"Ha avuto un incidente d'auto"
Queste sono le parole che risuonano nella testa di Martino, mentre vola giù dell'autobus e inizia a correre verso l'entrata del pronto soccorso, troppo lontano dall'ingresso principale e con qualche curva che lo fa inciampare nei suoi stessi piedi.
Ma a lui non importa davvero, ha bisogno di raggiungere il suo ragazzo il più velocemente possibile e assicurarsi che stia bene.
Perché ancora sta immaginando gli scenari peggiori possibili e probabilmente il suo cuore si fermerà da un momento all'altro.
Il più brutto in assoluto, che gli è saltato in testa nel momento di panico più totale, coinvolge Martino che deve continuare a vivere la sua vita senza Niccolò.
In un mondo terribile e alternativo in cui quel sorriso e la personalità più brillante che abbia mai conosciuto non esistono più.
E piange di nuovo, perché è un ipotesi troppo atroce anche solo da immaginare e vorrebbe chiudere la testa nel frigorifero per congelare i più brutti e assurdi pensieri che abbia mai avuto.
Non può farlo, quindi cerca di spazzare via le idee più orribili che il suo cervello sta elaborando senza alcun permesso da parte sua, sostituendoli con quelli decisamente più giusti di tutti i momenti che ha condiviso con Nico.
È stato l'unico modo per evitare di crollare e doverci finire lui, in ospedale.
La paura fa brutti scherzi, però. Tanto che ha creduto di soffocare a un certo punto, proprio lì al centro del maledetto, solito, traffico sul lungotevere e stipato nel mezzo di trasporto troppo pieno.
Lo lasciano in sala d'attesa così a lungo che ha rischiato di perdere anche l'ultimo briciolo di lucidità che gli era rimasta.
Costringendolo prima a fare una fila lunghissima al banco informazioni, solo per dirgli poi di accomodarsi e aspettare che lo vengano a chiamare.
E Martino, notoriamente conosciuto per non essere di certo la persona più paziente del mondo, figuriamoci in questa situazione, vorrebbe urlare. O prendere a calci qualcosa.
Ovviamante seduto proprio non riesce a stare, le gambe ballano sul posto in un nervosismo che non aveva mai provato prima.
Ha la smania di attraversare quelle porte e cercare Niccolò lui stesso perché davvero non è possibile che questi stronzi si siano dimenticati di lui.
"Non è il caso di farsi cacciare."
Gli suggerisce Giovanni al telefono, che nel frattempo aveva cercato di raggiungerlo un milione di volte, prima di ricevere risposta.
"Dove siete comunque?"
"Al San camillo."
STAI LEGGENDO
Soltanto tu
FanfictionMartino pensa che sia arrivato il momento di andare a vivere da solo. Niccolò cerca un coinquilino.