro suo migliore amico.
Nino si limitò a stringergli la mano e dargli una leggera pacca sulla spalla, sorridendo per cercare di trasmettergli un po' di serenità e supporto.
«cerca anche di svagarti, ok? Ci sono tanti bei posti da visitare!»
«grazie, ragazzi! Ci vediamo presto»
Intanto anche le ragazze avevano salutato Lila e poi salutarono Nathaniel.
Marinette non riuscì a farsi scappare un abbraccio, era troppo affettuosa per non farlo, ed il giovane artista si sentì confortato, nonostante il lieve imbarazzo.
Il treno finalmente arrivò, la coppia salì in carrozza, andando a prendere posto, seguita dagli occhi attenti dei loro amici, e dopo un ultimo saluto dal finestrino, il mezzo partì in direzione della Svizzera.Quello stesso giorno sarebbero partiti anche Nino ed Alya, insieme a Luka e Chloé.
Le due ragazze avevano organizzato da tempo il viaggio, approfittando della coincidenza delle ferie lavorative dei due giovani, ed infine era arrivato anche per loro il momento tanto atteso della partenza per Rodi.
Adrien e Marinette avevano deciso di andare a salutare i quattro amici in aeroporto; arrivò presto l'ora dell'imbarco e, quindi, anche il tempo degli ultimi abbracci.
Una stretta di gruppo tra le tre ragazze e raccomandazioni su foto da scambiarsi e videochiamate per tenersi in contatto, nonché richieste dei souvenirs più particolari.
«fai il bravo con Marinette e divertitevi in Corsica!»
Esordì ridacchiando Luka, mettendo una mano sulla spalla del suo migliore amico: non aveva perso la sua vena protettiva nei confronti della cugina, nessuno gli avrebbe mai impedito di riservarle un trattamento speciale.
«ehi! Sono sempre bravo con lei!»
Ribatté il giovane modello, facendo alzare un sopracciglio all'amico
«sì, ma mi sono accorto di come la guardi a volte e lei è ancora troppo pura ed innocente per le tue intenzioni, caro fratello»
Spiegò Luka voltando lo sguardo verso la protagonista del discorso, che stava ridendo con le amiche, mentre anche Adrien si girò nella sua stessa direzione
«non hai idea di quanto sia preziosa per me. Provo per lei qualcosa di davvero speciale e molto forte, tanto che sarei disposto a tutto per lei»
Dichiarò il biondo, lasciando i due amici stupiti da quelle parole.
«E comunque è normale desiderare la propria donna e fare certe cose, dovreste saperlo bene, o sbaglio?»
Continuò con un'espressione divertita sul volto
«divertitevi anche voi, ragazzi»
E stringendo i due amici si salutarono.Lungo la strada del ritorno la giovane coppia rimasta in città fece tappa in un negozietto di articoli di sartoria fortunatamente aperto, visto il periodo quasi prossimo al ferragosto.
La sera del venerdì successivo avrebbero festeggiato il compleanno di Tom e Marinette doveva concludere il grembiule che gli stava confezionando, ma aveva terminato il filo marrone per ricamare i baffi del disegno sulla stoffa.
Usciti dal negozio ad Adrien tornò alla mente l'annuncio di sua madre
«non posso credere che tra meno di un anno ci sarà un bebè in giro per casa dei miei.. Ma devo ammettere che sono veramente felice per mamma e papà: dopotutto finora non sono riusciti ad avere figli loro»
Marinette gli saltellò davanti sorridente fermandosi di colpo e guardandolo negli occhi.
«è bello da parte tua. E tu, come ti senti a sapere che tra poco avrai un fratellino o una sorellina?»
Il ragazzo la osservò meravigliato, non ci aveva ancora pensato...
«beh... Non me lo aspettavo, dopo tanti anni, intendo. Ma sono contento. Credo mi sentirò come un secondo papà o uno zio, più che un fratello maggiore. Ma non vivendo con loro probabilmente la mia vita non cambierà più di tanto, avrò sempre i miei impegni: il lavoro, l'università, tu sarai sempre con me..»
Si fermò guardandola, come a domandare conferma di quell'ultima affermazione, lei sembrò capire e gli sorrise dolcemente, dandogli un bacio sulla guancia per poi farlo proseguire
«sicuramente mia madre non sarà presente perché dovrà badare al piccolo e probabilmente mio padre cercherà un'assistente che la sostituisca...»
In quel momento l'espressione del ragazzo divenne preoccupata, quasi terrorizzata a quel pensiero.
«devo parlare con mio padre. Piuttosto resto senza assistente e faccio tutto da me»
Il volto di Adrien era talmente pieno di disagio che Marinette non poté fare a meno di scoppiare a ridere.
