Le quattro ragazze si erano promesse di incontrarsi di frequente per lo studio già dal primo mese di scuola.
Ovviamente il motivo principale era di trascorrere del tempo insieme, oltre l'impegno delle ore scolastiche.
A causa del maltempo, che aveva deciso di non abbandonare il mese di settembre, e al fatto che lo shopping avrebbe potuto benissimo aspettare, le amiche si incontravano a rotazione a casa di ognuna.
Quel giorno erano tutte da Alya.
«ma dai, Chloé! Luka non è il tipo! Fossi in te non mi preoccuperei tanto. Tu cosa dici, Marinette?... Marinette?»
«mh? Scusate... Dicevate?»
«hai la testa tra le nuvole oggi, cara. Comunque, Chloé pensa che Luka abbia un'altra ragazza»
La corvina sorrise a testa china
«non lo farebbe mai. Se pensi che abbia un comportamento insolito perché non gli parli? Sono sicura che ti stai preoccupando per niente»
Alzò la testa, sfoggiando un sorriso rassicurante, del quale lei stessa non era troppo convinta, che però rincuorò l'amica bionda.
Le chiacchiere proseguirono, mentre le quattro ragazze si prodigavano nella preparazione di una torta, con tanto di decorazioni.
«grazie, ragazze! La madre di Nath sarà felicissima di questo regalo di compleanno!»
Lila era davvero contenta: aveva delle amiche fantastiche.
La corvina si era sistemata i capelli in una coda alta
«non avevo notato avessi il secondo buco alle orecchie, Marinette. Hai sempre i capelli sciolti ultimamente..»
«eh, già, è l'ennesimo regalo di Adrien, sai?»
Intervenne Alya, dando una leggera gomitata all'amica, protagonista del discorso, che sorrise timida.
Lila colse immancabile l'occasione per stuzzicarla, avvicinandosi a lei
«e tu, piccola e ingenua Marinette, hai fatto QUEL regalo al tuo fantastico ragazzo?»
La testa della corvina, ancora bassa, si mosse, scaturendo il disappunto della castana, che continuava a non concepire quella, a suo parere, ostinata castità.
Le si parò davanti, pronta a farle un bel discorsetto, con le mani ai fianchi.
Non voleva deriderla questa volta, ma capire cosa la bloccasse in quel modo e magari darle una smossa
«tesoro, quasi convivete ormai da tre settimane. Possibile che non abbiate mai concluso niente? Potrei pensare che qualcosa non vada per il verso giusto tra voi due. Non lo desideri nemmeno un po'? Insomma, credo sia normale completarsi a vicenda anche sotto quel punto di vista. Dopotutto anche quello è una manifestazione di amore, non lo credi anche tu?»
Marinette strinse i pugni ed una sensazione di inadeguatezza la pervase.
Voleva andare via da lì, non riusciva a reggere quell'argomento, era più forte di lei.
Senza pensarci troppo, sotto lo sguardo ormai quasi rassegnato delle tre ragazze che erano con lei, si scostò di scatto dal proprio posto, mantenendo il silenzio e la testa abbassata, incamminandosi in direzione della camera di Alya: doveva assolutamente recuperare la propria borsa velocemente e uscire da quella casa.
Sapeva di essere in errore, ma aveva timore che non l'avrebbero capita.
Eppure le reputava migliori amiche.
«ci risiamo. Ricomincia a fuggire dalle cose importanti»
Commentò Alya, una volta che l'amica corvina scomparve oltre la soglia di casa.
«spero tanto che superi queste sue paure»
Chloé si strinse tra le proprie braccia.
«lo spero anche io. Ma credo sia un argomento che debba affrontare direttamente con Adrien: prima o poi si troverà costretta in qualche modo a parlarne»Dopo una notte insonne, i pensieri concentrati sulle parole di Lila del pomeriggio precedente e tutte le volte che l'amica aveva toccato quel discorso, Marinette aveva finito per addormentarsi all'alba con un gran mal di testa e le idee tremendamente confuse.
Si svegliò dopo solo due ore di sonno, rimanendo ad osservare Adrien che dormiva profondamente accanto a lei.
Come ogni volta che le capitava, si ritrovò ad ammirare i suoi lineamenti gentili che lo rendevano così attraente.
Quanto lo desiderava!
Ammise, ripensando alla domanda che le aveva rivolto Lila il giorno prima.
C'era quel "però" che le rimbombava nella testa, che la bloccava ogni volta.
Già, perché di occasioni ce n'erano state diverse fino a quel momento, ma era come se una forza inconscia dentro di lei le impedisse di oltrepassare il limite.
Come avrebbe dovuto fare?