stanotte

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Adesso avevano una camera da letto. Una camera da letto condivisa, a quanto pare.
Al di là di una porta chiusa, tra loro e il mondo esterno. Che fuori di lì continuava a girare come se niente fosse.

Come se i piccoli tocchi e le mani intracciate e i nasi che si toccano non stessero sconvolgendo il mondo di Martino.

Sono passati sette giorni da quella prima volta in cui hanno dormito insieme e non hanno mai parlato di quello che è successo, di cosa significasse il bisogno di sentire la vicinanza dell'altro.

Niccolò è cambiato, in un certo senso, o forse è tornato ad essere quello che era prima, con qualche accortezza in più.

Lascia post-it attaccati allo specchio del bagno augurandogli una buona giornata, compra i cibi preferiti di Martino, lascia che Martino scelga i film da guardare, anche se per lui sono solo 'cazzate senza alcun tipo di metafora interessante' e sul divano, mentre li guardano, si avvicina un po' di più.

Come se fossero di nuovo amici ma non proprio amici. 

Martino sta cercando di leggere tra le righe, decifrando i gesti e le parole di Niccolò a suo piacimento. 

Pericolosissimo. 

Ed è effettivamente un po' stufo di questa situazione paradossale ma al contempo eccittante e così ambigua.

Non osa parlare per primo però, o meglio.. fare una mossa che avrebbe potuto sconvolgere di nuovo un equilibrio che pensava fosse perso per sempre ma in qualche modo migliore. 

Martino si sveglia quando sente Niccolò muoversi dall'altra parte, ma più dalla sua parte, del letto..
Apre gli occhi e fissa il soffitto bianco assaporando la sensazione del braccio di Niccolò che sfiora contro il suo.

Per un attimo si concede di immaginare come sarebbe voltare la testa e ricevere un bacio del buongiorno - chissà che sapore hanno, le sue labbra - restare a letto a farsi le coccole fin quando lo stomaco di Niccolò non brontola e costringe Martino ad alzarsi e preparare la colazione per entrambi. 

Una quotidianità che include loro due che stanno insieme e Maddalena non esiste, Andrea non esiste, il loro passato non esiste. 

"Posso sentirti pensare" Mormora Niccolò, la voce ancora roca per il sonno. 

Quando Martino si volta, i loro volti sono a pochi centimetri di distanza. 
Ha gli occhi ancora assonnati e le palpebre cadenti ma si illuminano mentre Martino lo guarda. 

Si chiede se sia solo lui, a vederlo in questo modo. 

Si chiede se Maddalena abbia mai pensato di voler guardare il viso di Niccolò che riprende vita dopo una lunga notte di sonno e pensi di voler assistere per sempre a questo spettacolo bellissimo. 

Perché è particolarmente terrorizzante, e decisamente prematuro, e senza alcun tipo di fondamento, il fatto che Martino lo faccia. 

"Non sto pensando, mi sono appena svegliato" 
"Marti.. non sai mentire" 

Niccolò deve avere un potere speciale, perché non è possibile che ogni volta che Martino sta respirando la sua stessa aria si senta privo di forze e al tempo stesso invincibile.

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