«grazie del conforto, signorina! Ti piace ridere? Adesso ci penso io!»
Esclamò iniziando a farle il solletico e facendola ridere a perdifiato.
«va bene, va bene! La smetto! Scusa!»Il biondo aveva accompagnato la sua ragazza a casa, nonostante avesse ancora voglia di stare con lei.
Era la prima sera che Adrien sarebbe rimasto da solo, perciò aveva rimediato la cena andando a trovare i suoi genitori, cogliendo l'occasione di parlare con suo padre proprio di quella perplessità che gli era venuta parlando con Marinette a proposito della sostituta di sua madre Nathalie.
Non voleva assolutamente trovarsi in situazioni imbarazzanti e difficilmente gestibili: conosceva bene l'ambiente della moda, ci era cresciuto, e sapeva quante giovani donne ambiziose avrebbero fatto di tutto per avvicinarlo, per la carriera o per puro fanatismo.
«stai tranquillo, figliolo, non ho intenzione di dare questo ruolo ad una persona qualunque. In ogni caso tua madre si occuperà dei tuoi impegni finché se la sentirà e verrà affiancata per tempo dalla sua sostituta»
Gabriel era riuscito a calmare l'ansia di suo figlio, almeno temporaneamente, che tirò un sospiro di sollievo: perlomeno non sarebbe stato un cambiamento immediato.«ma se è da solo questa settimana può venire a casa senza problemi, lo sai. A proposito, tesoro, lo hai avvisato per venerdì sera?»
Sabine stava pulendo la cucina dopo cena e Marinette aveva appena finito di sparecchiare la tavola.
Mh.. L'aveva invitato o gliene aveva solo parlato, dando l'invito per scontato?
La donna notò il viso dubbioso della figlioccia
«mandagli un messaggio e digli che venerdì è a cena da noi, oltre che può venire quando vuole»Marinette era in camera sua, ci voleva una doccia rilassante dopo quella giornata intensa.
I loro amici erano già partiti e anche lei non vedeva l'ora di prendere l'aereo alla volta della Corsica, con il mare, il sole, la spiaggia..
Per un attimo le venne in mente quel giorno in piscina e l'immagine di Adrien in costume da bagno:
era così.. Wow...
Si sentì avvampare fortemente e scosse la testa ancora sotto l'acqua corrente, quindi decise di uscire dalla doccia.
«è l'accoglienza migliore che potessi ricevere, principessa»
Esordì Chat Noir con un ghigno malizioso, appena entrato dal lucernario sopra il letto, mentre la giovane usciva dal bagno con indosso l'asciugamano.
Lo guardò spaesata rimanendo immobile, presa ovviamente alla sprovvista, ma subito dopo si rese effettivamente conto della situazione, istintivamente gli lanciò l'asciugamano che aveva in mano per i capelli e tornò a rifugiarsi in bagno.
Chat Noir prese al volo la salvietta e raggiunse la porta dietro cui era la ragazza.
«e dai, Milady! Non te la sarai presa, vero? Non vorrai stare lì dentro tutta la sera! Ti ricordo che in vacanza-»
Fu interrotto, perché la porta improvvisamente si aprì facendo comparire Marinette con il viso corrucciato, ma anche un po' rassegnato.
«lo so. Ma ti prego di capirmi»
Il ragazzo le sorrise dolcemente, le carezzò il viso e la baciò piano
«ti capisco, principessa. Ma vorrei che anche tu comprendessi che certe situazioni saranno inevitabili in un periodo di convivenza. Non devi vergognarti»
La giovane annuì, anche se non ancora troppo convinta, e si avvicinò piano all'armadio
«posso cambiarmi, per favore?»
«sicura che non vuoi che resti?»
Chiese l'eroe, ridendo un po' dell'occhiataccia guadagnata
«non farmi attendere troppo. Sono in terrazza»Quella sera un aereo privato atterrò all'aeroporto di Parigi.
Il telefono cellulare sulla scrivania dello studio privato di Jérome Chaval squillò ripetutamente finché l'uomo non rispose
«buonasera signore. Perdoni l'attesa»
"buonasera Chaval. Mi dica di avere buone notizie per me"
La voce dall'altro capo del telefono era fredda e distaccata.
Jérome si affrettò a rispondere
«ho trovato il diversivo, signore. È già operativo»
"ottimo. E per quanto riguarda lo scritto?"
«ho contattato due investigatori corrotti da quando mi ha dato l'incarico e, grazie alle sue indicazioni, hanno già alcune informazioni utili. Domani li incontrerò per spiegare loro cosa devono fare»
"bene. Noi ci vediamo allora tra due giorni. Mi raccomando, assoluta riservatezza"
«ovviamente signore»