ti vedo

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Niccolò sta cercando di assimilare tutto quello che Martino gli ha raccontato, fissa il muro bianco davanti a lui cercando di trattenere le lacrime che minacciano di uscire.

Si chiede come qualcuno possa aver fatto così tanto male a una persona come Martino.

Il suo Marti.

Quello che fa le battute stupide e ride da solo come uno scemo, quello che cerca sempre di tirare su il morale di Niccolò e ci riesce, lo stesso che l'ha fatto innamorare con il suo sorriso sghembo e che ha gli occhi più dolci che abbia mai visto.

Vorrebbe poter tornare indietro nel tempo e salvarlo da quell'ammasso di dolore e smarrimento, vorrebbe poterlo salvare oggi da quei ricordi che lo tormentano.

"Nì... dì qualcosa."

Sono seduti su quel divano che tante volte negli ultimi mesi è stato teatro di pomiciate epiche e chiacchiere fino a tarda notte, di risate e copertina condivisa nei pomeriggi più freddi e Niccolò pensa che non può cambiare il suo passato, ma può tentare di dargli un futuro migliore, può provare a costruire ricordi nuovi di zecca, che lo facciano sentire al sicuro.

Appoggia il palmo della mano sulla sua guancia e con il pollice accarezza lo zigomo con tutta la delicatezza di cui è capace, non vuole romperlo, vuole che nelle sue mani trovi un porto sicuro in cui appoggiarsi e Martino lo fa, chiude gli occhi facendo cadere la testa più a fondo, in quel tocco che non presagisce schiaffi e respira, rilasciando l'aria che stava trattenendo in attesa di una reazione di Niccolò.

"Vorrei poterti... vorrei poterti promettere che non ti farò mai soffrire."
"Nico..."
"E dirti che con me sarai sempre al sicuro, ma..."
"Non dire ma. Non dirlo."


Si abbandona nell'abbraccio di Niccolò, che affonda un po' di più tra i cuscini del divano per avvolgerlo nella sicurezza delle sue braccia.

"Ma sappiamo entrambi che non posso farlo, perché sono quello che sono e non so mai per quanto tempo starò bene e cosa può succedere quando... lo sai."
"Non mi fa paura Nì, so quello che sei, non mi fai paura."
"Però posso prometterti che anche in quei momenti, io ti vedrò, vedrò te e farò di tutto per..."
"Lo so, zitto Nì, basta. Lo so."


E allora Niccolò sta zitto. Gli afferra la testa con entrambe le mani e porta le sue labbra a un filo dalle sue, sussurrandoci sopra.

"Posso?"

"Ti prego..."


Lo bacia. Come forse non lo aveva mai baciato prima, piccoli becchi che si trasformano presto in un bacio più profondo e frenetico, raccoglie con la lingua la sua e spera di poter ingoiare tutto ciò che a Martino passa per la testa.

"Non mi ha mai visto, credeva fossi di sua proprietà, sostanzialmente, ma non ha mai visto me... Tu mi vedi."


Non ci vuole molto perché si ritrovino nudi sdraiati uno sopra l'altro, connessi dalla testa fino ai piedi in una strana fusione di corpi che non avevano mai sperimentato prima.

Fanno l'amore su quel divano, ansimando l'uno il nome dell'altro come una promessa che non importa se non saranno in grado di mantenerla, perché è reale.


I giorni successivi a quella nottata interminabile e quella giornata emotivamente pazzesca sono seguiti da innumerevoli minuti di bellezza.

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